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Tatavitto, in Africa servono esperienza e passione

 


La conoscenza dell’Africa Roberto Tatavitto l’ha accumulata nel corso degli anni spesi nel favorire i rapporti tra il continente e l’Italia. Un’esperienza che si è trasformata in vera passione e che dopo anni di attività diplomatica lo vede ancora in campo. Oggi, nel ruolo di Console Onorario Emerito del Gabon, suo paese d’elezione, è ancora impegnato a favorire i legami economici e di sviluppo tra lo stato centrafricano e le aziende italiane. Forte di una conoscenza del territorio e della cultura gabonese che ne fanno una sicura guida in un contesto in profonda trasformazione. 

Come è cambiato il Gabon nel corso degli anni? 
Come avviene per tutta la regione centrale del continente c’è un fermento di iniziative. I rapporti geopolitici tradizionali si sono modificati. La Cina ha conquistato un ruolo centrale con una capacità di finanziare progetti di grandissimo respiro ancora lontani dalla portata dei paesi europei. Una situazione che, però, apre grandi opportunità per le aziende italiane interessate a crescere in nuovi mercati. 

Cosa serve per sviluppare le proprie attività economiche in Africa? 
Il giusto atteggiamento. Su questi territori bisogna prima seminare, affidandosi a consulenti esperti, e poi raccogliere i frutti. L’improvvisazione non paga. Per il resto, un paese che è diventato un cantiere, c’è la possibilità di sviluppare i propri business in settori in cui l’Italia eccelle come l’agrobusiness, la cosmetica, la moda, ma anche l’alta tecnologia. 

Quali sono i principali progetti strutturali del Gabon? 
Il governo punta a modernizzare le sue infrastrutture per poter sfruttare appieno le materie prime del sottosuolo e favorire gli scambi commerciali internazionali. Nell’ambito della BRI la Cina ha stanziato circa 1,5 miliardi di dollari per una serie di progetti: autostrade, porti, aeroporti sono solo la punta dell’iceberg. Il modello è quello tipico cinese: lo sforzo finanziario iniziale è pagato tramite la gestione per periodi più o meno lunghi delle nuove infrastrutture. 

E lei è particolarmente attivo in questo contesto... 
Sono stato incaricato dalle autorità gabonesi di condurre delegazioni italiane di alto livello per favorire i possibili legami con l’Italia. In quest’ottica si inserisce il coordinamento per un’importante operazione di Leonardo per la fornitura di radar per il nuovo aeroporto civile di e’Andem a cinquanta chilometri da Libreville, un progetto dal valore complessivo sicuramente importante. A breve l’incontro con le autorità locali e i rappresentati cinesi avvenuto a Libreville sarà replicato anche in Italia. Un modo per rafforzare ulteriormente i rapporti di fiducia e favorire nuovi progetti. 

Quale potrebbe essere il prossimo impegno? 
 Il Gabon è uno dei paesi del Golfo di Guinea impegnato intensamente nelle operazioni antipirateria dell’area. Parliamo di una enorme porzione di oceano Atlantico in cui sono concentrate tantissime attività economiche strategiche, a cominciare dall’estrazione di petrolio, essenziale per lo sviluppo futuro di questa parte del continente. La proposta è di dotare la costa di apparecchiature ad alta tecnologia che possano aiutare a monitorare al meglio i traffici illeciti.
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