Sisto (Confitarma), come raccontare lo shipping
«Da soli si va più veloci, ma insieme si va più lontano». Luca Sisto, segretario generale di Confitarma, cita lo slogan lanciato qualche anno fa dal past president della confederazione Mario Mattioli per sottolineare la necessità di comunicare meglio il mondo dello shipping. Alle prese con i dossier più scottanti per il futuro del settore - dall’ETS alla crisi del Mar Rosso fino alle richieste reiterate su semplificazione ed efficientamento normativo – l’associazione degli armatori italiani sta affrontando questa delicata sfida in modo innovativo, puntando sulla capacità di suscitare emozioni dell’arte ma anche su un allargamento della base rappresentativa del comparto.
«C’è una qualità che l’industria dello shipping ha rispetto a quella di terra: la sua mobilità - spiega Sisto - Questo ti permette di affrontare al meglio l’attuale periodo caratterizzato da molteplici crisi. La navigazione ha una valenza strategica per il nostro paese mai troppo sottolineata. È un’attività economica che favorisce la cresciuta e potrebbe essere trainante anche per quelle aree della penisola come il Mezzogiorno che hanno bisogno di un maggior sviluppo».
Nasce da queste considerazioni la necessità di una “narrazione” in grado di colpire l’immaginario collettivo. L’obiettivo è scuotere la coscienza di un paese che pur al centro del Mediterraneo stenta a riconoscersi in una vocazione pienamente marittima.
«Abbiamo pensato che uno dei modi più interessanti per colpire l’attenzione nei confronti del mare fosse quello di rappresentarlo attraverso l’arte. Negli ultimi anni le nostre immagini di copertina si sono ispirate ad immagini iconiche della nostra tradizione culturale. Prima i tagli di Lucio Fontana, poi la Gioconda, con le Alpi alle spalle e lo sguardo verso il mare».
L’anno in corso è caratterizzato da un’opera del collettivo Mamà Dots intitolato la “Nave del Futuro” ispirato al linguaggio visivo del “pop pointillism”: «una combinazione di tradizione e contemporaneo che incarna i valori cardine di Confitarma: siamo nati nel 1901, abbiamo una grande tradizione e vogliamo proseguire».
Un viaggio metaforico, quello suggerito da Sisto, che l’Associazione sta affrontando con l’attenzione rivolta ai grandi cambiamenti in atto, anche per quanto riguarda la delimitazione dei confini rappresentativi. Non basta solo una buona comunicazione. Il protagonismo del cluster va rafforzato anche attraverso la valorizzazione della rete di attività che dal mare traggono linfa.
«Confitarma resta e resterà sempre la casa degli armatori italiani» sottolinea Sisto. «Tuttavia abbiamo registrato un interesse crescente da parte di alcune realtà di diversa natura di vivere l’associazione dall’interno».
Soggetti industriali, start up, mondo dei servizi vivono l’esigenza «di entrare in contatto con l’universo armatoriale in modo più diretto».
«Questa è la grande novità . Stiamo lavorando alla crescita della componente dei cosiddetti soci aggregati, quelli cioè senza flotta ma la cui attività si sviluppa in simbiosi con la blue economy. Anche questo è un modo di affrontare il cambiamento. Il futuro della marittimità italiana dipenderà dalla nostra capacità di innovare, investire e adattarci. Credo che la rotta che stiamo seguendo sia quella giusta».