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Vidotto, come cambiano i mestieri del mare

 


Un cuore marittimo che si sta spostando anche verso le attività che si svolgono a terra. L’Accademia della Marina Mercantile di Genova segue l’onda dei tempi ed adegua la sua offerta formativa quasi in tempo reale, con una propensione alle nuove figure professionali della mobilità sostenibile. Lo fa attraverso procedure di analisi del mercato consolidate ma anche perseguendo un innovativo piano di internazionalizzazione. Di questo e di altri progetti PORTO&interporto parla con la sua Direttore Generale, Paola Vidotto. 

In che modo riuscite ad allineare la vostra offerta formativa con le richieste del mercato? 
L’analisi costante che conduciamo in questa direzione coinvolge circa 120 aziende partner. Annualmente un nostro team studia le tendenze dell’industria marittima e del settore della mobilità in generale proponendo una revisione dei piani di studio. Tutto il processo avviene in sinergia con il mondo produttivo che partecipa attivamente allo svolgimento dei percorsi didattici che ne derivano con lezioni e stage per i nostri ragazzi. 

E sul versante orientamento? 
Attraverso una serie di attività pratiche raggiungiamo ogni anno circa 5mila potenziali studenti. A questo scopo abbiamo creato una rete di ex-allievi che promuovono l’Accademia nelle scuole di tutta Italia. Una sorta di ambasciata cui affianchiamo una attività anche con incontri residenziali dedicata ai docenti. Di fatto facciamo l’orientamento per gli orientatori. 

La revisione dei piani determina anche un turn over sulle figure professionali richieste? 
La revisione è continua e porta, in alcuni casi, a cancellare alcune figure tradizionali. Quest’anno, ad esempio, abbiamo eliminato la figura di “geometra del mare” che in effetti non era più attuale. Ovviamente sono introdotti nuovi profili. In questi anni la mobilità sostenibile si sta imponendo in modo importante affiancandosi agli ambiti tradizionali come il marittimo, la cantieristica, la logistica, la portualità e i servizi ai passeggeri. Prevediamo un ulteriore aggiornamento significativo nel corso di quest’anno. 

Quest’anno ci sarà la inaugurazione della nuova sede… 
L’idea è di costituire una sorta di polo formativo che si collochi nel solco delle grandi trasformazioni che stanno caratterizzando la città di Genova. Un centro di attrazione specialistica, un hub per le aziende e le istituzioni situata nell’area del porto, frutto di un investimento di otto milioni di euro e attrezzata con le apparecchiature di simulazione tra le più avanzate. 

L’Accademia proseguirà i suoi piani di internazionalizzazione? 
Siamo stati tradizionalmente attivi all’estero. Ad oggi stiamo conducendo cinque progetti in Mauritania, Nigeria, Filippine, Ucraina e nell’ambito del programma marittimo Italia-Francia. Stiamo lavorando alla creazione di un altro importante progetto con Capo Verde mentre in collaborazione con il ministero degli Esteri offriamo borse di studio a paesi in via di sviluppo su temi legati a ambiente, sicurezza e sostenibilità, accogliendo ogni anno circa 100 persone da tutto il mondo. Lo step successivo, anche come risposta alle sollecitazioni del Piano Mattei, è di aprire nostre sedi in alcuni paesi africani per formare figure professionali richieste dal nostro mercato, come ufficiali di macchina e altre. 

Quali sono gli altri progetti per il futuro? 
Stiamo iniziando a esplorare le potenzialità dell'intelligenza artificiale, in particolare per la logistica, la manutenzione predittiva e il supporto alle decisioni. La vediamo come un grande archivio di informazioni che può essere processato rapidamente per fornire analisi predittive e aiutare a definire le strategie future. Il mondo del lavoro è in continua evoluzione. Le grandi sfide riguarderanno la transizione energetica, con un focus sui combustibili ibridi, il recupero dell'idrogeno, il cold ironing e le energie rinnovabili come l'eolico offshore, per il quale abbiamo investito in un simulatore specifico. Ci stiamo preparando anche per la navigazione autonoma.
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