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Schiavoni (Alsea), una logistica al passo con i tempi

 


Ai vari tipi di transizione di cui si discute nel dibattito pubblico Betty Schiavoni, presidente di Alsea, aggiunge anche quella che “obtorto collo” dovranno affrontare le aziende della logistica, in particolar modo quelle di grandezza medio-piccola. «I modelli operativi e le mentalità prevalenti non sono più sufficienti a soddisfare le esigenze di un mercato globale in continua mutazione. È necessario ripartire dalla base per acquisire una visione in linea con i nuovi tempi». 

Su quale punto ritiene sia necessario fare un primo intervento? 
Senza dubbio c’è una questione che riguarda l’allineamento del mondo della formazione. Personalmente introdurrei materie inerenti alla logistica a partire dalle scuole medie. Troppo spesso sentiamo lamentare la mancanza di profili qualificati. È dal principio dei percorsi scolastici che bisogna puntare per far capire quanto il settore sia strategico per l’Italia. Parallelamente credo sia necessario un aggiornamento anche per gli imprenditori. Innovazione e tecnologie dirompenti richiedono un salto di preparazione anche sul quel versante: una vera e propria rialfabetizzazione digitale. 

Alsea ha iniziative in corso sul tema? 
Molti imprenditori della mia generazione vedono la tecnologia come un ostacolo pur riconoscendone le enormi potenzialità. Dobbiamo insistere sulla formazione continua del personale, anche attraverso iniziative mirate. Alsea Academy cerca di dare una risposta attraverso l’offerta di corsi specifici per gli apprendisti e per chi già lavora nel settore, focalizzandosi sulle questioni più attuali. Soprattutto dobbiamo superare la mentalità che fare un corso sia una perdita di tempo. 

Un cambio culturale che tocca anche la mentalità imprenditoriale... 
Andare oltre il giardino di casa, superare l’individualismo e puntare sulle reti d’impresa potrebbe essere la migliore risposta per affrontare le sfide del cambiamento. Oggi il peso degli investimenti, soprattutto per le PMI, è elevato e difficile da sostenere in proprio. Questione operative. Cosa cambiare nei processi di controllo? Quotidianamente riscontriamo carenze negli aeroporti e nei porti nelle figure preposte con accumuli di ridarti nelle operazioni di sdoganamento che a loro volta rendono più difficile l’operatività complessiva della nostra rete logistica. Centralizzare e digitalizzare i processi porterebbe a un miglioramento del flusso di informazioni e, magari, a ridurre la necessità di data entry manuale. 

Sul traffico aereo quale criticità si registrano? 
La IATA, dal periodo post Covid, prevede un incremento costante di traffico sia nel settore passeggeri, sia in quello cargo. Per essere competitivi e non perdere questa opportunità è necessario intervenire sugli aeroporti che spesso diventano dei “colli di bottiglia”. Un ripensamento dell’organizzazione del lavoro, in particolare per il comparto merci, forse è auspicabile. Se il 40% dell’attività si concentra nel solo giorno del venerdì, c’è qualcosa che non va. 

Quali sono le priorità di Alsea nel prossimo futuro? 
Seguire da vicino tutti i dossier a livello territoriale. Alsea ha questa prerogativa e quotidianamente si confronta con comuni, regioni e camere di commercio. Siamo pienamente coinvolti nelle decisioni prese dal comune di Milano sul “quadrilatero” e guardiamo a Malpensa come punto focale. La prospettiva sul medio-lungo termine è lavorare sempre più per fare della nostra area regionale il retroporto del porto di Genova. Ci crediamo molto, anche perché ci sono investimenti in corso e un tavolo di lavoro che coinvolge Piemonte, Liguria e Lombardia sull'aspetto ferroviario. Alsea è presente proprio per gestire le criticità, approfondire e suggerire miglioramenti.
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