Europlatform, intermodalità pivot dei trasporti in Ue
Come nasce l’iniziativa?
Già in occasione dei Connecting Europe Days tenutisi a Bruxelles nella primavera dell’anno scorso una ventina di associazioni, tra cu Eurplatform, si era allertata rispetto alle prime indiscrezioni diffuse sulla possibilità di una modifica ai meccanismi di finanziamento previsti nel bilancio pluriennale dell’Ue. Fedeli allo slogan “more EU budget for transport” abbiamo cercato di allargare la maglia delle adesioni quando i timori sono stati confermati anche con l’insediamento del nuovo Parlamento europeo. Abbiamo messo insieme 45 associazioni che rappresentano tutte le modalità di trasporto contro l’ipotesi di rivedere il programma CEF.
Cosa prevede la nuova ipotesi?
Ad eccezione dei progetti transfrontalieri che rimarebbero in capo all’Ue si pensa di rendere i meccanismi di finanziamento più simili ai PNRR nazionali, quindi con una gestione e una visione delegata al singolo paese. Si tratta di una sorta reazione alle risorse sempre maggiori impiegate nel corso degli ultimi anni nei progetti che vedevano la partecipazione di più membri dell’Unione. Tendenza che è cresciuta con l’inserimento nel CEF 2020-27 anche degli interventi legati alla componente della mobilità militare.
Perché non vi convince questa revisione?
La nostra idea è quella di valorizzare il ruolo del trasporto per l’economia del mercato unico europeo. E di evidenziare i vantaggi di una gestione integrata di tipo top-down nella definizione dello scheletro infrastrutturale del continente. Con la revisione delle TEN-T dello scorso anno riteniamo essenziale un approccio comune alla realizzazione dei nove corridoi individuati come prioritari per lo sviluppo dell’economia europea. Siamo ben consci che si tratta di una battaglia settoriale ma puntiamo a coinvolgere anche attori al di fuori del cluster. L’infrastrutturazione legata ai trasporti produce una doppia leva di sviluppo: potenzia e rende più efficiente l’economia e crea, essa stessa, nuovi posti di lavoro. Su questi punti abbiamo un fitto programma di iniziative ed eventi di discussione che porteremo avanti.
Quali sono le altre priorità di Europlatform?
Senza dubbio la revisione della direttiva sul trasporto combinato che è già stata rinviata due volte. Purtroppo non è al centro delle priorità della presidenza polacca dell’Ue e sarà difficile che veda la luce nel corso di questo 2025. L’obiettivo più ragionevole è che si possa almeno arrivare ad una discussione in Parlamento europeo.
Che tipi di cambiamenti auspicate?
La rilevanza dei terminal intermodali è imprescindibile. Essi devono avere un ruolo di pivot nelle strategie complessive del trasporto e non essere considerati solo la camera di compensazione dei ritardi dei convogli ferroviari. L’altro aspetto riguarda tutti gli aspetti normativi in grado di rendere più conveniente il trasporto intermodale rispetto al tutto strada. La logica è quella di valorizzare i segmenti delle catene di trasporto rispetto ai rispettivi valori aggiunti. Quindi l’economicità sulle lunghe percorrenze del trasporto ferroviario e la capillarità e la distribuzione per quanto riguarda quello stradale.
Prossimo appuntamento per Europlatform?
Stiamo collaborando alla redazione del ranking degli interporti europei realizzato dalla tedesca DGG (Deutsche GVZ-Gesellschaft mbH) che sarà presentato a primavera inoltrata. L’obiettivo è farne uno strumento di “misurazione” delle performance del settore quanto più oggettivo possibile.