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VII Survey Corridoi ed Efficienza logistica dei territori

 


La digitalizzazione dei processi di distribuzione delle merci è la porta attraverso cui l’AI sta entrando nel settore logistica. Tra i vantaggi maggiormente attesi l’integrazione con le tecnologie della robotica nello sviluppo di magazzini sempre più automatizzati. Secondo il rapporto annuale di Material Handling Industry (MHI), il 74% dei leader della supply chain sta incrementando gli investimenti nella tecnologia. È in Italia? Tenta di dare una risposta la VII Survey “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” di Contship Italia e SRM che ha introdotto l’argomento tra i nuovi hot topic dell’indagine condotta presso 400 aziende manifatturiere che esportano e/o importano via container localizzate in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto (un cluster geografico che mette insieme circa il 41% del PIL e il 50% dell’import export italiano, movimentato in gran parte via mare: il 28% per la Lombardia, il 33% per il Veneto e il 37% per l’Emilia Romagna). 
Sui temi tecnologici, in particolare, la survey, presentata a Milano nel corso del primo Contship Logistic Forum, evidenzia come allo stato attuale solo il 19% delle aziende del campione sta esplorando l'implementazione (11%) o sta già implementando (8%) l’intelligenza Artificiale. Una percentuale maggiore dei rispondenti (il 28%) manterrà invariato o aumenterà gli investimenti in AI. Segno che le aziende stanno cominciando ad investire ma sono ancora frenate da una serie di incognite. “
"La maggior parte degli intervistati – sottolinea il report - pensa di poter trarre i maggiori vantaggi dell'iA nei processi produttivi (in particolare, il 35% segnala un possibile miglioramento nei costi; il 34% nella qualità dei prodotti). Segue il settore del Marketing e delle vendite (potenziale di miglioramento per il 24% delle imprese)”. 
La tecnologia maggiormente “testata” dalle imprese è invece la Blockchain (30%). Seguono Automazione e Robotica (18%), sistemi di computer vision (17%) e Big data (17%). 
Gli altri hot topics hanno riguardato Intermodalità e Sostenibilità, Ex Works e Supply Chain Disruption. In media, nel periodo 2019-2024, il 12% del campione ha dichiarato di utilizzare un mix strada-ferro per trasportare la merce nella tratta porto-azienda e viceversa (il resto delle imprese utilizza unicamente il mezzo gommato). A spingere maggiormente le imprese verso il gommato sarebbero i costi inferiori (per il 59% delle imprese); seguono flessibilità nei tempi di consegna (citato dal 21% delle imprese) e affidabilità e sicurezza (scelto dal 20%). Secondo il 66% delle imprese, l’intermodalità potrebbe contribuire in qualche misura al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti in ambito UE (per il 29% in modo significativo e per il 37% però solo di poco) mentre il 33% delle imprese sostiene di essersi posta degli obiettivi di decarbonizzazione nella logistica (il 31% tramite l’ottimizzazione dei carichi e il 2% attraverso combustibili alternativi). 
La questione Ex Work è ancora una roccaforte da abbattere, ma le imprese iniziano a valutare alternative contrattuali pur nell’emergere di una contraddizione al capitolo “perdita di controllo operativio”. Mediamente, nel periodo 2019-2024 il 58% delle imprese ha utilizzato prevalentemente la clausola Ex Works nelle operazioni di vendita all’estero. Di queste il 46% “per una questione di semplicità logistica, il 22% per la mancanza di esperienza nel gestire la logistica e il 19% perché è una scelta dei clienti esteri”. Tuttavia, il 67% delle aziende è disposto a valutare alternative all’Ex Works: il 41% dietro una consulenza specializzata e il 19% dopo un’analisi dettagliata dei costi-benefici. Il 65% “valuta rilevante il rischio di perdita di controllo nella consegna a causa dell’Ex Works”. 
Mancano risposte dominanti come strategia di risposte alla disruption delle supply chains. Il 47% dei partecipandi all’indagine dichiara di non aver subito alcun impatto. Tra le aziende che invece hanno accusato il colpo, la quota più significativa (24%) è intervenuta adottando strategie di ripianificazione/adattamento. Per il 14% è stata la diversificazione e l’ampliamento della rete di fornitori la via maestra; un altro 14% ha rafforzato le relazioni con i partner logistici e i fornitori strategici; solo il 6% ha attivato politiche di più lungo periodo come il nearshoring. 
“In un contesto in continua evoluzione, la capacità di innovare, collaborare e adattarsi è fondamentale,” ha sottolineato Matthieu Gasselin, CEO di Contship. “Come Contship, crediamo che il vero valore della logistica non risieda solo nell’efficienza operativa, ma anche nella capacità di connettere mercati, persone e bisogni. Proprio per questo, il nostro obiettivo è rendere il Contship Logistics Forum un appuntamento ricorrente, un punto di riferimento per il settore, dove le migliori competenze possono incontrarsi, condividere visioni e costruire insieme, al fine di orientare le attività del forum mantenendolo in sintonia con le dinamiche del mercato.” 

Quali sono i più battuti Corridoi logistici in export 
In export, in media nel periodo 2019-2024, il 12% delle imprese ha scelto un mix di modalità per trasportare la merce dall’azienda al porto (dato in calo rispetto alla media 2019-2023). Genova, con il 47% di imprese utilizzatrici (70% la media 2019-2024), è il porto preferito da un maggior numero di imprese. Seguono La Spezia (29%; 18% la media pluriennale) e Ravenna (28%; 19% la media). Per quanto riguarda la destinazione dell’export via mare, il 43% delle imprese è diretta verso mercati europei, in particolare Regno Unito (21%). Seguono i mercati del Nord America (33%): Stati Uniti (25%) e Canada (13%). Il 13% indirizzano il proprio export nei paesi del vicino o Medio Oriente, in particolare Turchia (8%) ed Emirati Arabi Uniti (4%). Il 12% delle imprese opta per i mercati africani, con l’Egitto in Pole Position. Il Far-East viene scelto dall’8% delle imprese (la Cina dal 5%). Solo il 5% esporta nei Paesi dell’America Latina. 
...e in import 
La maggioranza delle imprese ha indicato l’Asia tra i principali mercati di approvvigionamento, in modo particolare il Far East (52%). La Cina lo è per il 49% delle imprese, l’India per l’11%. Tra gli altri mercati di fornitura emergono gli Stati Uniti (13%), il Canada (6%) e il Regno Unito (6%). Il porto utilizzato da più imprese è stato Ravenna (53%; 28% la media 2019-2024). Seguono Genova (29%; 66% la media), Venezia (21%; 19% la media) e La Spezia (21%; 13% la media). In media, nel periodo 2019-2024 il 17% delle imprese ha utilizzato un mix strada-ferro per trasportare la merce dal porto all’azienda (dato in calo rispetto al 20% registrato nel periodo 2019-2023). Gestione logistica: le imprese preferiscono dare in outsourcing la logistica ma ne preservano gli aspetti strategici Il numero di imprese che dà la logistica in outsourcing nelle operazioni di export è del 96%. Più precisamente, il 77% delle imprese dichiara di esternalizzare la logistica, ma, allo stesso tempo, preserva il controllo su alcuni aspetti strategici. Discorsi simili valgono nelle operazioni di import, con il 94% delle imprese che dà in outsourcing la logistica. In questo caso l’81% mantiene il controllo sugli aspetti strategici. Nell’esternalizzare la logistica, il 95% delle imprese ricorre prevalentemente agli spedizionieri (61% nella precedente edizione). 
Il distretto della meccanica strumentale 
L’indagine si chiude con un case study sulla logistica del distretto della Meccanica strumentale di Milano e Monza. Qui un numero inferiore di operatori logistici (3%), rispetto alle imprese manifatturiere (28%), hanno intenzione di investire nell’Intelligenza Artificiale. L’area in cui un numero più cospicuo di imprese logistiche (27%) sta testando la tecnologia IA è quella dell’automazione/robotica. Più operatori logistici (33%), rispetto alle imprese manifatturiere, dichiarano di utilizzare l’intermodale e il 44% sta implementando politiche di sostenibilità (superiore al 33% per le imprese manifatturiere). Per il 60% delle imprese logistiche, la principale motivazione che spinge i clienti manifatturieri italiani ad utilizzare la formula Ex Works nelle operazioni di vendita all’estero è la semplicità del metodo.
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