Il futuro dei porti tra AI e riforma
La portata disruptive dell’AI potrebbe trasformare la gestione del business anche in un ambito assolutamente materiale come il trasporto marittimo. L’enorme mole dei dati prodotti dal settore ne potrebbe mutare a fondo la struttura. La merce, oggi al centro dei processi operativi, potrebbe diventare marginale rispetto alla posta in gioco di quello che è stato definito il “capitalismo del controllo”: la possibilità , cioè, di capire le nostre abitudini.
Orizzonte lontano, per ora, ma che pure è stato evocato al recente convegno “Shipping, Transport & Logistic Forum” dove il tema dell’impatto tecnologico, di cui l’AI rappresenta l’apice, è stato al centro di due giorni di confronti e discussioni.
Ad oggi, la sfida maggiore è sfruttare al meglio l’analisi delle informazioni. I porti, ad esempio, sono destinati a vedere mutata la loro funzione. Non solo punti della rete connettiva mondiale, ma anche hub energetici e di dati.
“L’uso del machine learnig offre la possibilità di analizzare a fondo le informazioni registrate da più sistemi e capire in anticipo, anche attraverso le simulazioni, l’andamento dei flussi”. Ne è convinta Federica Montaresi, commissario straordinario dell’AdSP del Mar Ligure Orientale, intervenuta in rappresentanza di Assoporti. “L’AI diventa quindi strumento di sostegno alle decisioni, purché ci sia allineamento con le procedure amministrative”.
Un rischio delle “due velocità ” di cui la futura riforma dei porti dovrebbe tenere conto, proprio per massimizzare l’effetto delle nuove tecnologie sui processi operativi.
“L’efficientamento della catena logistica con AI è cruciale per riuscire a migliorare la competitività delle nostre aziende e dei nostri porti,” ha spiegato il vice ministro Edoardo Rixi. “Si affermerà sempre di più come fattore chiave per plasmare un settore più efficiente, sostenibile e innovativo. Il Mit ha in piedi investimenti sulla digitalizzazione pari a 50 miliardi di euro di fondi Pnrr a cui si sommano 70 miliardi per la transizione ecologica e 30 per lo sviluppo di una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa”.
Premessa alla necessità di una visione comune: “Abbiamo bisogno di un piano nazionale che garantisca uno sviluppo industriale uniforme. È necessario che l'Italia abbia una regia complessiva in grado di sostenere investimenti cruciali, come i dragaggi e l'aggiornamento delle tecnologie nei porti”.
Ospite d’onore del convegno il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha sottolineato l’importanza della digitalizzazione della logistica nazionale. Salvini ha parlato del piano governativo che prevede l'assegnazione di 250 milioni di euro per potenziare la piattaforma logistica nazionale, con l'introduzione di fondi destinati a imprese del settore della logistica. A metà marzo, sarà pubblicato il bando da 160 milioni di euro per finanziare progetti di digitalizzazione della logistica e il miglioramento delle piattaforme per la gestione dei trasporti.
“È fondamentale che l'innovazione nel settore trasporti vada di pari passo con l'evoluzione tecnologica e la sicurezza informatica,” ha ricordato il ministro, evidenziando l'importanza di cybersecurity e della protezione dei dati.
Salvini ha anche discusso delle iniziative in atto per migliorare i collegamenti intermodali tra i porti, ricordando i progetti infrastrutturali a Verona, Alessandria, Gioia Tauro e Trieste, che contribuiranno a migliorare la connessione con il mercato dell'Est Europa e a rafforzare la competitività delle aree logistiche italiane: “stiamo investendo su quello che sarà il retroporto di Genova, a Trieste e nei porti di Gioia Tauro per creare un sistema intermodale in grado di rispondere alle sfide globali”.
Tra gli altri interventi Davide Falteri, Presidente di Federlogistica, secondo cui “e-commerce e intelligenza artificiale sono le due sfide emergenziali che si trova ad affrontare il comparto della logistica italiana. L’opzione di un ritardo non può neanche essere presa in considerazione”.
“Il mondo della logistica è complicato,” ha affermato Gianpaolo Serpagli, Presidente di Cepim e Vicepresidente di UIR, sottolineando la difficoltà di affrontare le sfide in un ambiente in continua evoluzione. “Mancano le forze necessarie per sostenere questa trasformazione. Come associazioni, abbiamo investito molto sulla formazione dei giovani, ma la formazione scolastica italiana non è ancora pronta ad affrontare le evoluzioni che il settore sta vivendo. In particolare, non siamo pronti per le trasformazioni che l'intelligenza artificiale (AI) sta già portando”.
Alla presenza dei rappresemtanti delle Autorità di Sistema Portuale di Genova, Venezia, Taranto e La Spezia si sono esplorate, invece, le imprescindibili sinergie con il cluster trasportistico nel suo complesso. Ad intervenire Federica Montaresi, Commiss. Adsp Mar Ligure Orientale e delegato Assoporti; Sergio Prete, Pres. Adsp Mar Ionio; Fulvio Di Blasio, Pres. Adsp Mar Adriatico sett.; Amm. Massimo Seno, Commiss. Straord. Adsp Mar Ligure occid.
Tra i diversi interventi, Federica Montaresi ha dichiarato: “Per parlare di competitività bisogna valutare diversi aspetti. L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale ha investito su tre temi fondamentali: l’ottimizzazione dei processi portuali, in cui siamo stati una delle prime Autorità a credere su diverse piattaforme; la sostenibilità ambientale e l’intermodalità tra i porti e tutta la catena di trasporto. Su questi tre asset l’intelligenza artificiale può contribuire a rendere più competitivo un porto”.
L’Ammiraglio Massimo Seno ha fatto un bilancio della sua attività degli ultimi mesi.
“Una delle principali sfide sulle quali mi sono cimentato durante il mio mandato è l’elemento umano, sia internamente per restituire fiducia al quadro dirigente e alla struttura, sia esternamente per aumentare l’autorevolezza dell’Ente. Il primo dossier su cui ho lavorato è stato quello sull’aeroporto di Genova al fine di rilanciare quello che deve essere un hub internazionale a tutti gli effetti. Nei prossimi mesi l’Autorità portuale di Genova metterà sul mercato, attraverso un bando, una quota delle proprie azioni dell’aeroporto ligure in una misura tale da rimanere socio di minoranza dello scalo. L’intenzione è quella di far entrare dei soggetti qualificati che possano rilanciare lo scalo, si tratta di un obbligo di legge: dobbiamo allinearci a quello che dice il dettato normativo che prevede che le autorità di sistemi portuali detengano una quota minoritaria delle società che promuovono la logistica”.
Per la parte strettamente legata alla crescita della competitività portuale, il commissario Seno ha poi evidenziato il ruolo del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale che da tempo guarda oltre i confini alpini. Come è noto, l’AdSP sta investendo molto per migliorare le infrastrutture di accessibilità stradale, marittima e ferroviaria e la qualità dei servizi, puntando sulla digitalizzazione e ad una amministrazione pubblica che garantisca efficacia ed efficienza, come può essere lo sportello unico amministrativo. Così è possibile rispondere alle necessità degli stakeholder e contemporaneamente meglio servire i mercati di riferimento sia nazionali che europei.
“I traffici positivi a fine 2024 – ha concluso l’Ammiraglio Seno - danno evidenza di una tenuta sostanziale del sistema con una non vistosa spinta in avanti ma segnando in percentuale una piccola crescita tenuto conto dei fattori di crisi internazionali che hanno segnato il biennio precedente. L’elemento fondamentale da sottolineare è la dimensione internazionale del sistema portuale genovese e savonese. USA e Cina sono i due paesi con cui i Ports of Genoa hanno gli scambi commerciali più consistenti, come è confermato dai dati di traffico: gli Stati Uniti per l’export, il paese cinese per l’import. La dimensione delle sinergie deve assumere quindi un aspetto globale”.