Idrogeno, firma a cinque per il SouthH2
I Paesi hanno dichiarato l’intenzione di proseguire i lavori per lo sviluppo del “SouthH2 Corridor” nel corso della prima Riunione Pentaministeriale, organizzata a Villa Madama dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Alla Ministeriale è seguito un Forum imprenditoriale, aperto dai Ministri Tajani e Pichetto, che ha messo a confronto imprese dei paesi firmatari della dichiarazione che sono presenti o in prospettiva interessate alla filiera dell’idrogeno, anche alla luce del partenariato strategico tra Europa e Africa.
Il Forum, distinto in due sessioni moderate dal Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI Mauro Battocchi e dal Capo Dipartimento Energia del MASE, Federico Boschi, ha permesso di avere una panoramica sul “SouthH2”, riconosciuto dall’Unione Europea come Progetto di Interesse Comune (PCI), così come sulle opportunità create dalla nuova infrastruttura per le imprese della filiera. L’evento ha radunato circa 130 partecipanti fra delegazioni istituzionali e settore industriale provenienti dai vari Paesi coinvolti.
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“L’Italia lavora agli obiettivi di decarbonizzazione ed indipendenza energetica in modo concreto e pragmatico, perseguendo un mix energetico in cui siano adeguatamente sviluppate fonti rinnovabili, idrogeno ed energia nucleare. Lo scorso 5 novembre abbiamo ospitato alla Farnesina la prima riunione del Gruppo Mondiale per l’Energia da Fusione, in partenariato con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ed oggi aggiungiamo un ulteriore tassello alla nostra strategia energetica con lo sviluppo del corridoio Meridionale dell’Idrogeno, che rafforzerà ulteriormente il ruolo del nostro Paese quale “hub” europeo dell’energia” ha affermato il Vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani.
Proprio al SouthH2 SNAM ha destinato un capitolo importante nell’ambito del suo Piano strategico 2025-29 da 12,4 miliardi e incentrato sulla realizzazione di un’infrastruttura paneuropea multi-molecola: nel segmento italiano del corridoio che si estenderà per 2.300 chilometri (inizio operazioni: 2030) sono previsti investimenti per 380 milioni di euro. Il progetto coinvolge altri tre TSO europei: le austriache TAG e GCA e la tedesca Bayernets, facendo leva sulla collaborazione con SeaCorridor per l'interconnessione con il Nord Africa.
Essendo uno dei corridoi chiave per l'idrogeno verso la Germania e attualmente il più avanzato nello sviluppo dell'idrogeno in Europa, il progetto è considerato il più efficiente in termini di costi grazie all'ampio riutilizzo delle dorsali esistenti (tra il 60% e il 70%).
“Riconosciuta come la più importante via di importazione dell'Italia, SeaCorridor svolge un ruolo cruciale per la sicurezza energetica dell'Europa grazie alle infrastrutture di Snam e alla capacità di esportazione verso Nord” ricorda la società , impegnata nello sviluppo di altre ramificazioni del network euro-mediterraneo con le sue aziende partecipate. “Lungo la direttrice Est TAP e Desfa forniscono gas all'Italia, ai Balcani e all'Europa centrale e orientale, rafforzandone la sicurezza energetica dopo la riduzione delle importazioni di gas russo”.
Inoltre, dall’inizio del 2024 è stato lanciato con il sostegno di diversi operatori tra cui Desfa, il South-East European Hydrogen Corridor che mira “a stabilire una rotta di approvvigionamento di idrogeno dall'Europa sudorientale alla Germania. Tale rotta potrebbe essere ulteriormente collegata al SoutH2 Corridor, attraverso il mare Adriatico”.