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Tarros, costruire ponti tra le sponde del Mediterraneo

 



Dalla realizzazione di una nuova capitale amministrativa agli interventi per lo sfruttamento dell’energia prodotta dal nucleare e dall’idroelettrico. Passando da un nuovo Grande Museo Egizio al Cairo (in prossimità delle piramidi) e dall’Alta Velocità ferroviaria. I mega progetti, in Egitto, sono tanti e in via di prossimo completamento. 
Nel 2025 è previsto, ad esempio, l’entrata in funzione della linea su ferro lunga 450 km, utilizzata per il trasporto di merci e passeggeri, Ain Sokhna-Alamein, mentre tutti gli interventi focalizzati sul potenziamento logistico delle infrastrutture del paese – nodi autostradali, ferroviari, portuali da mettere in connessione – dovrebbero portare, nelle intenzioni dei vertici egiziani, la movimentazione container complessiva dagli attuali 12 milioni di TEU a 40 milioni. 
«L’obiettivo è fare dell’Egitto l’hub di trasbordo del mondo, sfruttando la strategicità geografica del Paese e gli sforzi del governo che sta fortemente investendo nelle infrastrutture». Le parole di Hany Abdel Rashid, Managing Director & CEO, Tarros Med Egypt, sintetizzano al meglio la sfida rappresentata per l’Italia dalle economie emergenti del Nord Africa. E testimoniano, nel racconto della sua parabola imprenditoriale, una storia di successo nella “costruzione di ponti” tra le due sponde del Mediterraneo.  
«Nasciamo, dopo alcune esperienze in importanti realtà logistiche nazionali e internazionali, come azienda familiare nel 2006. Da allora, siamo cresciuti costantemente, fino a realizzare importanti partnership con un gruppo come Tarros, caratterizzato da un’importante presenza storica nel Mediterraneo,» spiega Rashid a Porto e Interporto. «Oggi offriamo un portafolio di servizi completi, con un terminal container in prossimità dell’aeroporto da 15mila metri e 5mila TEU di capacità, che movimenterà nel 2024 circa 220mila TEU». 
A completare la gamma dei servizi la realizzazione nel 2019 del primo deposito di manutenzione container italo-egiziano e nel 2023 l’apertura di Carbox Egypt, joint per i servizi di autotrasporto che partita da una decina di mezzi oggi conta una flotta di 27 trailer e realizzerà in questo 2024 una media di circa 1.160 viaggi mensili. 
«Lo stato ottimale dei container è un fattore importante per garantire servizi di trasporto di qualità. In Egitto Tarros ha trovato un costo del lavoro favorevole ma, soprattutto, una manodopera professionale, in grado di operare secondo standard di qualità in linea con quelli italiani». 
Un’integrazione di competenze, capacità di operare sul campo, rispondere a comuni valori che è un po' il segreto di questa collaborazione e che potrebbe rappresentare un modello per il sistema Italia. «La collaborazione con Tarros è paritaria non solo sotto l’aspetto societario,» sottolinea Rashid. «Ãˆ una relazione non solo commerciale ma basata sul rispetto e l’apprezzamento personale. Lavorare su un livello di equità motiva le parti a lavorare per la reciproca soddisfazione. È uno stile di fare business che spinge tutti a impegnarsi al massimo e a crescere attraverso miglioramenti continui. L’esempio migliore è l’adozione senza problemi del sistema digitale di comunicazione unico introdotto dal Gruppo che rende uniformi tutte le procedure operative». 
Una reciproca soddisfazione che guarda con fiducia al futuro nonostante le difficoltà geopolitiche che hanno caratterizzato il 2024. A fronte dei grandi progetti che miglioreranno lo standing logistico del Paese c’è da registrare la difficoltà imposta dalla crisi degli attacchi terroristici nel Mar Rosso. Una criticità per l’intera economia dell’Egitto, cui fa da contraltare l’emergere di interessanti fenomeni alternativi. 
«Il problema dell’attraversamento di Suez non è solo una questione locale. Riguarda tutta la comunità economica internazionale e credo che, prima a poi, si riuscirà a trovare una soluzione ottimale. L’auspicio è che nel 2025 la nostra economia possa rientrare delle mancate entrate che hanno caratterizzato la diminuzione dei transiti attraverso il Canale. Sotto questo aspetto, nonostante l’impatto indubbiamente negativo, si è registrato una reazione degli operatori che ha in parte mitigato la criticità. Con il venir meno di molte linee principali si è attivato tutto un circuito di collegamenti feeder che ha compensato la perdita di volumi. Il realtà come il porto di Sokhna le movimentazioni sono aumentate del 100%. Segno di potenzialità che possono essere ulteriormente sfruttate».



Il Gruppo Tarros opera da oltre un secolo nel trasporto multimodale, contribuendo, fin dall’inizio della sua attività, a promuovere la connessione delle diverse sponde e culture del Mediterraneo, attraverso uno sviluppo basato sull’innovazione, la passione e il rispetto del territorio in cui operano le sue 28 società. La natura made in Italy unita alle forti contaminazioni mediterranee rappresenta il valore aggiunto del Gruppo, da sempre guidato dalla Famiglia Musso. Negli ultimi venticinque anni il Gruppo Tarros si è caratterizzato per una forte spinta dei propri investimenti verso i paesi del Nord Africa, che ha contribuito a creare oltre 350 posti di lavoro diretti in Egitto, Marocco, Algeria, Libia, e Tunisia. In Egitto e in Marocco, i collegamenti marittimi e logistici costruiti Tarros, hanno permesso anche una forte espansione nel settore del trasporto terrestre, costruendo un fitto intreccio tra l’azienda e il territorio in cui opera. In particolare, l’apertura di ulteriori due società di autotrasporto, in Egitto e Marocco, ha permesso di portare anche sulle coste africane il concetto di rete logistica door to door, che fa del gruppo Tarros un’eccellenza in tutto bacino mediterraneo. Ogni giorno, il Gruppo, collega 16 paesi, 31 porti e oltre 450 milioni di persone offrendo un sistema efficiente e sostenibile in tutte le fasi del trasporto nel bacino mediterraneo.
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