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La proposte di Fermerci per il settore cargo

 



Per il settore merci ferroviario il 2024 ha confermato le difficoltà dell’anno precedente. Alle difficoltà legate all’interruzione delle linee, causa i lavori previsti per il potenziamento della rete infrastrutturale, si sono aggiunte le conseguenze negative delle tensioni geopolitiche. «Il rallentamento economico della Germania e, in generale, dell’area del Nord Europa che rappresenta un naturale bacino di riferimento per il nostro comparto, conferma la tendenza al negativo già registrata l’anno precedente». Giuseppe Rizzi, Segretario Generale di Fermerci non nasconde le criticità del cluster ferroviario italiano, pur prendendo atto di timidi segnali positivi su cui impostare l’azione di rappresentanza per l’anno prossimo: «se confermati i 10 milioni destinati al ferrobonus, insieme agli stanziamenti previsti da alcune Regioni, possono aiutare a sostenere gli operatori». 

Una situazione complessa che ha visto l’associazione molto attiva... 
Anche in virtù di questa situazione critica abbiamo lavorato tantissimo e su molti fronti. Innanzitutto su quello della comunicazione, attraverso una serie di format che ci hanno permesso oltre 100 incontri e interlocuzioni a livello regionale, nazionale e internazionale. A Padova, in occasione di Green Logistic Expo, abbiamo inaugurato l’evento “Casa Fermerci” che vorremmo esportare in Europa, ambito nel quale stiamo trovando un grosso interesse per le nostre iniziative di sensibilizzazione ai problemi del comparto. Documenti come il nostro Rapporto annuale e la Carta dell’ultimo miglio ferroviario riscuotono un crescente successo come base di analisi e di dati su cui costruire un dibattito serio sul futuro del ferro-merci. 


Quali novità prevedete per il 2025? 
Abbiamo siglato un accordo con l’UNI, l’ente normatore italiano, sugli aspetti di sicurezza. Fermerci, a partire dal prossimo anno, coordinandosi ovviamente con Ansfisa, contribuirà alla redazione delle norme tecniche nell’ambito della normativa volontaria. Inoltre, arricchiremo ulteriormente la qualità della nostra produzione analitica. Il nostro Rapporto Annuale, particolarmente apprezzato dalla Commissione europea, sarà corredato di un “discussion paper”, realizzato con la collaborazione del mondo universitario, che fornirà una base comune di confronto con tutti gli stakeholder. Analogamente consideriamo un work in progress il lavoro fatto sull’ultimo miglio che rappresenta una prima risposta basata su un approccio organico sulla questione dei raccordi con i porti. 

Le priorità della vostra azione sul breve termine? 
Continuare a partecipare a tutti i tavoli istituzionali che ci vedono coinvolti. E presidiare in maniera attiva il fronte della digitalizzazione che insieme alle semplificazioni burocratiche potrebbe contribuire a sbloccare la situazione di incertezza che aleggia sulla testa degli operatori. Proprio per questo Fermerci sta presentando una sua proposta per l’assegnazione delle risorse destinate dal PNRR nell’ambito della digitalizzazione della logistica. Il nostro progetto, in collaborazione con un pool di aziende grandi e medio-piccole, operanti nel settore, denominato ERIN – European Rail Interoperable Network, mira ad aggregare tutti i soggetti che vogliono utilizzare il terminal ferroviario privato, traguardando in sostanza gli obiettivi EU per l’interoperabilità dei sistemi, la compatibilità con il protocollo Efti (Reg. 2020/1056) e la comunicazione con le reti nazionali (PLN/eFTI Gate). 

Il comparto ferroviario riuscirà a superare indenne questo momento difficile? 
Siamo ottimisti e continueremo nell’impegno, anche a livello europeo, per trovare soluzioni ottimali per far crescere il trasporto merci su ferro. In questo, devo sottolineare la grande disponibilità per le nostre proposte da parte dei vari soggetti istituzionali coinvolti. Ne sono un esempio l’impegno crescente delle Regioni per mettere a disposizione risorse (bonus regionali, ndr) ma anche da parte di RFI. La proposta portata avanti con l’ART per la riduzione in media del 27% del pedaggio della parte B, relativamente al periodo 2026-2030, è un’apertura di credito enorme verso lo sviluppo futuro di questa modalità di trasporto.
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