La crocieristica in Italia fenomeno solido e credibile
Intervento a cura di Francesco Di Cesare, Presidente Risposte Turismo
Sono proprio la solidità , la credibilità e l’affidabilità di questo comparto che è necessario sottolineare e comunicare. Aspetti tutt’altro che comuni e scontati in altri settori – nel turismo e non solo – che nelle varie fasi storiche hanno mostrato volatilità , incertezze, subendo spesso contraccolpi pagati poi da intere comunità di lavoratori, e talvolta di clienti.
Il turismo crocieristico in Italia, beninteso, non garantisce certo in termini di incoming ciò che altre formule e motivazioni di vacanza possono assicurare (quello balneare o delle città d’arte, per citarne due), ma è un apporto alle economie dei numerosi territori interessati da questo traffico su cui si può contare, diventando per qualcuno di essi la principale espressione di turismo. Ma è anche un fenomeno che può garantire visibilità e promozione, che è regolato da modelli di gestione altamente professionali che possono essere d’esempio per altre formule di vacanza molto meno programmate. Non vogliono essere, queste parole, un manifesto in favore di un prodotto turistico e dell’industria che vi sta dietro, ma se per troppo tempo sono passati pensieri e messaggi fortemente critici verso questo settore, molto spesso basati su percezioni in totale assenza di informazioni e dati, è bene che certi tratti vengano ben comunicati, spiegati e resi comprensibili.
Non è possibile farlo nello spazio di questo breve intervento, ma non perdo occasione, quando mi viene data, per andare a toccare di volta in volta aspetti fondamentali per ben comprendere il comparto. Lasciando poi, ovviamente, che ciascuno se ne faccia una opinione. Ma, in chiusura di anno, almeno un riferimento al traffico crocieristico in Italia (prima cartina al tornasole di salute del comparto, a patto che non ci si limiti solo ad esso) è possibile produrlo. Un traffico che – a proposito di affidabilità – dopo la forzata pausa pandemica è tornato a crescere e lo ha fatto in modo spedito. Non solo quanto a velocità con cui le compagnie e i porti, e con loro gli altri operatori, hanno consentito che le navi tornassero in operatività , ma anche quanto a recupero, e superamento, dei livelli raggiunti precedentemente al 2020. I movimenti passeggeri nei porti italiani, infatti, avevano raggiunto nel 2023 i 13,8 milioni (già record storico superando il livello del 2019, fino ad allora il più alto), si attesteranno sui 14,1 milioni in questo 2024, per arrivare a toccare e magari superare la soglia dei 15 milioni nel 2025. In un modo anche facilmente ricordabile per via della corrispondenza tra numeri: nel ’23 si è superata la soglia dei 13 milioni, nel ’24 dei 14 milioni e nel ’25 si arriverà a quella dei 15. Tre importanti risultati, non solo simbolici, che sono il frutto di investimenti e scelte da parte dell’intera community crocieristica, a partire dalle compagnie che investono in nuove navi ed apprezzano – con i loro clienti – sempre più il Mediterraneo, dai porti che sono impegnati in potenziamenti infrastrutturali e di servizi, e dagli altri indispensabili operatori. Il traffico viene accolto in modo sempre più omogeneo e distribuito nel corso dell’anno e negli scali disponibili, per quanto con quote di concentrazione elevate sia in alcuni mesi che in alcuni porti.
E non è solo il risultato di una crocieristica che cresce, e che di conseguenza, si potrebbe affermare, cresce dovunque. Perché quando si vanno a confrontare le variazioni 2025 su 2024 di tre fattori differenti, ma comunque confrontabili in termini di andamenti e variazioni, emerge che sul piano della domanda mondiale i clienti nel 2025 aumenteranno del 4,5%, passando da 35,7 milioni a 37,3; i posti letto totali offerti a bordo delle navi in operatività cresceranno del 3,5%, muovendo da 667.000 a 701.000; il traffico nei porti italiani, come visto, crescerà invece di un 6,4% nel passaggio dai 14,1 milioni ai 15 attesi. Si evince dunque come la variazione attesa sui movimenti passeggeri nei porti italiani superi sia quella relativa alla domanda mondiale che ai posti letto, a significare una scelta delle compagnie e dei loro clienti a preferire l’Italia più di quanto in media faranno nei confronti di altri Paesi ed aree nel mondo. È una indicazione che consente una volta di più di ricordare come questo comparto possa rappresentare una risorsa per l’Italia, gestendone al meglio le pur esistenti problematiche per approfittare delle positive ricadute.