Il Made in Italy necessita di una buona logistica
Tra le iniziative di quest’anno c’è stato il Mou firmato con i rappresentanti della portualità della Florida. Quali le ragioni di fondo di questa azione?
Ci terrei a sottolineare che l’incontro si inserisce nella serie di interlocuzioni che abbiamo intrattenuto con partner internazionali, in special modo europei e asiatici, cui abbiamo avuto la possibilità di illustrare le attività logistiche italiane e le opportunità nel nostro paese. In quest’ambito l’iniziativa con i porti della Florida nasce anche dalla volontà di muoversi per tempo rispetto ai possibili cambiamenti che potrebbero arrivare dagli USA. Insomma, se la situazione dovesse peggiorare, a causa di una politica più restrittiva sui dazi, meglio costruire dei canali privilegiati per facilitare e sostenere il nostro export.
Un’altra importante attività è stata la pubblicazione della “Guida pratica alla riforma doganale”...
La nuova normativa doganale italiana nasce da una condivisione con gli attori della logistica che avrebbe potuto essere più approfondita. Per evitare i rischi di regole particolarmente complesse, e dunque rischiose per l’operatività quotidiana, con Assologistica Cultura e Formazione abbiamo cercato di mettere i nostri associati, e di chiunque altro opera nel campo, di avere a disposizione un vademecum basato su casistiche molto concrete. Ovviamente si tratta di un work in progress, arricchito ulteriormente con le attività del nostro ramo formazione che mensilmente tiene corsi di aggiornamento sulla tematica doganale.
Quest’anno rappresenta il salto di qualità anche per la vostra formazione digitale...
La piattaforma online sviluppata con Ranstad ci permetterà di erogare contenuti sia per i nostri manager, sia per chi, a partire dagli studenti, vuole approfondire vari temi legati alla logistica. In pratica ci siamo dotati di un canale multilivello su cui saranno messe a disposizione le nostre proposte di formazione e aggiornamento ma anche quelle di terzi. È lo step che mancava a questo segmento dedicato della nostra attività associativa. Un veicolo di facile fruizione che nasce dalla collaborazione precedente con Ranstad Research sulle analisi dell’evoluzione dei lavori della logistica. La sfida è intercettare e sviluppare le competenze che servono a ruoli e professioni della logistica che ad oggi non esistono ancora e quindi come tali vanno creati e strutturati.
Quali iniziative avete avviato sulla sostenibilità ?
Se la strada è quella dall’uscita dall’uso dei carburanti fossili, anche il nostro settore deve fare la sua parte. Nasce da qui la partnership che abbiamo firmato con la Rete Albatross per valorizzare le “comunità energetiche” come strumento adatto per abbattere i costi energetici delle aziende e creare un welfare locale in grado di vedere l’attività logistica come un valore aggiunto. L’idea è di sfruttare la superficie dei magazzini, con progetti di installazione di pannelli fotovoltaici e il coordinamento delle capacità di produzione per i dispositivi già installati.
Le priorità per il 2025?
Il Made in Italy nasce nell’intersezione tra industria e alto artigianato. Per essere supportato ha bisogno di una logistica che ne rifletta questa caratteristica, con servizi peculiari e di qualità . Per farlo serve un contesto regolativo allineato ai cambiamenti avvenuti in questi anni, anche per scongiurare il ricorso a pratiche ambigue. Assologistica su questo punto è pronta con una serie di proposte da discutere.