Andrea Annunziata, poste le basi sul medio lungo termine
In un 2024 complicato il sistema portuale della Campania conferma performance di tutto rispetto nel settore passeggeri. Il Golfo di Napoli, con le sue oltre 10 milioni di presenze, occupa una delle primissime posizioni a livello mondiale. Insieme a Salerno e Castellammare, con oltre due milioni di crocieristi si assesta tra le realtà di riferimento nel Mediterraneo. Segnali discreti anche dal settore commerciale: container e ro-ro consolidano i flussi di movimentazione a servizio dell’area di produzione e consumo più importante del Mezzogiorno. Ma per il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, è ancora più importante il lavoro che è stato impostato per il futuro.
«Ãˆ stato un anno di intensa attività per l’ente portuale, abbiamo posto le basi per affrontare al meglio delle nostre possibilità le sfide sul medio-lungo periodo».
Quali sono le state e azioni principali messe in campo?
Completati i piani regolatori portuali di Salerno e Castellammare, in dirittura d’arrivo quello di Napoli, ci stiamo dotando degli strumenti essenziali per sviluppare ulteriormente i nostri scali. Si tratta di un passo fondamentale sotto l’aspetto amministrativo perché i Prp delineano le direttrici attorno alle quali si ripensano i temi dell’integrazione con la città , sempre centrale, data la natura storica dei nostri porti, della sicurezza, delle innovazioni tecnologiche e ambientali. Uno sforzo di coordinamento delle varie ipotesi progettuali sul futuro che fa il paio con l’attività tutta concreta di mettere a terra quasi un miliardo di risorse messe a disposizione dal PNRR e da altri fondi europei e nazionali.
Come sta procedendo il crono-programma degli interventi?
Con orgoglio posso dire che siamo tra le realtà che meglio hanno rispettato le scadenze per l’avvio delle gare. Si tratta di interventi fondamentali per l’elettrificazione delle banchine, la possibilità di poter sfruttare i nuovi carburanti, lo sviluppo ulteriore del settore delle crociere. Ma puntiamo anche a chiudere i conti in sospeso. L’effetto domino sui traffici commerciali dal completamento della Darsena di Levante permetterà un ulteriore salto di qualità . Così come gli interventi previsti per gli svincoli autostradali e la possibilità , finalmente, di avere un collegamento ferroviario all’interno dell’area portuale di Napoli. Tutto un processo che abbiamo portato avanti grazie ad una collaborazione continuativa e proficua con enti ed istituzioni territoriali. L’auspicio, anzi, è di rendere ancora più efficace questa collaborazione per il bene del territorio. La velocità delle decisioni quando la posta in gioco è lo sviluppo economico e occupazionale è un elemento imprescindibile.
Il dibattito sulla riforma portuale sta lievitando. Qual è la sua posizione al riguardo?
Io parto da una premessa essenziale: il ruolo di coordinamento dello Stato per i grandi investimenti non può essere messo in discussione. Il pubblico deve intervenire laddove gli interessi privati non hanno convenienza ad investire. Allo stesso tempo, però, dovrebbe essere garantita la massima autonomia operativa quando le forze del mercato sono disposte a sostenere finanziariamente progetti e programmi in grado di garantire la crescita. Detta così, il modello spagnolo potrebbe essere un utile punto di riferimento ma sulla natura della governance dei porti non ho preclusioni. Ogni soluzione è benvenuta purché si creino le condizioni operative per poter operare in modo veloce, efficiente, prendendosi le responsabilità per le scelte strategiche.
Come giudicherebbe l’accorpamento di Torre Annunziata nell’ambito dell’AdSP?
Proprio nell’ottica cui mi riferivo sopra, credo che il sistema portuale regionale vada allargato al massimo per poter sfruttare tutte le possibili sinergie. Non solo Torre Annunziata ma anche, sull’altro versante, Pozzuoli, potrebbero contribuire a sviluppare al meglio le potenzialità delle attività marittime. Per farlo servono, appunto, strumenti amministrativi e prerogative calibrate su questi obiettivi.