Professionisti subacquei per la Blue Economy
La dimensione subacquea ha assunto negli ultimi anni un’importanza crescente nell’ambito della “blue economy”. Non solo più una superficie da solcare, il mare offre motivi di interesse strategico ed economico anche per quanto concerne le sue profondità. Ne nasce, di conseguenza, la necessità di un adeguamento delle figure lavorative. Per poter operare in questa dimensione particolare sarà necessaria un’opportuna formazione. L’ITS di Catania ha intrapreso da alcuni anni un interessante percorso che va in questa direzione. PORTO&interporto ne parla con la dirigente scolastica Brigida Morsellino.
Quale offerta presenta l’ITS di Catania in questo settore?
Da almeno cinque anni abbiamo attivato un corso esterno per offrire ai ragazzi l’opportunità di cimentarsi con i lavori ultra specialistici legati alle attività subacquee. L’obiettivo è come sempre ampliare al massimo l’offerta formativa, andando a professionalizzare quella che potremmo definire una passione per molti ma non per tutti. Ovviamente senza perder di vista la nostra missione che va inquadrata in uno sviluppo a tutto tondo della persona.
Come si sviluppa il corso?
I ragazzi sono preparati attraverso un percorso completo per diventare operatore subacqueo di primo livello, conosciuto anche come “open water driver”. In pratica entrano in possesso di tutte le competenze riguardanti la sicurezza, l’utilizzo dell’attrezzatura in funzione dell’ambiente di immersione, la pianificazione, la prevenzione e la gestione delle criticità. Un “entry level” spendibile nel mondo del lavoro sia nei settori ricreativi, come quello turistico-balneari, sia tecnici, come i cantieri navali o l’accesso alle forze armate.
In che modo si svolgono i corsi?
Siamo convenzionati con una società, la Jonica Diving School, che opera nell’area di Acireale. È qui che un grande professionista del settore come Orazio Motta forma, coadiuvato da un rappresentante dell’Istituto, i ragazzi interessati a questo percorso. Negli ultimi due anni lo stage finale è stato condotto nell’area archeologica di Bacoli, in provincia di Napoli.
Quali sono le prospettive di occupazione?
Si parla di figure professionali di grandissima specializzazione, con una gamma di operatività molto ampia. Negli ultimi anni, ad esempio, si fa un gran parlare di condotte marine e reti informatiche. L’operatore tecnico subacqueo risulterà essenziale per garantire la sicurezza di queste strutture strategiche. Nel futuro la richiesta del mercato del lavoro è destinata a crescere, considerando anche il forte investimento economico legato alla formazione di questo tipo di lavoratori. Non a caso l’ITS cerca di venire incontro anche sotto questo aspetto agli studenti più bisognosi.
Il corso sta riscuotendo successo?
Oltre le aspettative. Infatti, da stagionale che era, principalmente tra i mesi di giugno e settembre, diventerà annuale. Il che comporterà l’uso di attrezzature più sofisticate, come le mute a tenuta stagna. In termini numerici abbiamo formato fino a novanta studenti. Ma siamo convinti che il numero e l’interesse siano destinati a crescere con il tempo. Soprattutto se, a livello amministrativo, saranno superati dei limiti che attualmente sono presenti solo in Italia.
A cosa si riferisce?
L’Italia è l’unico paese europeo che non equipara il brevetto di istruttore subacqueo ad una laurea. Nel corso della visita del ministro Musumeci al nostro Istituto abbiamo fatto presente questa anomalia. Se venisse sanata quella che oggi è una nicchia potrebbe conoscere un nuovo slancio e diventare molto più appetibile come vocazione professionale.