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La Cina porta la BRI in Peru

 


La recente conclusione dei negoziati sull’accordo di libero scambio tra Hong Kong e Perù rilancia il ruolo di gateway preferenziale del paese per le iniziative della BRI destinate al Sud America. L’intesa riguarda il commercio di beni e servizi, investimenti, proprietà intellettuale e altre aree correlate, rafforzando ulteriormente le relazioni tra le due economie. Con Hong Kong, forte di un interscambio con l’America Latina di oltre 5 miliardi di dollari, che vuole valorizzare la sua posizione di trampolino di lancio per migliorare l’approvvigionamento, il finanziamento e la gestione della supply chain tra le aziende asiatiche e peruviane. 

A confermare la rilevanza del paese andino nella strategia complessiva della BRI in questo quadrante del Pacifico l’andamento dei fondamentali economici nell’ultimo periodo e l’avvio da parte del governo di Lima di un importante piano di adeguamento delle sue infrastrutture portuali. Il commercio totale del Perù ha registrato un importante balzo nel post-pandemia, passando da 87,5 miliardi di dollari nel 2019 a 116,5 miliardi di dollari nel 2023, con un forte sbilanciamento nei confronti dei mercati asiatici (oltre il 40% dei traffici totali negli ultimi cinque anni), come rivelato da un approfondimento di HKTDC Reseach. 
 
A fronte di questa effervescenza economica, come si accennava, è cresciuta anche la necessità di adeguare gli assetti logistici, con il governo di Lima che sta cercando risorse per espandere in particolare i porti di Callao e per sviluppare il nuovo scalo di Chancay, al fine di rafforzare l’efficienza del sistema nelle dinamiche commerciali globali. 

A soli 14 chilometri dalla capitale, Callao gestisce attualmente oltre l’80% del traffico container del paese essendo il secondo più importante della regione, dopo Cartagena in Colombia. Lo scorso giugno DP World ha completato un progetto di espansione da 400 milioni di dollari estendendo il molo Bicentennial da 650 m a 1.050 m, rendendo Callao uno dei pochi porti del Sud America a poter ospitare tre navi (o due mega-navi) contemporaneamente. La capacità dello scalo è aumentata da 1,5 milioni di TEU all'anno a 2,7 milioni di TEU, con piazzale per un totale di 40 ettari. Oltre all’estensione del molo e alla movimentazione dei container, il progetto prevede importanti interventi sotto l’aspetto ambientale: 20 veicoli per il trasporto interno e 15 nuove gru full electric che puntano a ridurre l’impronta di carbonio del porto di 2.145 tonnellate di CO2 equivalenti all’anno. 

Ma il Perù, paese tradizionalmente ricco di minerali (rame, minerale di ferro, zinco e altre materie prime), assumerà un ruolo sempre più importante nella nuova congiuntura economica, dominata dall’attività mineraria di terre più o meno nobili. Ed è esattamente in quest’ottica che si inscrive il progetto per il nuovo porto di Chancay nell’ambito della BRI (non è un caso che nella prima metà del 2024, il commercio totale della Cina ha raggiunto i 20,1 miliardi di dollari, vicinissimo al valore commerciale totale di 23,7 miliardi di dollari per l'intero 2019). 

Lo scalo si trova a 70 km a nord di Lima e il suo progetto è stato concepito ed è in via di realizzazione da parte dell’impresa statale COSCO Shipping e della società mineraria peruviana locale Volcan Compañía Minera. Commissionata nel 2019, la fase iniziale prevedeva lo sviluppo di un’area di 141 ettari, inclusa la costruzione di 4 attracchi (sui 15 previsti) e la costruzione di uno svincolo stradale di accesso dall’autostrada Panamericana. L’investimento di questa fase iniziale è stato di 1,3 miliardi di dollari per una spesa totale di 3,6 miliardi. La timeline per la consegna dei lavori è fissata al prossimo novembre in un progetto complessivo che Chancay come infrastruttura polivalente per container, merci varie, merci alla rinfusa non minerali e merci rotabili. L’obiettivo del mega-intervento è fare di Chancay l’infrastruttura marittima chiave sulla costa del Pacifico in Sud America e l’hub di trasbordo per le merci dalla Cina al Cile, alla Colombia, all’Ecuador e persino al Brasile. Il porto non solo allevierà la pressione su Callao, ma sarà in grado di ospitare navi portacontainer ultra large (ULCV) con una capacità di 18.000 TEU. Chancay sarà anche un porto “smart”, destinato a operare con tecnologie digitali all’avanguardia. Si prevede che ridurrà i tempi dell’attuale trasporto merci via mare tra Perù e Cina da 35 a 23 giorni e allo stesso tempo ridurrà i costi di trasporto del 30%. 

Le autorità peruviane guardano anche allo sviluppo industriale. Ecco che con lo sviluppo della logistica arriverà anche un parco industriale (AIP) per diversificare la base economica dalle esportazioni di materie prime. L’Agenzia per la promozione degli investimenti privati (PROINVERSIÓN) ha indetto una gara pubblica per il progetto AIP di Ancòn già nel 2021. L'investimento stimato è di 762 milioni di dollari e il parco coprirà un’area di circa 1.338 ettari, di cui 715 ettari sono destinati alla zona industriale, al parco commerciale e al centro logistico. Il progetto sarà implementato in tre fasi in un periodo di 16 anni. Attualmente, la gara pubblica è nella fase di prequalificazione degli offerenti e l’apertura delle offerte è prevista per il prossimo dicembre. La caratteristica di Ancòn è di trovarsi a metà strada tra Chancay e Callao (rispettivamente 39 e 40 chilometri), ad una distanza di 33 chilometri dall’aeroporto Jorge Chávez che insieme a Callao rappresenta il principale polo logistico dell’area andina. Collegato con le autostrade Panamericana e Nestor Gambetta, migliorerà il consolidamento di un unico corridoio logistico Lima - Porto di Callao - Parco industriale di Ancón - Porto di Chancay. 

L'obiettivo dell’AIP è risolvere la carenza di infrastrutture e servizi industriali per lo sviluppo delle attività manifatturiere in Perù. Secondo HKTD Resaearch “l’espansione del porto di Callao e la nuova costruzione del porto di Chancay miglioreranno la capacità e l’efficienza logistica del Perù” rafforzando il commercio internazionale del Perù e consolidando il collegamento tra America Latina e Asia. “A lungo termine, la creazione del parco industriale di Ancón promuoverà le attività industriali in Perù e aiuterà il paese a diversificare le sue attività economiche dalla produzione di materie prime alle industrie manifatturiere come tessili, alimenti trasformati, fertilizzanti e prodotti chimici”. 
 
Nel corso degli ultimi anni la penetrazione della Cina in Sud America attraverso i progetti della BRI è particolarmente cresciuta. Fatta eccezioni per i progetti più fantasiosi e controversi (tale lo scavo di un “concorrente” del Canale di Panama in Nicaragua, progetto poi abortito) infrastrutture, energia, telecomunicazioni e finanza sono i principali ambiti in cui sono stati siglati gli accordi. A livello infrastrutturale, oltre le iniziative in Perù, sono da segnalare l’espansione del porto di Buenos Aires in Argentina, di Valparaiso in Cile e l’interesse sempre alto per l’adeguamento del sistema portuale del Brasile. In tutti questi paesi la BRI ha portata anche ad innumerevoli accordi per la realizzazione di progetti ferroviari, anche nell’alta capacità
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