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Italia, ponte geopolitico con l'Africa?

 


Con l’obbiettivo di rilanciare la cooperazione tra l’Unione Europea e l'Africa, in particolare nei settori dell'energia e degli investimenti per lo sviluppo, si è tenuto a Roma l’incontro “L’Italia, ponte geopolitico fra Europa e Stati Africani” che ha visto ambasciatori, ministri, segretari e rappresentanti istituzionali di numerosi Stati africani confrontarsi con le istituzioni italiane e i rappresentanti di alcune delle principali aziende del nostro Paese. 

Tra i numerosi interventi istituzionali l’Ambasciatore del Regno del Marocco presso l’Italia e Rappresentante permanente presso le agenzie Onu a Roma, Youssef Balla, ha sottolineato la valenza del Piano Mattei per il paese Nord Africano. “Il Marocco è stato riconosciuto come prioritario nel Piano Mattei in materia di energie rinnovabili e, in effetti, è già leader nel mondo in questo settore: oggi produciamo il 42% dell’elettricità grazie alle rinnovabili e arriveremo al 52% nel 2030. Ma puntiamo anche ad altri tipi di energie, come l'idrogeno verde. Il nostro Paese è una grande promessa per l'energia verde perché può arrivare a coprire anche il 4% della produzione mondiale”. 

Sulla stessa lunghezza d’onda Mahmud T. Kombo, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Unita della Tanzania, paese recentemente visitato da una delegazione italiana. “Credo che, in vista di quanto l’Italia ha proposto all’Africa per il Piano Mattei, la Tanzania possa essere un buon modello. Quando abbiamo avuto in Tanzania la rappresentanza italiana per il Piano Mattei, io ero ambasciatore. Insieme, abbiamo identificato cinque settori chiave in cui i due Paesi avrebbero potuto lavorare insieme. Questi sono: il settore agroalimentare, quello dei minerali, il turismo, l’import/export e, infine, l'educazione e il training sulla costruzione e la guida di pmi di successo. L’Italia ha mostrato al mondo come fare, la Tanzania può replicare questo modello”. 

“Siamo qui per consolidare il legame tra l’Africa e l’Italia, in modo particolare nel campo dell’energia,” ha detto Elizabeth Paula Napeyok, Ambasciatrice della Repubblica dell’Uganda e Vice Decano del Gruppo degli Ambasciatori africani in Italia. “Il nostro intento è quello di rafforzare una partnership essenziale, una collaborazione che ha fondamenta solide e promettenti, di cui la partnership energetica rappresenta la massima espressione. Non si tratta solo di dare una risposta alle crescenti esigenze energetiche dei due Stati, ma di farlo promuovendo uno sviluppo sostenibile”. E ha aggiunto: “L'’Africa, con le sue abbondanti risorse naturali, offre un potenziale immenso per la produzione di energia rinnovabile in Italia, un Paese che con il suo know-how e le sue tecnologie avanzate, riveste un ruolo fondamentale nel sostenere il nostro impegno per sfruttare le risorse in maniera sostenibile ed efficace”. 

A supporto i numeri su cui una rinnovata collaborazione tra le due sponde del Mediterraneo potrà contare nei prossimi anni. “L’Europa per investimenti pubblici è il partner principale dell’Africa.” ha ricordato Fabrizio Spada, responsabile relazioni pubbliche dell’ufficio del Parlamento europeo. “Investiremo nei prossimi anni 150 miliardi e naturalmente a questi si aggiungono tutti gli investimenti delle imprese private che sono estremamente importanti. Si sta evolvendo il rapporto fra Unione Europea e Africa in maniera molto positiva, sta diventando un partenariato in cui viene sottolineata anche la dimensione sociale, energetica, la cooperazione allo sviluppo e questo deve tenere conto anche delle evoluzioni demografiche che ci saranno nei prossimi decenni: oggi nell'Unione Europea ci sono 450 milioni di persone, in Africa 1 miliardo e 300 milioni di persone, se l'attuale trend demografico continuerà, nel 2100 viene calcolato che l'Unione Europea avrà diminuito leggermente i propri abitanti - saremo 420 milioni - mentre l'Africa avrà più di 4 miliardi di persone e, naturalmente, diventerà un partner sempre più importante per l’UE. Il Piano Mattei secondo me si sposerà molto bene con i fondi comunitari che vengono erogati già attualmente”.
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