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AGOSTO 2024 PAG. 66 - LIBRI

 

LIBTI


L’era post-americana, G. Folloni. Guerini e Associati

Occidente. Una parte del mondo oggi in forte crisi di pensiero e d’identità: popolazione anziana, denatalità, l’economia sempre più in affanno produttivo, la finanza in bilico tra crisi ritornanti, l’infelice felicità contemporanea sono segnali inequivoci. Le sue democrazie arrancano verso forme oligarchiche. L’Occidente si arrocca. Un tempo liberale e aperto al mondo, si riscopre xenofobo. Costruisce muri. Rafforza e dispiega in guerre la sua tecnologia militare per esorcizzare la paura di perdere il ruolo e il primato un tempo conquistati. Con ostilità vede crescere nazioni e popoli un tempo da lui dipendenti, ex colonie, economie arretrate e sussidiarie. Che cos’è oggi e dove va l’Occidente? E che ne è dell’Europa? Criteri per uscire dalla prospettiva di un futuro regressivo. “Non sono le guerre a generare la crisi. Al contrario. Come Occidente, gli USA in primis, dispieghiamo la tecnologia militare per esorcizzare la paura di perdere il ruolo e il primato un tempo conquistati. Con ostilità vediamo crescere nazioni e popoli un tempo dipendenti, ex colonie, economie arretrate e sussidiarie. Che cos’è oggi, e dove va, l’Occidente nel quale sono cresciuto?”

 

Storia e filosofia della geopolitica, G. De Ruvo. Carrocci

Negli ultimi anni, la geopolitica è tornata al centro del dibattito pubblico. Ma che cos’è? Quando è nata? Come si è sviluppata? Attraverso i testi di autori come Mahan, Ratzel, Haushofer, Kennan e Kissinger, questa antologia guida il lettore in un percorso storico che dalla geografia politica arriva alla geopolitica del cyberspazio e dell’intelligenza artificiale per chiarire natura, metodi e obiettivi del pensiero strategico. Il volume si divide in due parti: una storico-concettuale, in cui si illustra l’evoluzione della geopolitica come disciplina, e una più pratica, in cui si mostra come tale pensiero venga oggi applicato. Ne emerge un’immagine nuova della geopolitica: lungi dall’essere equiparabile al militarismo, infatti, essa deve essere intesa come una forma di intelligenza pratica che, pur avendo a che fare con dinamiche di potere, cerca sempre di porsi il problema dell’ordine.

 

Molto più di un mercato, E. Letta. Il Mulino

“Siamo stati fortunati a nascere in Europa nel secolo giusto e dobbiamo fare di tutto per non sprecare il destino che abbiamo ricevuto in eredità. Questo libro è un inno all’Europa e una chiamata all’azione per essere degni della sua grandezza”. Otto mesi di viaggio nei 27 paesi europei, 65 città e 400 incontri. Incaricato dal Consiglio UE e dalla Commissione di preparare il piano di rilancio dell’integrazione economica, Enrico Letta ha attraversato l’Europa incontrando rappresentanti dei governi nazionali, delle istituzioni, della società civile, delle università, dei think tank. Questo libro è un lungo viaggio da Tallinn a Bilbao, da Liegi ad Atene volto non solo a costruire il «Rapporto sul futuro del Mercato Unico Europeo» ma anche a raccontare le idee al cuore dell’integrazione. Proposte operative per gestire con efficacia gli snodi cruciali di questo passaggio d'epoca: dalla transizione verde alla minaccia alla democrazia europea e alla pace. Fino al potenziale rivoluzionario quinta libertà, quella dell’innovazione e della conoscenza. Un racconto arricchito di storie e foto di viaggio per conoscere bene l’Europa di oggi e costruire meglio quella di domani.

 

SUD/NORD, E. Ivetic. Il Mulino

La frontiera globale attraversa il Mediterraneo, separa mondi vicini che si allontanano, l’Occidente dal non Occidente. È la sintesi del nostro tempo. Il contrasto tra il Sud e il Nord sta segnando la nostra storia, il nostro presente. Oggi il contatto diretto Sud/Nord avviene su scala globale in due luoghi del mondo: lungo la frontiera che separa il Messico dagli Stati Uniti e nel Mediterraneo. Il mare, che per secoli è stato uno spazio d’incontro e confronto, vede fronteggiarsi un’Europa chiusa in se stessa e un Sud globale in forte trasformazione, ma fragile proprio sulle coste mediterranee. Se la frontiera può richiamare l’idea di apertura al futuro e all’ignoto, nel Mediterraneo essa è l’opposto, e cioè limite, chiusura, difesa. L’attrito tra le parti ha aperto un tragico solco, una ferita. Possiamo pensare di ricucirla?


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