AGOSTO 2024 PAG. 60 - Il progetto “Fiera di Salerno” Gli obiettivi di Historia Salerni
Il Mar Mediterraneo è stato ed è la principale risorsa per le città portuali quale veicolo di scambi continui di culture, genti e differenti know how nonché elemento identitario fondato sul trait d’union tra cultura urbana e cultura marittima.
Le città di mare hanno svolto una funzione determinante nella fondazione e nello sviluppo di numerose comunità limitrofe sia sulla costa che nell’entroterra e le infrastrutture portuali hanno risposto alle esigenze mercantili di una proiezione internazionale che trova sfogo nella blueeconomy.
La storia della città di Salerno evidenzia un indissolubile legame etnoantropologico, culturale ed economico (commercio, pesca, turismo) tra il tessuto urbano ed il suo porto.
Il suo porto, inserito nel circuito dello Short Sea Shipping Reti TEN-T - Corridoio Scandinavia - Malta, ed eccellenza menzionata dall’UNCTAD, continua ad essere la “porta” della città verso il Mondo.
Il 28 giugno scorso la Fondazione Scuola Medica Salernitana, presieduta dal Dott. Enrico Indelli, mi ha affidato l’incarico di attuare il progetto “Historia Salerni - La Fiera di San Matteo” con l’obiettivo di realizzare un nuovo approccio identitario a questa dimensione internazionale oramai consolidata.
Le operazioni di recupero del waterfront, la crescita del porto, il decentramento delle attività portuali, il traffico crocieristico, l’intermodalità di persone e merci sono tutte azioni di un processo articolato che deve avere una pianificazione organica con programmi condivisi di sviluppo economico, sociale ed ambientale, di medio e lungo termine.
L’ambizioso progetto che trova le sue radici storiche nel 1259, anno in cui il medico di Corte e Cancelliere del Regno di Sicilia Giovanni Da Procida, uomo politico di grande acume e potere, riesce ad ottenere da Re Manfredi di Svevia il privilegio della fiera e nel 1260 l’ampliamento del porto.
Attirando mercanti da Genova, Milano Venezia, Roma e Firenze in Italia, da Londra, Bruges, Barcellona e Marsiglia dall’Europa nonché dalle esotiche località del Nord Africa e Levante l’evento rese il capoluogo del Principato Citra emporio tra i più importanti del Mezzogiorno grazie alla dimensione mediterranea dei traffici marittimi che interessavano il porto.
La città era metà anche di enormi flussi di pellegrini, attratti dalle reliquie di San Matteo. Gli Angioini e gli Aragonesi la ampliarono perché compresero l’importanza di questa manifestazione che diventò l’evento fieristico-campionario più importante del Mezzogiorno d’Italia. La Fiera, nelle novelle del Boccaccio, del Basile e di Masuccio Salernitano, insieme al Castello e alla Scuola Medica Salernitana era uno dei simboli della città e si svolse, fino ai primi dell’Ottocento nella zona che oggi corrisponde ai dintorni di Piazza San Francesco fuori dalle mura della città, lì dove c’era una chiesa denominata di San Lorenzo de Strada.
Manfredi dispose si svolgesse negli otto giorni precedenti alla festività di San Matteo e Ferrante d’Aragona ne dispose un’altra sessione a maggio in corrispondenza della ricorrenza della traslazione del Santo Patrono. La Fiera era zona franca ossia esente dal pagamento di dazi doganali, circostanza che ricorda gli obiettivi dell’attuale ZES Unica. I mercanti stranieri compravano spezie, olio, grano prodotti tessili e agricoli ed anche schiavi africani.
L’evento, che comprenderà rievocazioni, convegni, workshop e gemellaggi internazionali, è anche un modo per far conoscere la storia di una città crogiuolo di traffici, le eccellenze che vendevano i nostri mercanti, ai turisti che nel mese di settembre ancora arrivano con le navi da crociera nel nostro porto attraverso una forma di turismo esperienziale.
Ma oltre al turismo c’è la possibilità di creare un laboratorio permanente di idee sui temi dell’identità culturale, dell’economia marittima e della mediterraneità come fenomeno di internazionalizzazione di idee, saperi, sapori e mercati.
Salerno è stata, è, e sarà sempre la città dei mercanti, per la presenza del porto e di un cluster marittimo e portuale determinante a livello occupazionale e per la vita economica della città.
Avv. Alfonso Mignone