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LUGLIO 2024 PAG. 40 - L’Armamento crede nel ruolo degli ITS per la formazione

 

L’Armamento crede nel ruolo degli ITS per la formazione

Nel nuovo consiglio di amministrazione dell’ITS Academy di Catania Tiziano Minuti, HR Gruppo Caronte & Tourist e vice presidente del Gruppo Tecnico Risorse Umane e Relazioni Industriali di Confitarma, ricopre il ruolo (vicepresidente) di rappresentante delle compagnie marittime. «Abbiamo creduto fin da subito nel ruolo e nelle potenzialità del livello di formazione offerto da questo tipo di istituto, tanto da esserne tra i soci fondatori. E non ci siamo pentiti della scelta, considerato che proprio dagli ITS potrebbe arrivare parte della soluzione alla scarsità di personale marittimo che tutto lo shipping italiano sta soffrendo. A confermarlo l’alta professionalizzazione raggiunta da chi frequenta i corsi e la quasi piena occupazione a un anno dal conseguimento del diploma. Bisogna continuare su questa strada e lavorare per far conoscere meglio ai giovani le grandi opportunità che questo tipo di percorso riesce a garantire».  

Cosa rende così peculiare questo segmento del mondo formativo?

Al di la di tutto c’è una preparazione puntuale e concreta al mercato del lavoro che garantisce la qualità che un’attività come lo shipping richiede, a tutti i livelli. Un percorso che, soprattutto, funziona nelle due direzioni: permette ai ragazzi di conoscere dal vivo tutti gli aspetti della carriera marittima e alle aziende di confrontarsi con il talento e le eccellenze, spesso inespresse, dei loro futuri dipendenti. 

Come è impegnato concretamente il Gruppo Caronte & Tourist nello svolgimento dei corsi?

Di norma abbiamo sempre due allievi imbarcati, si tratti di lavoro di macchina o di coperta, anche laddove non sarebbe previsto dagli accordi con l’Academy. L’obiettivo, infatti, è contribuire a sviluppare quella che nel gergo calcistico spagnolo è definita la “cantera”. Ovvero il vivaio da cui attingere i futuri talenti. Ma questa impostazione non vale solo per personale navigante. Ci sono tutte le attività ancillari che si svolgono a terra su cui pure poniamo la massima attenzione. Non bisogna dimenticare che la nave è un oggetto che ha bisogno di cure e manutenzione. Gli altri corsi dell’ITS, compresi quelli sulla logistica, offrono tante opportunità per rispondere alle esigenze di una compagnia come la nostra. 

Sufficiente a risolvere le vostre necessità?  

A fronte di una qualità formativa assoluta e di risultati più che positivi, guardiamo anche in altre direzioni. La carenza di personale è generalizzata e, specie nei momenti di picchi della domanda, come nella stagione estiva, ci dobbiamo confrontare con una serie di criticità. Da qui le iniziative di reclutamento di nuovi marittimi attraverso il sostegno a borse di studio, premialità varie, compresi gli annunci e gli interpelli interni al personale già imbarcato. Combattiamo con tutti i mezzi a disposizione quello che è un calo della “vocazione” marittima. 

Quali sono i rischi per l’armamento?      

Non si tratta solo del rischio concreto di non poter far navigare le navi. Purtroppo la rincorsa ai marittimi sta alimentando una crescita salariale che sul lungo termine rischia di avere effetti deleteri. Il rischio è che scoppi la bolla con ripercussioni pesanti su tutto il sistema marittimo. Questo perché il problema va affrontato con una logica strutturale. È il cuneo fiscale il punto su cui intervenire. Un minore costo del lavoro significa possibilità di un salario maggiore, senza pesare eccessivamente sui bilanci delle compagnie, e dunque, maggiore attrattività per la carriera lavorativa da svolgere sul mare.    

Come giudica il “bonus formazione”?

È una buona iniziativa che, peraltro, ricalca una misura analoga negli anni novanta, tempi dove c’era da parte dei giovani forse una maggior “vocazione” e voglia di sperimentare. Personalmente penso che sia positiva ma non determinante. Almeno fino a quando non cambierà la percezione della “vita da imbarcato”. Faccio un esempio: prima dei programmi televisivi dedicati in pochi trovavano affascinante il mestiere di cuoco. Ecco, serve una svolta in termini di percezione positiva, anche per il lavoro sul mare.

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