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LUGLIO 2024 PAG. 19 - Sicilia, hub di flussi marittimi o ostacolo da bypassare?

 

Sicilia, hub di flussi marittimi o ostacolo da bypassare?

«Il mondo past-pandemia ha restituito al Mediterraneo una centralità differente da quella precedente. Sono i paesi del suo bacino ad alimentare una sostanziale crescita dei traffici e questo pone all’Italia e alla Sicilia, in particolare, una sfida cruciale: in che modo sfruttare le nuove opportunità che si stanno aprendo?». Mauro Nicosia, presidente di Confetra Sicilia, analizza con PORTO&interporto il nuovo quadro geo-economico che caratterizzerà nei prossimi anni il “mare nostrum”. E tratteggia alcune proposte di intervento. 

Come sta cambiando il ruolo del Mediterraneo?  

La centralità dell’era della globalizzazione galoppante ha mutato forma. Prima il Mediterraneo era il luogo di transito di enormi flussi di merci sulla direttrice est-ovest che passavano davanti alle coste della penisola per dirigersi oltre Gibilterra. Una situazione che imponeva soluzioni infrastrutturali improntate ad intercettare la fetta maggiore di traffici non destinati direttamente all’Italia. Oggi, per una serie molteplice e complessa di fattori registriamo un rallentamento della spinta alla mondializzazione dell’economia. Si registra un accorciamento delle supply chain: fenomeni come il reshoring o il nearshoring stanno investendo l’area MENA, destinata a diventare un importante riferimento a livello produttivo. Allo stesso tempo l’Africa sta crescendo a ritmi sostenuti. Di fatto la crescita dei traffici è prodotta dai paesi che si affacciano direttamente sul bacino. 

E questo pone all’Italia una sfida importante… 

Detta brutalmente: dobbiamo scegliere se diventare hub di distribuzione di questi flussi merceologici o essere considerati un semplice ostacolo da evitare lungo le rotte che alimenteranno i mercati dell’Ue. Per avverare la prima opzione sarà necessario comprendere quali interventi di potenziamento infrastrutturale portare avanti, a partire dal Mezzogiorno, che in questo nuovo quadro funge da prima linea. Per la Sicilia, in particolare questo significa potenziare tutte le catene del trasporto, dalle linee ferroviarie ad alta capacità ad una valutazione seria sull’opportunità di un collegamento tra l’isola e il continente. Senza dimenticare il fattore centrale rappresentato dallo sviluppo dei processi di digitalizzazione, sempre più necessari per far dialogare i punti nodali del sistema logistico. 

Quale ruolo giocherà Confetra Sicilia in questa sfida?

L’interlocuzione con il sistema istituzionale diventa ancora più importante. Bisognerà affrontare scelte strategiche e farlo in modo veloce ed efficiente. La merce, oramai dovrebbe essere chiaro, non ammette rallentamenti. Continueremo quindi nella nostra attività di raccordo, mettendo a disposizione competenza e conoscenza della materia. Sotto questo aspetto, punteremo a sollecitare una riflessione profonda sull’opportunità rappresentata dalle ZES, recentemente sottoposte ad una rivisitazione in senso centralistico che rischia di far perdere smalto ad un’iniziativa che stava cominciando a funzionare.   

Cosa non la convince al riguardo?

L’obiettivo di non disperdere le risorse e di dare una visione strategica coerente in sé è condivisibile. Con il nuovo assetto però si perde l’esperienza accumulata a livello territoriale. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di lanciare una proposta per l’istituzione di commissioni a livello regionale. Spazi di interlocuzione in cui far incontrare politica locale, associazioni di categorie, imprese per ottenere il massimo possibile dallo strumento ZES. 

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