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LUGLIO 2024 PAG. 14 - Assiterminal ruolo di sintesi e camera di compensazione

 

Assiterminal ruolo di sintesi e camera di compensazione

«La capacità di rappresentare gli interessi diffusi di una categoria composita, a prescindere dagli interessi di business, spesso in naturale competizione tra di loro, dalle compagini azionarie, dalle dimensioni o dalle collocazioni territoriali». Le parole del neopresidente di Assiterminal, Tomaso Cognolato, restituiscono il fil rouge dell’assemblea pubblica di un’associazione che oggi rappresenta 88 aziende in 32 porti. In un contesto in cui cambiano i connotati della rappresentanza, sottoposta alle torsioni delle polarizzazioni economiche e politiche, Assiterminal ribadisce, anche in quest’occasione, la sua funzione di camera di compensazione di legittimi e diversificati interessi. «La dialettica, quando si è capaci, insieme, di fare sintesi è un valore che aiuta a crescere, a creare contenuti, a essere credibili, a essere partner di altri mondi associativi, delle amministrazioni, della politica e del governo». 

Sette i temi su cui si è incentrato l’intervento di Cognolato (porti centro della blue economy, lavoro, sicurezza, governance, transizione ecologica e digitale, territori ed Europa) a riprova di una ricchezza e articolazione di campi che trovano giustificazione nei numeri di Assiterminal: quasi 5mila lavoratori, circa il 70% del mercato container movimentato nei porti gateway, il 90 % del traffico crocieristico e dell’import-export dell’automotive, l’80% dei traffici break bulk e più del 50% di quello delle Autostrade del mare e dei RoRo in generale, oltre agli operatori del settore rinfuse liquide (dai depositi petroliferi a quelli di oli vegetali).  

Le proposte emerse nel corso dell’assemblea hanno evidenziato l’importanza strategica dei porti, attraverso normative e supporto governativo adeguati che riconoscano il loro contributo sostanziale al PIL nazionale. 

A partire da questo dato diventa dunque fondamentale garantire condizioni di lavoro sicure e regolari, accompagnate da formazione, welfare e ricambio generazionale nel settore portuale. 

«I porti e lo shipping sono gli unici due settori in cui lo Stato (attraverso le Autorità di sistema e le Capitanerie, ciascuno per il proprio ambito) assicura insieme alle imprese la regolarità dei rapporti di lavoro: di questo dobbiamo essere orgogliosi e valorizzare la nostra specificità. L’efficienza delle imprese si fonda sulla loro capacità di investire sulle donne e sugli uomini che ne fanno parte: formazione, equità, valorizzazione delle diversità, welfare, corrette relazioni sindacali, engagement sul territorio, ma anche misure idonee per accompagnare il ricambio generazionale e accogliere i giovani: tutti valori e presupposti che condividiamo e promuoviamo quotidianamente».

La sicurezza deve diventare un criterio chiave per l’assegnazione delle concessioni e autorizzazioni portuali in un ambito di governance in cui mantenere la centralità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) è essenziale per assicurare un quadro normativo chiaro e una governance che snellisca le procedure nei porti.

Una centralità ministeriale che deve guidare anche la transizione ecologica e digitale, utilizzando i fondi derivanti dal regime di tassazione ETS per investimenti in infrastrutture e nuovi equipaggiamenti per le imprese portuali. Inoltre, le aziende dovrebbero avere la possibilità di consorziarsi per l’autoproduzione di energia rinnovabile sotto la guida delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP). È cruciale ricostruire il legame tra porti e città attraverso la riqualificazione delle aree comuni, migliorando la comunicazione e integrazione tra porto e territori per uno sviluppo sostenibile del trasporto di merci e passeggeri.

«Quasi tutte le realtà portuali del nostro Paese nascono, vivono e si sviluppano insieme alle città. È un rapporto intrinseco, che fa parte della nostra storia, delle nostre radici. Questo legame, questa connessione, si erano persi e dobbiamo ricostruirli. Molte città portuali vivono del lavoro nei porti, attraverso le molteplici professionalità che li animano. Il turismo delle crociere vive di relazioni contrastanti, e l’impatto dei traffici in e out, nonché la stessa operatività portuale, spesso sono subite negativamente dalla collettività. Contraddizioni che vanno affrontate, così come in molti porti sta avvenendo grazie alla sensibilità di imprese e AdSP che operano in condivisione nella riqualificazione di aree comuni (water front), ma anche con grande capacità di comunicare il valore del porto città (o viceversa), cogliendo le opportunità che ci offrono le transizioni che stiamo affrontando. Uno sviluppo sostenibile del trasporto di merci e passeggeri (crociere e traghetti) passa anche attraverso nuove modalità di comunicazione e integrazione». 

Infine, l’Europa cui si chiede di adottare una visione più aperta e globale del sistema dei trasporti, investendo nel Mediterraneo per promuovere lo sviluppo marittimo-portuale. 

«Queste misure sono fondamentali per rafforzare la competitività e la sostenibilità del settore portuale italiano nel contesto internazionale».

Momento centrale dell’Assemblea, il confronto con i Capi di Gabinetto dei principali Ministeri interessati a partire dal documento Rapporti, frutto del lavoro di condivisione di Assiterminal con 20 associazioni del Cluster marittimo intorno ai temi ESG, introdotto dal Direttore Alessandro Ferrari.

Sono intervenuti Maria Teresa Di Matteo (MIT), Fabio Tancredi (MASE), Massimiliano Maurizi (MIMIT), Fabrizio D’Alessandri (MIN Mare). Il Vice Ministro Rixi ha rilanciato la necessità di “un tagliando” alla legge sulla portualità anticipando che il tema sarà oggetto del prossimo CIPOM del 25 luglio. Ha sottolineato la necessità di rivedere la capacità realizzativa dell’implementazione del tessuto infrastrutturale del Paese, portando al “centro” la visione strategica e lasciando alla periferia il raccordo con il territorio.

Dopo la presentazione del manifesto di Feport per la prossima legislatura comunitaria presentato dalla DG Lamia Kerdjoudi-Belkaid, la chiusura è stata affidata a Zeno D’Agostino, Presidente ESPO, che ha contribuito ad alzare lo sguardo su un futuro di portualità multitasking che va oltre le metriche merceologiche.

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