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GIUGNO 2024 PAG. 62 - L’UpM e gli Stati generali sul Mediterraneo

 

L’UpM e gli Stati generali sul Mediterraneo

L’Unione per il Mediterraneo (UpM) ha riunito a Istanbul numerosi funzionari pubblici, rappresentanti del settore privato, persone della società civile e scienziati, per affrontare in modo congiunto la triplice crisi - climatica, energetica e ambientale - che minaccia la regione. L’iniziativa ha portato all’istituzione, all’interno dell’Unione, del gruppo di lavoro su gas, riduzione delle emissioni e idrogeno formato da politici, manager, esponenti del settore energetico e finanziario. Le attività sono state utili anche per lanciare una nuova iniziativa: la Med Alliance of Think Tank on Climate Change (Mattcc), un’alleanza dei Think tank mediterranei sul clima coordinati dall’organizzazione marocchina Initiative for climate and development, la Ong turca Sefia e dal Centro studi italiano Ecco. Le iniziative, i workshop e le attività della nuova Med Alliance of Think Tank on Climate Change mirano a contribuire alla costruzione di nuove opportunità progettuali per l’alleanza, assicurando una corretta visione comune degli obiettivi da sviluppare e da raggiungere. Il primo passo sarà quello di rendere operative le strutture di lavoro dell’Alleanza, centrando l’attenzione sulle tematiche chiave del Mediterraneo e facendo interagire vari esperti provenienti da numerose realtà geografiche. L’economista Afaf Zakik ha posto l’attenzione sull’importanza di sviluppare i “mezzi di attuazione del piano: finanza, cooperazione e trasferimento tecnologico”, rilanciando la cooperazione e la presentazione delle attività dell’Alleanza con l’Unione Africana. 

Una visione geopolitica estremamente interessante che consegna alle organizzazioni internazionali e all’Unione Africana un protagonismo importante nell’affrontare le problematiche del Mediterraneo, sviluppando nuove opportunità e iniziative progettuali. Tematiche al centro dell’agenda politica del continente africano. 

Nel corso dell’anno 2022, i leader africani ed europei hanno concordato una visione comune per un partenariato rinnovato. L’obiettivo del partenariato è conseguire la solidarietà, la sicurezza, la pace, uno sviluppo economico e una prosperità sostenibili e sostenuti per i cittadini dell’Unione africana e dell’Unione europea. Il partenariato con i Paesi africani e le organizzazioni regionali, compresa l’Unione africana sono priorità geostrategiche anche per i Paesi del G7 e del G20. Il partenariato G7-Africa è guidato dagli obiettivi dell’Agenda dell’Unione Africana, dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell’Accordo di Parigi. 

Il ragionamento su cui si poggia l’accelerazione dei processi politici dei grandi della terra è che le conseguenze dell’aggressione russa e il ricatto globale delle forniture alimentari e delle risorse energetiche hanno colpito molti Paesi vulnerabili, in particolare in Africa: la guerra della Russia si sta rivelando non solo una guerra contro l’Ucraina, ma contro i più poveri. 

Accanto a ciò il G7 distende le sue policies verso transizioni che definisce giuste ed ecologiche, ovvero verso emissioni nette pari a zero come fulcro dello sviluppo sostenibile, e come slancio al perseguimento degli obiettivi di crescita green. La tematica green è legata a quella economica, dal momento che ne riflette iniziative e risultati di medio-lungo periodo. Riuscire ad implementare nuove politiche bancarie ed economiche per l’Africa e il Mediterraneo consente di rilanciare un contributo importante in termini di promozione dello sviluppo sostenibile attraverso maggiori finanziamenti, consulenza e assistenza tecnica in particolare per i Paesi più poveri. Sviluppo e democrazia si rafforzano a vicenda e per questa ragione il G7 sottolinea l’importanza di elezioni libere ed eque per soddisfare le esigenze e le aspettative dei cittadini e per allontanare le interferenze del Cremlino che impattano in maniera destabilizzante non solo gli attori politici del Nord Africa, ma anche dell’Africa centrale e del Sahel.

Domenico Letizia

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