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GIUGNO 2024 PAG. 44 - Agente Marittimo, tramite tra la nave e la terraferma

 

Agente Marittimo, tramite tra la nave e la terraferma

«Il vero agente marittimo si vede quando c’è un problema. Il segreto del nostro lavoro sta nello spirito di servizio. In una capacità di mediare, usare il buon senso, che nessun sistema informatico potrà sostituire». Tore Plaisant, vicepresidente dell’Associazione degli Agenti Raccomandatari Marittimi della Sardegna, ha conosciuto i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato l’operatività del mestiere negli ultimi decenni. E conserva una convinzione: «L’aspetto umano, la capacità di guardarsi negli occhi per esercitare il caro vecchio buon senso, sarà necessaria anche in futuro». «Certo le funzioni dell’agente andranno a diversificarsi, ma il suo ruolo di 

Come vede, allora, il futuro dell’agente marittimo?  

Ribadisco la mia convinzione: il nostro ruolo consiste nel risolvere i problemi altrui. Nell’offrire un servizio che, considerando la complessità degli interessi in campo, quando si parla di trasporto navale, riguarda la collettività. Poi, certo, non si può non fare i conti con i cambiamenti. E sotto questo aspetto credo che il nostro destino sia quello di ampliare lo spettro operativo a tutti gli anelli della filiera logistica. Diventare, insomma, veri e propri consulenti dei vari operatori e delle grandi aziende che sono coinvolte nel mondo dei trasporti. 

In Sardegna c’è spazio per questa trasformazione?

Qualche segnale positivo c’è. La scelta di razionalizzare la parte cantieristica del porto canale di Cagliari, realizzando un’area che in prospettiva potrà offrire servizi per un settore come i grandi yatch, apre scenari interessanti. Con la crisi del comparto industriale la Sardegna ha bisogno di iniziative come questa, in grado di attirare investimenti esteri e creare cluster specializzati. È un processo che impiegherà un po’ di tempo per decollare ma va in una direzione giusta. 

Riguardo il presente, come è la situazione dei traffici? 

A dispetto del calo del comparto minerale e rinfuse, tradizionalmente trainante, c’è un aumento sostanziale dei prodotti petroliferi, dove il cambio del timone alla guida della raffineria Saras di Sarroch sta portando un nuovo dinamismo. Bene anche il traffico passeggeri e turistico, dove però il ruolo degli agenti è piuttosto marginale. 

La crisi del Mar Rosso sta impattando sull’operatività?

La scelta di molte compagnie di trasporto di bypassare Suez si traduce nell’arrivo di petroliere più grandi. Con la circumnavigazione dell’Africa stanno tornando in auge le ULCC che sempre più spesso attraccano a Sarroch. Per quanto riguarda invece il traffico container non si registrano grandi cambiamenti. L’isola fa ancora poco movimento e gli hub terminalistici di riferimento dell’area rimangono Tangermed e Gioia Tauro. Qualcosa si muove nei collegamenti con il Nord Africa, con il servizio di Maersk e Grendi verso la Tunisia e forse l’Algeria. Vedremo. Personalmente, sono dispiaciuto per l’occasione mancata di fare dell’isola il punto di rilancio per la carne proveniente dal Sud America verso il Nord Africa. Purtroppo l’obiettivo non è stato centrato. 

Qual è lo stato di salute degli agenti della Sardegna? 

La nostra associazione è in crescita, abbracciando la quasi totalità degli agenti operanti sul territorio. Strutturalmente presenta varie specializzazioni operative – il Ro-Ro a Olbia, il petrolifero a Sarroch, i cereali a Oristano, e via dicendo – ma c’è lo sforzo comune con le Capitanerie di semplificare i servizi. La nomina di due direttori marittimi – uno a Olbia, l’altro a Cagliari – insieme all’AdSP unica sta facilitando il lavoro. Ciò che conta è muoverci nell’interesse comune.

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