MAGGIO 2024 PAG. 26 - Love Boat eccellenza italiana per cura dell’ambiente marino
Nata nel 2017 l’azienda di servizi nautici Love Boat si è caratterizzata fin dal principio per un peculiare e innovativo interesse per l’ambiente. Tra le realtà che ha contribuito maggiormente alla diffusione della tecnologia Seabin, il cestino galleggiante proveniente dall’Australia in grado di raccogliere detriti e rifiuti dalle acque marine, la compagine guidata da Fabio Mazzitelli ha progressivamente allargato il proprio orizzonte operativo valorizzando la divisione interna dedicata all’importazione e allo sviluppo di tecnologie e prodotti innovativi per il settore della nautica.
Come si sviluppa l’attività di Love Boat?
Attiva nel settore dei pontili e delle piattaforme da lavoro nel segmento della nautica da diporto l’azienda, per mia propensione personale e filosofia imprenditoriale, ha sempre guardato con interesse alle nuove soluzioni e agli strumenti per la salvaguardia dell’ambiente negli specchi acque, le darsene e le marine che ne costituiscono il normale ambito operativo. Dopo la chiusura della linea produttiva del Seabin, di cui siamo stati il principale installatore a livello nazionale a partire dal 2018, ad esempio, abbiamo subito cercato uno sbocco alternativo, trovando un percorso altrettanto proficuo con un prodotto francese come il Collect Thor.
Di cosa si tratta?
Di base parliamo sempre di un raccoglitore di rifiuti marini che, però, si colloca su una fascia di prezzo e di ambito operativo più alta, potendo essere impiegato anche in determinate aree di porti commerciali. Ovviamente un prodotto del genere determina anche un cambio di soggetti con cui interfacciarsi. Dal semplice privato o al concessionario siamo passati all’interlocuzione con le istituzioni, partecipando a vari bandi, comunali e regionali. Un percorso che ha messo alla prova, positivamente, la nostra capacità di rispondere in modo flessibile ed efficiente alle diverse esigenze di mercato cui ci affacciamo. Ad oggi, ne abbiamo distribuito una trentina, principalmente in Puglia
Quali altre novità avete sviluppato?
Abbiamo brevettato e realizzato un modello modulare di battello elettrico, autoalimentato con pannelli elettrici, per la raccolta dei rifiuti. L’unità è anche dotata con le innovative panne in materiale poliuretanico, realizzate da un’azienda del bresciano (vedi PORTO&Interporto, marzo 2024) in grado di assorbire gli idrocarburi fino a 30 volte il proprio peso e riutilizzabili più volte. La scelta modulare, inoltre, ci permette di dimensionare il battello rispetto alle reali esigenze di utilizzo e di poterlo trasportare economicamente in ogni angolo del mondo.
Lo scorso novembre è cominciata anche la collaborazione con l’AdSP dello Stretto…
In effetti fa parte della evoluzione della Love Boat anche in società di servizi. In pratica, attraverso un sistema di telecamere monitoriamo l’accumulo di rifiuti all’interno degli specchi acquei e interveniamo, all’occorrenza, attraverso l’utilizzo dei droni acquatici Pixie, un prodotto olandese che importiamo con successo in Italia. Per motivi di sicurezza queste unità, anch’esse equipaggiate con panne per la raccolta di idrocarburi, vengono utilizzate nella fase di recupero dei rifiuti con radiocomando in remoto. Tra le novità di questo servizio l’elaborazione dei dati raccolti in funzione della previsione dei punti di accumulo, a seconda delle condizioni meteo, e l’utilizzo di sonde che permettono l’analisi dello stato delle acque.
Progetti per il futuro?
La divisione dedicata alla ricerca e all’innovazione sta crescendo, anche grazie ad una costante collaborazione con il sistema delle università che ci permette di avere un ruolo attivo anche nei bandi del PNRR. La Regione Liguria, ad esempio, ci ha selezionati nell’ambito dei un lavoro di analisi della fauna dei fondali all’interno del porto di Genova che durerà 18 mesi. Tra gli obiettivi futuri non limitarsi solo alla raccolta dei rifiuti ma, in un’ottica di economia circolare, concorrere a mettere a punto soluzioni per il loro riutilizzo. Sotto questo aspetto il prossimo step sarà quello di procedere all’analisi del materiale accumulato nella raccolta attraverso un laboratorio galleggiante.
Giovanni Grande