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APRILE 2024 PAG. 52 - Caccia alle risorse dei fondali marini: è tempo di decidere

 

Caccia alle risorse  dei fondali marini:  è tempo di decidere


A Kingston, in Giamaica, l’International Seabed Authority - ISA, il Consiglio dell’Autorità internazionale dei fondali marini delle Nazioni Unite, sta decidendo il futuro dei fondali marini. L’autorità internazionale gestisce, monitora e controlla tutte le attività relative all’esplorazione e allo sfruttamento delle risorse minerarie sui fondali marini. Nel corso degli ultimi decenni le innovazioni tecnologiche hanno implementato le capacità di esplorazione e di sfruttamento dei fondali marini e l’ISA si è impegnata nell’elaborazione e nella presentazione di un Regolamento sullo sfruttamento sottomarino. Il consiglio è stato chiamato, dal 18 al 29 marzo 2024, all’elaborazione del primo testo giuridico internazionale che consentirà la strada all’estrazione dai fondali oceanici di una serie di minerali che includono cobalto, nichel, manganese, platino e titanio. Questi minerali hanno soprattutto la forma di noduli polimetallici posati sul fondale, per i quali la tecnologia di estrazione è relativamente più semplice, poiché consiste essenzialmente in un’attività di dragaggio sul fondo del mare. Le Ong ambientaliste e le organizzazioni internazionali per la tutela degli Oceani sono allarmate e sconcertate. La questione più delicata riguarda la tutela e la protezione dell’ambiente marino. Il Gruppo di lavoro sull’ambiente dell’ISA ha discusso le varie opinioni e le innumerevoli idee sull’istituzione di un fondo di compensazione ambientale, sulle prime estrazioni sperimentali, le valutazioni di impatto ambientale e sui piani di gestione regionale di monitoraggio ambientale. La conoscenza scientifica degli ecosistemi dei fondali marini è ancora poco approfondita e numerosi Paesi sono contrari alle estrazioni. Il Presidente Macron, in occasione della COP27 di Sharm-el-Sheikh del 2022, ha chiesto l’adozione di un divieto totale delle attività minerarie sui fondali marini a cui si è aggiunta la Costa Rica che ha richiamato la comunità internazionale sulle scelte sostenibili da intraprendere nell’immediato futuro.  

Anche l’Italia ha il dovere di decidere che progettualità presentare. 

“Le prossime riunioni del Consiglio non saranno facili. Vanno ancora chiariti bene gli effetti del rumore sottomarino provocato dai macchinari da impiegare per l’estrazione dei minerali, le potenziali interferenze con le zone di pesca e soprattutto la perdita di fauna dovuta all’asportazione di strati del fondale”, ha recentemente commentato Daniele Bosio, Funzionario diplomatico e coordinatore per le questioni marittime della Farnesina. 

L’Autorità Internazionale dei Fondali Marini diverrà presto un nuovo palcoscenico geopolitico chiamato a decidere sul futuro economico dell’umanità e sulla tutela della biodiversità marina. Ad oggi, ben 25 stati hanno aderito all’appello per una moratoria o una pausa internazionale sull’estrazione mineraria in acque profonde. Tra le istituzioni e gli accademici emerge la necessità di proteggere l’oceano, che sta già affrontando numerose sfide, tra cui la pesca eccessiva, l’acidificazione, l’inquinamento e la perdita di biodiversità.

 “Chiediamo inoltre di acquisire prove scientifiche sufficienti sugli ecosistemi sconosciuti delle profondità marine prima di distruggerli definitivamente”, ha riportato il dossier di sintesi dell’Earth Negotiations Bulletin (ENB) sviluppato durante i lavori della 29a sessione del Consiglio dell’International Seabed Authority.

Domenico Letizia

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