MARZO 2024 PAG. 55 - Gennaio è stato il mese del prodotto ittico dell’Alaska
Negli Stati Uniti d’America l’inizio del 2024 sarà ricordato anche per il Wild Alaska Seafood Month che con la sua terza edizione ha puntato ancora una volta alla promozione della sostenibilità. L’Alaska è argomento di analisi, pianificazione ambientale e divulgazione per l’Europa con al centro la priorità della sostenibilità della pesca, la più importante risorsa del Paese. Il mese di gennaio di quest’anno è stato ricco di eventi, con il coinvolgimento di ristoranti, iniziative e attività di promozione, sostegno ai commercianti e momenti di divulgazione sull’ambiente, la tutela dei fiumi e del mare e la difesa costituzionale della pesca. La giurisprudenza sulla pesca in Alaska detta regole rigidissime per evitare uno dei danni più pericolosi per l’ecosistema: gli sprechi e la cattiva gestione delle acque. L’Alaska è l’unico stato degli Stati Uniti la cui Costituzione rende obbligatorio che tutti i pesci, compreso il salmone, siano utilizzati, pescati e conservati secondo il principio dello sfruttamento sostenibile. Nel Paese la pesca viene monitorata da esperti, analisti e scienziati del National Marine Fisheries Service e dalle istituzioni di pubblica sicurezza locali. Le quantità di catture sono gestite da un regolamento che prevede un controllo delle acque – dolci e salate - divise per aree di pesca predefinite.
Le azioni di monitoraggio riescono a garantire la tutela dell’ecosistema e a bloccare la pesca in caso di problematiche di tutela della biodiversità o di inquinamento delle acque. Un esempio importante è la certificazione Marine Stewardship Council (MSC) per la filiera ittica del salmone selvaggio. Tale certificazione è definita dal WWF la migliore disponibile al mondo per la vendita e la certificazione dei prodotti ittici. Il Wild Alaska Seafood Month è stato organizzato dall’Alaska Seafood Marketing Institute, presente anche in Italia con punti vendita come il Gruppo Pam e Eataly.
L’organizzazione tutela e rappresenta la filiera dell’industria ittica e alcune associazioni ambientaliste dell’Alaska dove il mercato ittico dà lavoro a circa 80mila persone su una popolazione di 733mila abitanti. Il pescato è prossimo ai 3 milioni di tonnellate per un valore che supera i 3 miliardi di dollari. Circa il 62% della produzione ittica viene distribuita negli Stati Uniti e la rimanente esportata soprattutto per l’Europa dove è particolarmente richiesto salmone, granchio, merluzzo, aringhe e gamberi. Il settore ittico contribuisce in misura sostanziale all’erario dell’Alaska con tasse statali - concepite come risarcimento economico per lo sfruttamento delle acque - ottenute dalle entrate economiche delle industrie ittiche.
Il modello giuridico e commerciale del mondo ittico dell’Alaska è guardato con interesse anche da numerose imprese e istituzioni europee che devono sviluppare una pianificazione della pesca in sinergia con le direttive internazionali di tutela del mare e delle specie ittiche. L’Alaska punta alla pianificazione innovativa del territorio, rinnovando la progettazione economica per la tutela delle acque, la gestione sostenibile della pesca e divenendo un modello di interesse anche per le imprese, le Ong e le istituzioni della Comunità europea.
Domenico Letizia