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MARZO 2024 PAG. 30 - Il grande successo di LetExpo pieno di fiducia per il futuro

 

Il grande successo di LetExpo pieno di fiducia per il futuro

«Il bilancio dell’edizione 2024 di LetExpo è estremamente positivo. Fin dalla prima giornata la partenza è stata importante e imponente, grazie alla partecipazione di oltre 25.000 persone. Agli oltre 400 espositori allestiti in questi giorni si aggiungono le numerose presenze istituzionali e la partecipazione di tanti giovani imprenditori. Concludiamo questa edizione con oltre 100.000 presenze». Così Guido Grimaldi, presidente di Alis a commento della terza edizione di LetExpo, quattro giorni di discussione e dibattiti sul futuro dell’intermodalità in Italia. «Nel 2023 grazie ad ALIS, sono stati sottratti dalle autostrade 6 milioni di camion e 143 milioni di tonnellate di merci sono state spostate verso l’intermodalità attraverso porti ed interporti, con una riduzione di 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2» ha sottolineato Grimaldi. «Un risparmio economico per le famiglie e i cittadini italiani di oltre 7 miliardi di euro». Al centro dell’evento di quest’anno temi delicati e attuali come la crisi che sta colpendo il canale di Suez e il Mar Rosso, con un impatto importante sugli scambi commerciali tra Italia e Cina con «154 miliardi totali a rischio», il rapporto con l’Ue, la necessità di sostenere lo shift intermodale, la formazione ed altro. Di seguito uno stralcio di alcuni degli interventi.   

Guido Grimaldi (Presidente Alis). “In alcuni porti abbiamo il timore di non poter fare di più. L’Ets lo stiamo pagando, l’extracosto c’è, talune volte non ve lo nascondo l’ho detto davanti ai ministri, c’è qualche azienda che sostiene il green e dice l’Ets non riusciamo a pagarlo. La sostenibilità va portata avanti, l’Ets è un suicidio ma paghiamo le scelte di qualcuno, oggi è legge. C’è anche una tassa sui carburanti che nel 2050 porterà un extracosto di 2 miliardi di euro per gli armatori di bandiera italiana. L’Ets ci costa 500 milioni all’anno, oggi. Io la priorità, in considerazione di quel che dice lo studio dell’università Bocconi, la darei ad aumentare il Sea modal shift, che permette di avere un beneficio pari a 12,6 volte il valore investito dallo Stato: se le aziende in difficoltà per costi ed extracosti, potessero contare su una dotazione superiore, le saremmo tutti molto grati”.

Edoardo Rixi (Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti). “Nel sistema di regole vi chiedo quanto investono gli operatori nelle partnership, quanto vedono di potenziale? Tra carburanti, le risorse umane e gli investimenti qual è l’elemento con il maggiore bisogno di intervento? Siamo partiti con un progetto di interporto ad Alessandria, attraverso un bando il 5 di marzo, e nell’alto tirreno per chiudere il discorso interporti alle spalle della Liguria. Sviluppare un’area di utilizzo del mare e del suolo e di aree industriali dismesse diventa fondamentale per affrontare i problemi infrastrutturali del paese. Cerchiamo di razionalizzare il sistema logistico, perché deve diventare più industrializzato a fronte di un aumento dei volumi. Amazon ha portato molti investimenti in Italia, se esiste, meglio che gli stabilimenti li metta nel nostro Paese, preferendo l’Italia alla Spagna, utilizzando un portafoglio di investimenti importante. Il problema dell’Ets nasce in Europa qualche anno fa, ora dobbiamo gestire queste scelte. Bisogna capire come possiamo cambiare alcune regole, cambiando certi equilibri; inoltre genererà un tesoretto per l’Italia da reinvestire su un miglioramento del sistema marittimo e intermodale. Noi in Europa negli ultimi 20 anni abbiamo contato poco, quindi l’idea di fare anche una riforma dei porti va in questa direzione, se sapremo fare un sistema paese all’interno delle dinamiche europee, sia nel pubblico che nel privato, l’Italia potrà dire la sua”.

Nello Musumeci (Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare). “Ci troviamo in un contesto particolarmente difficile sul piano internazionale, alcuni scenari sono indecifrabili, altri difficili da immaginare nella loro evoluzione, e, inevitabilmente, il contesto geopolitico coinvolge l’economia del mare. Mentre si lavora per fare chiarezza, ed evitare che scelte scellerate possano portare fasi di stasi per i Paesi del Mediterraneo, ed evitare l’accentuarsi di tensioni internazionali, io mi permetto di ribadire un concetto: noi giochiamo una partita importante, perché coinvolge migliaia di imprese, e perché ci giochiamo la partita dell’innovazione; la partita si gioca qui, sull’ammodernamento, sulla qualità di alcuni servizi, la celerità di alcuni servizi. Io credo che le risorse che stiamo mettendo a disposizione delle Regioni siano una straordinaria opportunità per la riqualificazione del sistema portuale e intermodale, perché ogni nostro scalo possa avere una dimensione finalizzata a fare del mare una preziosa risorsa, specie nelle regioni particolarmente degradate. Per quanto riguarda la nostra struttura stiamo valutando le esigenze emerse dal ‘Piano del Mare’, e nei prossimi mesi ci sarà una legge quadro sul dominio subacqueo per consentirci di essere tra i primi nel Mediteranno nel dare regole, per disegnare un contesto e assicurare un ruolo alla tecnologia e a tutto ciò che ruota attorno all’economia del mare. Per la nostra tradizione, per il nostro passato, per la qualità del nostro presente e per la voglia di assicurarci uno spazio nel futuro, questa partita dobbiamo giocarla insieme, pubblico e privato, nella consapevolezza di poterla vincere”.

Mario Zanetti (Presidente Confitarma). “Questo è un comparto che rappresenta, anche letteralmente, la spina dorsale dell’economia e della creazione di valore dell’Italia in Europa. Quello che noi oggi vediamo è un momento molto importante per l’armamento italiano, perché ci si trova in un periodo di grandi cambiamenti. Tra le sfide di business che abbiamo sul piatto, partirei da quella del percorso della green transition, ma si deve parlare anche di green deal. È un percorso di transizione, che riguarda certamente gli imprenditori del mare, ma riguarda in realtà tutta la società, e richiede quindi un impegno pubblico e privato congiunto. L’iniziativa del singolo imprenditore, del singolo gruppo non basta, bisogna unire le forze. Si è persa un’opportunità con il Decreto Flotte, dobbiamo imparare da questa occasione, se vogliamo supportare una transizione verde, se vogliamo affiancare gli imprenditori del mare nello spingere gli investimenti. Serve lavoro di squadra, su quelle che sono le infrastrutture del mare, ma anche su quelle di terra, come l’elettrificazione dei porti. C’è poi un tema fondamentale, che è quello della forza-lavoro, della manodopera. Bellissimo, in questa occasione, girare e vedere i tanti studenti dell’ITS; è facile dire che loro rappresentano il nostro futuro, è più difficile costruire le condizioni perché loro entrino nel nostro futuro. Quali sono le condizioni? Investire, e l’armamento italiano lo ha sempre fatto, ma chiediamo di snellire la burocrazia. Se io guardo la bandiera italiano, e guardo i benefici concessi alle altre bandiere, è ancora più importante sostenere la flotta battente bandiera italiana. Trasformiamo gli slogan in tavoli di lavoro, noi ci rendiamo disponibili a esserne parte attiva”. “Dal coordinamento tra i porti alla disponibilità di biocarburanti, la tematica della sicurezza come quella della specializzazione, con persone in grado di portare questo mondo verso nuove frontiere, da perno centrale di una catena di valore che poi finisce sugli scaffali, sulle tavole, sulle scrivanie di tutti noi”.

Flavio Tosi (Vicepresidente Commissione Trasporti Camera dei Deputati). “L’Europa è il luogo delle trattative, dove ogni stato fa i propri interessi. Prima la posizione dell’Italia sul green era supina, adesso c’è una tendenza verso l’elettrico, ma si inquina da altre parti. Ora c’è un governo più attento, dobbiamo tenere conto che le scelte sostenibili costano sia all’operatore che all’imprenditore, non si possono mandare fuori mercato le proprie aziende. Bisogna agire con buon senso, senza distruggere economicamente le nostre aziende. I temi attuali sono i bio combustibili, se portare l’endotermico entro il 2035, ma dopo le elezioni europee avremo pensieri diversi, si può essere fiduciosi che le cose cambieranno. Nel pubblico dobbiamo essere più attivi, abbiamo introdotto la nuova legge degli interporti, che introduce il tavolo dei lavori dove sono presenti il ministero e chi rappresenta gli interporti. Infine c’è il tema delle revisioni, del collaudo, delle patenti e dell’efficienza dei sistemi: lì bisogna investire, perché rispetto all’Europa siamo ancora indietro, focalizzati sulla presenza massiccia del pubblico che ritarda tutto il mondo del lavoro”.

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