FEBBRAIO 2024 PAG. 26 - Fermerci: siamo nel pieno di una transizione infrastrutturale
Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un rafforzamento della incisività delle Associazioni di settore nel supportare la programmazione della politica. Ciò determina un’evidente inversione di tendenza del ritardo con il quale sono stati affrontati storicamente i problemi che frenavano lo sviluppo del Paese. Talvolta la diagnosi fatta a paziente vivo portava alla cura dopo la sua morte.
Una delle Associazioni più attive nel supportare non la politica ma il governare del Paese è certamente Fermerci spesso presente su queste pagine. Al Direttore Generale Giuseppe Rizzi abbiamo posto alcune domande.
Fermerci sta seguendo con molta attenzione le azioni del Governo in tema di trasporti e infrastrutture. Può fare il punto della situazione?
La nostra Associazione è nata proprio con lo scopo di rappresentare il sistema del trasporto ferroviario merci ovvero tutte le imprese protagoniste all’interno del comparto, rappresentando e tutelando gli interessi legittimi di queste imprese.
Siamo convinti che solo facendo un unico fronte di interessi dell’intero cluster si riesca ad avere il “peso” per dialogare con i decisori ed infatti nelle varie sezioni della nostra associazione troviamo aziende che vanno dalle imprese ferroviarie ai terminal ferroviari ai detentori e costruttori di carri o di locomotive fino ad arrivare ai centri di formazione ferroviaria. Grazie a questa rappresentatività Fermerci si concentra non solo sulle attività del Governo ma anche di altri decisori che determinano lo sviluppo del sistema, come Rete Ferroviaria Italiana, l’Autorità di Regolazione Trasporti, l’Agenzia Nazionale Sicurezza Ferroviaria oltre che l’attività ordinaria di Camera e Senato.
In relazione al Governo, c’è un argomento in particolare sul quale concentrate l’attenzione?
Certo, in questo momento l’attenzione è su diverse attività normative, ma in particolare stiamo attenzionando una misura di sostegno alle manovre ferroviarie nei porti, un vero e proprio ferrobonus portuale. E’ stata una delle proposte emendative più sostenute politicamente nella conversione del DL Milleproroghe appena approvato, norma sostenuta anche dalle Direzioni competenti del MIT, dichiarata inapplicabile per motivazioni formali. La nostra attività non si fermerà fino a che non sarà approvata!!
Quali le prossime attività in programma per il 2024? Con quali obiettivi in particolare?
Le attività sono tante. Prima di tutte l’importante appuntamento di aprile, il Focus 2024, il rapporto annuale con l’analisi del settore ormai punto di riferimento per tutta la catena logistica fe. Anche questa volta lo presenteremo in una sede istituzionale che dia il senso dell’importanza dei contenuti, sarà presentato al Senato della Repubblica. Il Rapporto Annuale quest’anno avrà due pilastri che saranno uno di tipo statistico economico e affronterà l’analisi infrastrutturale verificando tutto ciò che è la riduzione di capacità dell’infrastruttura a causa della realizzazione dei lavori del Pnrr sulla rete ferroviaria, a cura di PwC, e l’altro di tipo ecologico a cura di RSE (Ricerca Sul Sistema Energetico – Rse S.P.A.), una società che ha nella propria Mission l’approfondimento delle tematiche legate alla decarbonizzazione nel mondo dei trasporti.
Tutto questo patrocinato dal Ministero dei Trasporti e con il supporto di RFI che ha fornito tutti i dati. Il documento che ne viene fuori è un importante outlook del settore dove non vengono rappresentati solamente degli andamenti statistici del comparto ma anche evidenziate le criticità che possono o devono essere oggetto di analisi e quindi dare uno strumento utile al decisore pubblico. Uno strumento utile a chi ha bisogno in fretta dei dati per avere la capacità di pianificare; viviamo una continua situazione di contingenza che determina un costante mutamento delle esigenze della intera supply chain, vedi ad esempio situazione Mar Rosso e interruzione dei valichi alpini. La presentazione del Rapporto, giunto alla seconda edizione, è senz’altro l’appuntamento annuale più importante.
Altre attività sul tavolo?
Tra le tante iniziative vorrei mettere in luce un’attività in cui crediamo molto. Partendo dall’osservazione che nei territori si parla e si agisce pochissimo in tema di cargo ferroviario, pur riconoscendo la strategicità dello shift intermodale delle merci per le ricadute positive del minor impatto ambientale e della minore usura infrastrutturale, abbiamo deciso di intraprendere delle iniziative come l’incontro organizzato a Pescara, focalizzato sulla regione Abruzzo. Riteniamo che anche il sistema di Enti che determinano, nei diversi modi, lo sviluppo dal basso sul territorio debba contribuire al sostegno del cargo ferroviario e penso alle Regioni, ma anche alle Autorità di Sistema Portuale.
L’idea è quella di proporre e di spingere il più possibile verso la realizzazione di un “ferro bonus regionale” che va poi ad integrare il “ferro bonus nazionale” e sicuramente a migliorare le condizioni di sostegno a favorire lo Shift modale da gomma a ferro. Continueranno i già rodati appuntamenti di “Fermerci in terminal” che avranno una vocazione più terminalistica sia lato porto che lato retroporto. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di avvicinarci al territorio in maniera pragmatica ad esempio per rimuovere i famosi colli di bottiglia che spesso non sono solo strutturarli ma anche normativi o di altra natura che può essere anche una misura inadeguata piuttosto che superata oppure addirittura la carenza di personale in una determinata area della filiera che determina il flusso delle merci. Tutto il ragionamento si incardina sui terminal quali cerniere fondamentali lungo il flusso.
Il ragionamento ci introduce all’ultima domanda. Ormai è evidenziato in tutti i settori la carenza di personale specializzato. Quale è l’azione di Fermerci?
La nostra associazione sin da quando è nata ha lavorato sulla sezione formazione perché ritorniamo importantissimo la formazione e l’aggiornamento di risorse qualificate e specializzate. Abbiamo messo al centro di un progetto le competenze in ambito ferroviario ed il digitale sviluppando un’idea di cui parleremo nei prossimi mesi. Siamo consapevoli dello scenario preoccupante che si sta delineando su un orizzonte molto vicino. A fronte di una perdita di traffico ferroviario del 3,5 per cento a fine 2023 e quindi di una stagnazione degli investimenti privati anche in tema di assunzioni se non nella quota fisiologica di pensionamenti ed esodi, abbiamo però la necessità di non farci trovare impreparati con la carenza personale qualificato. Mi spiego, le criticità che frenano lo sviluppo soprattutto di tipo infrastrutturale attualmente al 50/60 per cento della capacità , vedi ad esempio le interruzioni del Gottardo e del Frejus, quando spariranno determineranno una situazione di grande espansione… a patto di avere già disponibile personale specializzato, capisco che ogni passo deve essere bilanciato ma almeno mettiamoci in movimento per la formazione!
Dobbiamo dirlo, bisogna essere realisti, l’orizzonte temporale dal 2024 fino al 2026 non dà grandi prospettive di sviluppi del traffico ma bisogna prepararsi ora per il dopo perché per formare un macchinista o un manovratore non ci vuole una settimana o un mese ma si impiega anche un anno.
Aggiungo che il nostro settore, secondo il nostro rapporto annuale 2023, ha una delle popolazioni ferroviarie più anziane d’Europa e quindi fra qualche anno avremo degli esodi importanti nel settore viaggiatori che condizionerà il settore merci con un prevedibile esodo di comparto verso quello con maggiore appeal per il lavoratore.
Un’ultima battuta devo chiederla, “dove vanno” i porti italiani in un mercato logistico globale sempre più competitivo?
Dove vanno? Sono assolutamente fermi e Dio sa da quanto, direi anni luce guardando alle connessioni terrestri dei porti europei. In Italia ci si concentra su alcuni casi eccezionali di efficienza e sviluppo, sottovalutando poi che a funzionare deve essere l’intero Sistema Paese per essere competitivi.
Maurizio De Cesare