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FEBBRAIO 2024 PAG. 18 - AdSP MLO, sviluppo attraverso riqualificazione competenze

 

AdSP MLO, sviluppo attraverso riqualificazione competenze

Se obiettivi nuovi vanno affrontati con strumenti operativi adatti allo scopo uno dei primi passi verso l’efficienza è rappresentato senza dubbio dalla riorganizzazione delle risorse esistenti. Revisioni degli assetti consolidati, articolazioni inedite delle competenze, sinergie tra ambiti fino a poco prima separati, possono fornire il sostegno più adeguato per affrontare i terreni poco frequentati legati ai cambi di paradigmi. È in quest’ottica che l’AdSP del Mar Ligure Orientale ha inaugurato il 2024 con un importante piano di riordinamento del suo organigramma.

 «Un passaggio fondamentale incentrato sulle donne e sugli uomini che fanno parte dell’ente, al fine di distribuire al meglio carichi di lavoro, funzioni e attività, in vista dei traguardi da raggiungere nei prossimi anni» sottolinea la Segretario Generale dell’ADSP, Federica Montaresi.

Come nasce questa iniziativa?

Si tratta del frutto di una serie di passaggi portati avanti fin dallo scorso anno basati sull’analisi di una società esterna, specializzata in questo settore, che partendo dalle linee strategiche dell’ente, attraverso il coinvolgimento di vertici, dirigenti e personale dei vari uffici ha identificato i punti di forza e debolezza degli stessi. Da lì è stata avviata una nuova organizzazione ispirata alla valorizzazione delle competenze già esistenti. Nello specifico, sono state individuate funzioni peculiari agli obiettivi strategici che porteremo avanti nei prossimi anni. Il nuovo assetto ci permetterà così di focalizzare le risorse su segmenti di azione distinti, come ad esempio, l’energia e l’ambiente, temi che acquisiranno un’importanza sempre maggiore in futuro. Allo stesso modo abbiamo riarticolato le aree dedicate a materie altrettanto fondamentali per l’attività dei nostri porti, come la safety e i dragaggi, o, altro tema delicato, l’interazione tra scalo e città, con un nuovo ufficio appositamente dedicato.      

Che tipi di vantaggi vi aspettate da quest’operazione?

Il tema organizzativo è complesso, si tratta di un work in progress da mettere alla prova quotidianamente. Di certo la nuova organizzazione favorirà lo sviluppo delle esperienze interne all’ente, rendendo più semplice, in prospettiva, anche l’ingresso delle nuove leve lavorative. Ad ogni modo il processo sarà accompagnato da una serie di azioni di formazione che già abbiamo avviato. L’anno scorso abbiamo realizzato per la prima volta lavori di gruppo per facilitare le interazioni tra uffici diversi. D’altro canto, con progetti che intersecano svariati ambiti amministrativi, diventa sempre più necessario facilitare il dialogo interno alla struttura. L’idea di fondo è proprio quella di predisporre dinamiche coerenti con le necessità presentano sotto l’aspetto operativo.    

Intanto, l’AdSP ha ottenuto 9 milioni per il potenziamento ferroviario…

Il finanziamento è stato ottenuto nell’ambito del bando Connecting Europe Facility (Cef) Transport Call 2023 riservata alle infrastrutture di trasporto che rispettano i requisiti civili e militari della rete europea Ten-T, tra cui è inserito il porto della Spezia. Il progetto in questione, “Swiftrail”, prevede la realizzazione di una stazione ferroviaria interna al porto di La Spezia, oltre una parte di studio inerente l’ottimizzazione dei collegamenti su ferro, a partire dall’efficientamento sull’ultimo miglio, con uno sguardo particolare all’applicazione di strumenti digitali. L’obiettivo è individuare soluzioni spendibili nel breve tempo.  

Come procede il cronoprogramma delle opere legate al PNRR? 

Siamo stati il primo ente portuale ad aggiudicare tutte le gare previste dal PNRR e dal Fondo Complementare. Sul molo crociere, con la consegna dei lavori, contiamo di chiudere in linea con la scadenza prevista entro la fine del 2026. A meno, ovviamente, di complicazioni e imprevisti. Sul “cold ironing” stiamo procedendo bene. È in corso di valutazione il progetto per la realizzazione della nuova rete elettrica interna al porto, con interventi importanti e un finanziamento di 14 milioni di euro. Siamo in attesa dell’autorizzazione regionale prevista per le opere di grande infrastrutturazione energetica per poi successivamente passare alla fase di gara. 

È stata già individuata l’area dove produrre l’energia elettrica necessaria agli impianti?

Nonostante la carenza di spazi, questione che nello specifico di questo tipo di interventi ci accomuna a molti porti della penisola, abbiamo localizzato un’area risultata idonea in prossimità del gate principale d’ingresso. Li dovrebbe essere realizzata sia la stazione di collegamento con la linea di alta tensione, da cui si dirameranno le sottostazioni e i cavi che andranno ad alimentare le banchine, sia un impianto di produzione di idrogeno che è un altro progetto previsto in ambito PNRR. 

Quale funzione per l’idrogeno nel porto di La Spezia?

Il progetto prevede di produrre e stoccare l’idrogeno a partire dagli impianti fotovoltaici che grazie ai finanziamenti del PNRR saranno realizzati sugli edifici e le infrastrutture dello scalo. Si tratterà, dunque, di “idrogeno verde” che sarà distribuito per i mezzi che operano nell’ambito portuale. Inoltre, abbiamo previsto una possibile distribuzione per il settore della nautica, caratterizzato da una serie di cantieri operanti in zona che stanno sviluppando progetti di yacht e imbarcazioni basate su questo tipo di tecnologia energetica.

Quale soggetto gestirà la distribuzione dell’idrogeno?

In realtà c’è un tema che, più in generale, riguarda la gestione di questo nuovo tipo di infrastrutture. La questione riguarda anche il “cold ironing” che, però, è stato già classificato all’interno dei cosiddetti “servizi di interesse generale”. Credo che tale impostazione, pensata per non far ricadere i costi sull’utenza, dovrebbe essere estesa a tutte le infrastrutture energetiche di nuova concezione. Il rischio, altrimenti, è di fornire servizi energetici poco attrattivi. È un discorso, come accennavo, che va approfondito. Servirebbe un allineamento nazionale, piuttosto che interventi delegati alle singole AdSP.     

Le priorità per il sistema portuale della Liguria Orientale in questo 2024? 

Lavorare sicuramente sulla ferrovia, che è già un punto di forza. A marzo puntiamo a far partire il navettamento stradale da Porta Santa al retroporto per sfruttare al meglio Santo Stefano, area in cui possiamo comporre direttamente i treni. Poi c’è la questione dei dragaggi che intendiamo sincronizzare con le opere di potenziamento del container terminal e del terminal del Golfo. Qui ci troviamo ad affrontare difficoltà oggettive nei percorsi autorizzativi. Per aiutare tutta la portualità italiana bisognerebbe intervenire con una semplificazione a livello nazionale. Si tratta di mettere in sicurezza l’operatività delle banchine e i tempi lunghi degli iter spesso pregiudicano il buon andamento delle necessarie opere di potenziamento.

Giovanni Grande

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