GENNAIO 2024 PAG. 38 - Veneto, aperta al traffico la Superstrada Pedemontana
Quarantacinque, cinquanta minuti al massimo invece di un buon paio d’ore per andare dall’A4 a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, a Spresiano sulla A27, poco sopra Treviso passando per le località di Malo, Marostica, Bassano, e Montebelluna, per citare le più conosciute: è quello che permette la nuova Superstrada Pedemontana Veneta, aperta al traffico nella quasi totalità dei suoi 94,5 km lo scorso 29 dicembre. Una superstrada a servizio dell’economia della parte più industrializzata di una provincia che è la seconda in Italia per export e che fino adesso poteva contare solo su strade provinciali e comunali che attraversavano tutti i paesi. Perché il “miracolo” sia completo, bisognerà aspettare i primi di marzo quando sarà aperta al traffico anche la interconnessione con la A4 nella direzione da e per Milano a Montecchio Maggiore, e aprile in direzione da e per Venezia. Ora bisogna uscire a Montecchio fare un breve tratto di strada normale ed entrare in A4. Manca anche la realizzazione delle due aree di servizio previste che saranno attivate a breve. Ma vediamo più da vicino questa arteria che ha avuto un iter realizzativo lunghissimo e travagliato ma che adesso diventa di fatto una alternativa alla A4 e al Passante di Mestre per il traffico pesante sull’asse est ovest della Pianura Padana. Provenendo da Milano infatti una volta arrivati a Spresiano si può proseguire sulla A27 per pochi chilometri fino a Conegliano dove imboccare la connessione con la A28 fino a Portogruaro e viceversa. Una bella alternativa anche alla congestione della A4 e ai rischi di nebbia in inverno. Ma tornando alla storia della Pedemontana Veneta, la nuova superstrada era prevista già nel Piano Reginale dei Trasporti del 1990. Tra progetti, gare e ricorsi, i cantieri si sono aperti davvero solo nel 2017 e tutto sommato sei anni, tenendo conto anche della pandemia, non sono stati neppure troppi per realizzare non solo i 94,5 km della arteria principale ma anche i 68 km delle nuove strade di collegamento con la viabilità locale. Il costo è stato di 2 miliardi 258 milioni per l’intera opera il cui tracciato è per il 70% sotto il piano di campagna, per un minore impatto sul paesaggio delle Prealpi Venete. I caselli, automatizzati, sono ben 14 e il pedaggio non è certo dei più economici, anche se la Regione promette di rivederli al ribasso se i flussi di traffico saranno consistenti. Adesso un mezzo commerciale a cinque assi paga 41,30 euro per l’intero percorso di 94,5 km. La cosa però non sembra preoccupare troppo i trasportatori che sottolineano il risparmio di tempo, la maggiore sicurezza e il minor stress rispetto alle strade provinciali che dovrebbero altrimenti percorrere.
Abbiamo sentito il punto di vista di Alessandro Peron, presidente della FIAP Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, la cui sede nazionale è a Padova e che conosce bene la situazione delle infrastrutture viarie del Veneto. “Certamente la realizzazione di questa superstrada è un fatto positivo, non solo per le aziende dell’autotrasporto, ma per tutte le imprese dell’area pedemontana vicentina e trevigiana - sottolinea Peron - Noi spesso ragioniamo di infrastrutture solo in chiave trasportistica ma dobbiamo ricordare che il trasporto delle merci è un elemento fondamentale per l’economia e la sua crescita. E lo è ancora di più in un territorio come il Veneto con una forte vocazione per l’export che vale nel 2022, secondo i dati della Regione, il 46% del Pil prodotto. Purtroppo l’importanza del trasporto e della logistica e delle persone che ci lavorano non è ancora adeguatamente percepito, neppure da tante imprese produttive e da chi pianifica e programma le infrastrutture. Un esempio è proprio questa Pedemontana. E’ inaccettabile che si realizzi nel 2024 una nuova superstrada senza aree di sosta e servizio esplicitamente pensate per le necessità degli autotrasportatori. Spazi e servizi adeguati sono fondamentali per gli autisti che sono sulla strada dalla mattina alla sera. Ho voluto sottolineare questa assurdità anche alla assessora regionale ai trasporti Elisa De Berti. E’ proprio una questione culturale: ordiniamo on line un oggetto che ci arriva a casa il giorno dopo ma proprio non riusciamo a pensare che dietro ci sono uomini e donne che si occupano del suo trasporto lavorando spesso di notte e in condizioni certamente meno agevoli che in altre occupazioni. Non ci si deve meravigliare poi se non si trovano autisti e i giovani non ci pensano nemmeno a guidare un TIR nonostante stipendi interessanti. Pesano i disagi patiti lungo le strade, e secondo me anche il fatto che questo lavoro non ha più alcun riconoscimento sociale. Tornando alla Pedemontana, bene naturalmente, ma quando parliamo di piani della logistica e del trasporto dobbiamo pensare non solo alle infrastrutture ma anche ai lavoratori e alle loro necessità ”.
I camion intanto sembrano essere la maggioranza dei veicoli ad utilizzare la Superstrada. Nei prossimi mesi vedremo concretamente quali saranno i flussi di traffico e come si distribuiranno tra Pedemontana e A4. Una cosa emerge comunque subito, come sottolineato anche dal professor Paolo Feltrin, politologo e già professore di analisi delle politiche pubbliche all’Università di Trieste che ha realizzato uno studio sulla Pedemontana: servono assi di collegamento nord sud tra la nuova Superstrada e la “vecchia” A4 a completare una maglia di collegamenti scorrevoli e moderni in un territorio ad alta densità urbana e dove ogni Comune ha almeno una area artigianale o industriale. I più urgenti sono quelli da Padova verso Castelfranco e, verso Bassano un tratto quest’ultimo di appena una cinquantina di km lungo la statale della Valsugana oggi molto estremamente congestionato. Un potenziamento della Valsugana dovrebbe essere messo in cantiere pure da Bassano verso Trento, anche alla luce dell’interruzione di strada e ferrovia di queste settimane dovuta a una grossa frana nei pressi di Primolano. Feltrin però si spinge oltre: bisognerebbe che il Friuli Venezia Giulia realizzasse la sua Pedemontana, da Pordenone sulla A28, verso Sequals e poi Gemona del Friuli a intercettare la A23 Udine Tarvisio. Una nota a parte merita, invece la questione della A31 della Valdastico che è interconnessa con la Pedemontana Veneta tra Malo e Breganze. Il suo completamento verso il trentino e il collegamento con la A22 del Brennero è dato per scontato dal presidente del Veneto Luca Zaia. Bisogna però superare le resistenze trentine e l’incertezza sullo sbocco in Val d’Adige: a Rovereto o vicino a Trento? Chi si muove per lavoro alla guida di mezzi pesanti spera che non ci vogliano altri 30 anni per aggiungere un nuovo tassello alla viabilità , e intanto si gode questi 94 km di Pedemontana. Meglio naturalmente se si realizzeranno aree di servizio a misura di camionista come la categoria chiede da anni.
Franco Tanel