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DICEMBRE 2023 PAG. 82 - Miele Trasporti vede ripresa del settore in primavera

 


Specializzata nel trasporto terrestre di container per tratte di media lunghezza, Miele Trasporti, storica realtà che gravita attorno al porto di Napoli ha registrato a pieno gli scossoni che nel corso dell’anno hanno caratterizzato l’andamento dei consumi. «Serviamo Campania, Lazio, Abruzzo, parte della Calabria e della Lucania e le difficoltà economiche si sono manifestate nei volumi in import ed export che abbiamo movimentato» riassume il Ceo dell’azienda, Salvatore Miele. 

Un anno difficile per l’autotrasporto…  

Dopo un 2022 caratterizzato da una contrazione dei traffici per il Sud Italia verso l’estero, alimentata dalla serie di crisi di varia natura che hanno caratterizzato gli ultimi anni, il 2023 ha confermato le previsioni più negative. Alcuni mercati sono completamente usciti dal circuito degli scambi con notevoli effetti sui volumi movimentati. Una situazione complicata che ha avuto effetti a cascata in particolare sulle tratte interregionali. In questo quadro molto particolare, anche grazie alla partnership con Medlog, stiamo cercando di superare senza troppi danni la tempesta. È una sensazione tutta personale, ma credo che solo dopo la prossima primavera l’economia ripartirà a pieno ritmo.     

Ci sono stati ripercussioni sul vostro piano di investimenti?

Il piano di rinnovo della flotta è rimasto invariato. Piuttosto siamo molto condizionati dai tempi di consegna che registrano uno slittamento sulle date previste di oltre un anno. Faccio un esempio: tutti i mezzi che dovevano entrare in servizio nel 2022 sono stati consegnati nel corso di quest’anno. L’ultimo è arrivato in autunno inoltrato. Questo perché ci sono difficoltà lungo le catene di distribuzione di alcune forniture e tecnologie particolari. Alcuni componenti, per dire, erano prodotti in Ucraina, e sono venuti a mancare, con effetti negativi sulle consegne.  

Avete puntato molto sul diesel di nuova generazione, perché?  

Abbiamo un parco mezzi di circa 110 trattori e 300 semirimorchi. Ad oggi, le nuove tecnologie come l’elettrico o il GNL comportano una serie di svantaggi in termini di costi e di efficienza operativa. Piuttosto che assorbire gli enormi investimenti che queste ultime comportano sulle tariffe, trasferendo di fatto ai consumatori il peso economico della transizione, abbiamo preferito puntare su soluzioni consolidate che comunque garantiscono un minore impatto ambientale. All’avvicinarci al 2035, quando saranno disponibili soluzioni tecnologiche più mature ed economiche faremo le nostre valutazioni. 

Avete avuto difficoltà nel reperimento degli autisti? 

Ad essere sincero è una problematica che non abbiamo mai avuto. Sono convinto che la carenza di autisti è frutto di condizioni operative non soddisfacenti. Al giorno d’oggi, e direi giustamente, ogni persona reclama una migliore qualità della vita, a cominciare dal posto in cui lavora. Le regole che tengono conto di questi aspetti già ci sono: basta rispettarle. 

Cosa si potrebbe fare per migliorare ulteriormente la qualità del lavoro?

Alcune norme, pur pensate per garantire la sicurezza creano situazioni paradossali: a volte a soli pochi chilometri da casa si è costretti a rimanere tutta la notte nel camion per rispettare le regole sui periodi di riposo. E bisogna farlo spesso in aree non idonee. Sotto questo aspetto anche se qualcosa si sta facendo sarebbe necessario un maggior impegno per fornire agli autotrasportatori maggiori spazi che garantiscano le condizioni minime di sicurezza e servizi alla persona. Investire in questo senso creerebbe condizioni per un’attività più sicura, efficiente e anche attrattiva per chi è in cerca di lavoro.

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