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DICEMBRE 2023 PAG. 52 - Momento d’oro delle crociere per la città e il porto di Napoli

 



Annata record per le crociere a Napoli. Il capoluogo partenopeo si allinea ai risultati positivi registrati a livello internazionale per un settore che ha recuperato, se non superato in alcuni casi, i livelli pre-Covid. «Nonostante una leggera flessione relativa al mercato statunitense in questo ultimissimo periodo, in concomitanza con il conflitto in Medioriente lo scalo ha superato ogni aspettativa, mettendo a segno una movimentazione di un milione e 650mila passeggeri, ben superiore al milione e 350mila del 2019, ultimo anno di riferimento prima della pandemia». Ad esprimere tutta la soddisfazione per questi numeri è Tommaso Cognolato, AD di Terminal Napoli, che si aspetta un 2024 altrettanto ricco.

Quali sono le tendenze che hanno maggiormente caratterizzato l’andamento della stagione crocieristica? 

Le compagnie stanno riallungando di nuovo i cicli di programmazione anche se si è ancora lontani dai piani calibrati sui due-tre anni di qualche tempo fa. Stiamo registrando però una riorganizzazione degli itinerari in virtù delle nuove normative europee che imporranno extra costi in base alle emissioni di anidrite carbonica rilasciate in atmosfera. Il “famigerato” Carbon Intensity Index di cui tanto si è parlato a proposito del settore cargo avrà delle conseguenze anche su quello crocieristico. Conseguenze che mi permetto di definire paradossali. 

Perché?    

La complessa formula che determina l’indicatore è sostanzialmente cucita sulle navi cargo, secondo una logica che premia le unità più grandi, che viaggiano di più e, sostando meno in porto, rilasciano meno inquinanti. Ora, per le sue caratteristiche operative, una nave da crociera, per quanto progettata con le tecnologie più rispettose dell’ambiente, nasce proprio per sostare più a lungo possibile in porto, dovendo offrire ai suoi passeggeri la possibilità di visitare le città. Una contraddizione che in un modo o nell’altro dovrà essere risolta per preservare un’industria che vede l’Italia in una posizione di leadership nel Mediterraneo. Il rischio è che le compagnie tocchino meno porti nei loro itinerari per bilanciare attraverso una maggiore velocità il risultato dell’equazione.    

Un’altra tendenza è quella della polarizzazione tra unità “mass market” ed “extra luxury” … 

È cominciata alcuni anni fa e sta continuando, considerando l’arrivo a breve nel Mediterraneo di alcune nuove navi con capacità fino a 7mila passeggeri. Sul lungo periodo le unità di stazza media sembrano effettivamente destinate a sparire. C’è da dire che per Napoli tale indirizzo non dovrebbe sortire effetti negativi. La richiesta della città come destinazione turistica è ai massimi storici e, per caratteristiche peculiari, è in grado di soddisfare le aspettative di questi due segmenti di mercato molto differenti. Uno dei grandi vantaggi, al pari di realtà come Genova o Trieste, è che porto e città sono tutt’uno. Il turista la cui nave attracca a Napoli si trova direttamente a contatto con il centro storico. Bisognerà, proprio per questo, sfruttare al meglio l’infrastruttura portuale, considerando proprio che nel 2024 arriveranno alcune delle nuove navi più grandi in assoluto. 

Quali sono le criticità maggiori da affrontare sotto questo punto di vista?

A fronte di una richiesta in crescita costante dovremmo disporre almeno di un paio di banchine in più per poter ospitare ulteriori unità tra i 300 e i 350 metri. Una delle soluzioni potrebbero essere prolungamenti delle banchine esistenti che garantirebbero da un lato un aumento di capacità ricettiva e dall’altro nessuna interferenza con il restante traffico portuale. Si tratta di interventi importanti ma il gioco vale la candela, considerando le ricadute che il settore crociere ha per la città. Ogni passeggero lascia sul territorio circa 110-120 euro ogni volta che una nave attracca. Senza considerare i servizi alla nave.   

A che punto siamo con il cold ironing?

L’intesa con l’AdSP sta andando avanti spedita. Stiamo effettuando sondaggi per capire esattamente dove far passare i cavi, sia in banchina sia attraverso il porto. Dovremmo essere pronti nel 2026 con tre banchine in grado di fornire corrente elettrica complessivamente per circa 40MW. Nello specifico le due banchine principali attrezzate per una potenza di 16 MW ciascuna e la numero cinque, quella in prossimità del Beverello, per una potenza fino a 10 MW.   

In che modo Terminal Napoli investirà nel futuro di questo settore tanto ricco?

Siamo impegnati in un costante aggiornamento della qualità dei nostri servizi, oltre alla normale manutenzione di elementi operativi come bitte, illuminazione, ormeggi. Da un paio di mesi a questa parte sono state attivate piccole navette elettriche per i passeggeri che hanno difficoltà di deambulazione per rendere più semplice il passaggio da bordo all’ingresso in città. Inoltre, stiamo rimodellando i gate di accesso alla nave per rendere i percorsi più semplici e fluidi. È il caso della copertura della scala mobile all’inizio della banchina cinque. L’obiettivo è collegarla direttamente al Beverello per garantire la continuità del passaggio in quell’area. Ultimamente ci siamo confrontati anche con il Comune con cui abbiamo concordato un impegno reciproco per migliorare le condizioni dell’arredo urbano nelle aree di diretta vicinanza con il porto. Anche in un’ottica inversa. Siamo entrambi interessati a far conoscere anche ai cittadini napoletani la stazione marittima e i servizi che vi si svolgono all’interno. 

Il Terminal ospita uno dei centri congressuali più grandi della città…  

Sotto questo punto di vista rappresentiamo un unicum a livello nazionale. E anche in quest’ambito il 2023 è stato un anno molto positivo. Le attività congressuali sono riprese a pieno ritmo, contribuendo a portare a Napoli ulteriori presenza. Stesso discorso per la struttura alberghiera nelle vicinanze della Stazione Marittima e, soprattutto, per il centro commerciale. Su questo punto stiamo avviando un progetto per dotare la città di nuovi servizi che sveleremo all’inizio del 2024. Siamo agli ultimi passaggi autorizzativi. Ne parleremo a tempo debito.

Red.Mar.

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