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DICEMBRE 2023 PAG. 54 - L’Interporto di Nola pronto allo sviluppo dell’intermodale

 



Il nostro Sistema Paese si è dotato molti anni fa, primo in Europa, di una legislazione di avanguardia in materia di infrastrutture dedicate al trasporto intermodale, la Legge 4 agosto 1990 n. 240, che ha disegnato una rete di infrastrutture interportuali ramificata sul territorio nazionale e distribuita sulle principali direttrici europee. 

È importante riconoscere il ruolo strategico degli interporti italiani nello sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale del Paese. Questo patrimonio, costituito da immobili e infrastrutture logistiche, necessita di protezione e potenziamento. Tuttavia, nel corso di oltre 30 anni, non sono stati compiuti passi significativi in questa direzione, e ora è urgente intervenire per preservare questo importante patrimonio nazionale.

Gli Interporti, inoltre, sono attori protagonisti della transizione energetica e per raggiungere i target nazionali sulla decarbonizzazione, proprio nel ruolo di operatori dello sviluppo della intermodalità e per i benefici di efficientamento energetico che ne derivano. 

Un tema fondamentale che riguarda gli interporti è il cosiddetto revamping. Occorre preservare e conservare gli investimenti, con fondi pubblici che sono stati fatti nel corso degli anni a seguito della legge 240/90. 

Infatti, oggi ci si trova dinanzi alla necessità di continui interventi manutentivi non solo a carico dei magazzini (che si ammortizzano con gli affitti e concessioni) ma anche e soprattutto delle opere non a reddito quali le infrastrutture di accesso ai gates, le strade pubbliche di attraversamento e i sottoservizi. 

Riguardo alla nostra struttura dell’interporto di Nola, dal punto di vista infrastrutturale, posso dire che ci riteniamo pronti a raccogliere la sfida dell’atteso sviluppo del traffico intermodale, avendo optato sin dall’inizio per la scelta di attrezzarla con servizi all’avanguardia, come per esempio un terminal con binari adeguati agli standard europei, della lunghezza di 750 mt. 

Anche in chiave di digitalizzazione l’Interporto di Nola, specie nel campo della security, ha raggiunto altissimi standard. E implementeremo ulteriormente i nostri sistemi, anche grazie ad un cofinanziamento ottenuto dal MIT.

A seguito della programmazione Pnrr e degli investimenti pianificati anche da RFI, da qui a tre/cinque anni avremo uno scenario completamente diverso, molto più favorevole al trasporto ferroviario ed intermodale, che consentirà al nostro Paese di raggiungere significativi aumenti di traffico. In tale contesto, però, occorre che tutte le previsioni di traffico tengano comunque conto, per gli anni 2024/26, della necessità di pianificare le interruzioni della linea per la realizzazione degli investimenti sulla rete ferroviaria (adeguamento della sagoma, del modulo a 740 mt, del peso assiale). A partire dal 2026 tali investimenti (innovazione tecnologica e minori interruzioni) consentiranno il raddoppio del traffico (aumento della linea tirrenica e incremento del traffico internazionale).    

L’obiettivo, ora, è eliminare, ove possibile, i “colli di bottiglia” infrastrutturali sulla rete ferroviaria che limitano la possibilità di organizzare dei treni intermodali dai porti e dagli interporti del sud Italia verso quelli del nord, sia favorire una maggiore integrazione con il sistema dei porti. I presupposti ci sono, considerando gli investimenti di RFI previsti grazie al Pnrr. 

In linea generale, per raggiungere gli obiettivi UE e massimizzare gli investimenti, è cruciale considerare i terminal come un nodo fondamentale e studiare meccanismi di incentivazione. Oltre alle misure come il FerroBonus e il Marebonus, è essenziale non trascurare i nodi della rete costituiti dai terminal. Per sostenere efficacemente il settore dell’intermodalità, è necessario prevedere misure simili anche per i terminal ferroviari, definibili come “terminal bonus”, che comprendano gli aspetti delle manovre ferroviarie e della terminalizzazione.

Allo stesso tempo, è cruciale affrontare con l’Agenzia delle Dogane e tutti gli operatori del trasporto la questione dello sviluppo dei corridoi doganali tra porti e interporti, consentendo un rapido deflusso delle merci dai porti e conferendo agli interporti il ruolo di retroporto con tutte le relative funzioni.

Venendo, infine, all’Interporto di Nola ed al suo terminal intermodale, gestito da una controllata, la TIN, che già accoglie i principali player del mercato ferroviario italiano, il posizionamento geografico particolarmente favorevole ed il contesto di scarsità di nodi logistici, ancor di più se rapportato all’area settentrionale del paese (caratterizzata da una densità notevole di strutture) fa ipotizzare un notevole sviluppo. 

Alfredo Gaetani
Presidente Interporto Campano
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