DICEMBRE 2023 PAG. 46 - Naval EGT, efficientare la nave per ridurre le emissioni

 

L’adozione di tecnologie green non riguarderà solo mezzi e infrastrutture realizzate ex-novo. La transizione ambientale, con tutti le soluzioni utili a favorirla, sta aprendo prospettive di crescita interessanti anche per gli interventi di retrofitting. In particolare nel settore della “blue economy”, dove la spinta normativa internazionale rende sempre più necessario l’adeguamento delle flotte. È in questo segmento produttivo altamente specializzato che opera da alcuni anni la Naval EGT, fondata da Giancarlo Coletta, società di ingegneria navale che si sta ricavando una nicchia importante nei progetti a basso impatto ambientale, anche in ambiti industriali che esulano dalle attività prettamente marittime e logistiche. 

Qual è un primo bilancio per questo 2023?

Siamo in linea con la tendenza di crescita degli anni precedenti, con un fatturato che passerà dai 600mila al milione di euro. Come sempre le attività principali che hanno caratterizzato l’annata sono state la progettazione e la supervisione dei lavori per quanto riguarda le modifiche a bordo nave per l’installazione di impianti ballast water, shore connection, scrubber, compressione di azoto, etc. Insomma, tutti quegli adeguamenti che tendono ad incrementare l’efficienza della nave e, di conseguenza, a diminuire le loro emissioni, in aria e in acqua. In più, continuiamo ad operare come service per le società internazionali che rappresentiamo. Una di queste, Headway Technology Group di Qingdao, è un’importante realtà che lavora nel settore delle nuove tecnologie. 

Non solo la “blue economy”…

Le grandi competenze tecniche di soci e dipendenti ci hanno permesso recentemente di ricevere l’incarico per la progettazione dei collegamenti e delle connessioni di un impianto di liquefazione biogas e, per quanto riguarda il montaggio, su due siti in provincia di Salerno che operano attraverso il trattamento delle deiezioni delle bufale raccolte nell’area di Battipaglia-Paestum. 

Ritornando all’armamento. Quali sono le soluzioni tecnologiche più richieste?

Non c’è un’opzione che prevalga sull’altra. A seconda dei bisogni si punta a rendere più efficienti le navi per consumare principalmente meno carburante: è il passo essenziale per inquinare di meno. Un esempio valido in questo senso è rappresentato dall’allestimento delle batterie a bordo che, caricate durante la fase di navigazione, permettono di azzerare le emissioni una volta arrivati in banchina. Discorso simile per le installazioni di “shore connection” che rendono possibile di ricevere a bordo la corrente.    

Su quali mercati operate?

Abbiamo due sedi estere, una a Malta e una in Inghilterra, a Southampton, che supportano un crescente impegno internazionale. Naval EGT è infatti capofila di una rete di aziende, denominata Naval Project Network, che conta sulla collaborazione di società che offrono un’ampia gamma di servizi. Non solo progettazione ma anche riparazioni, dalla carpenteria fino all’automazione dei sistemi. 

Quali sono i piani per il futuro?

Ci stiamo orientando a rispondere a tutti gli interventi che saranno richiesti in tema di riduzione delle emissioni di CO2. Dalla promozione e sviluppo di soluzioni di “carbon capture”, all’utilizzo di nuovi combustili o uso di “air lubrification” per ridurre l’attrito della carena sull’acqua.  

Qual è il livello di sensibilità su questi temi? 

All’estero c’è una maggiore attenzione sulle potenzialità delle nuove tecnologie. Il nostro mercato è più conservativo. C’è una certa resistenza a fare la prima mossa rispetto alle incertezze su quale sia la ricetta migliore per raggiungere l’obiettivo. D’altronde i fattori di cui tenere conto sono molteplici e riguardano innanzitutto le caratteristiche operative. Le soluzioni ottimali per un traghetto che opera nel Golfo di Napoli sono diverse da quelli che collegano le isole, così come quelle che nel cargo possono essere applicate per unità feeder o transoceaniche.

M.D.C.