DICEMBRE 2023 PAG. 38 - Promuovere una nuova generazione di marittimi
USCLAC-UNCDIM-SMACD (Unione Sindacale Capitani Lungo Corso al Comando / Unione Nazionale Capitani Direttori di Macchina / Stato Maggiore Abilitato al Comando o alla Direzione di Macchina) è il sindacato dei lavoratori marittimi fondato nel 1967 e che oggi conta in Italia circa 700 iscritti, in gran parte comandanti e direttori di macchina, ma non solo: presidente è il comandante Claudio Tomei.
Il sindacato, con sedi a Genova e Viareggio, da sempre si batte per i diritti della gente di mare, a cui fornisce assistenza legale, fiscale e pensionistica, oltre a rappresentare i lavoratori nei tavoli di trattativa con le compagnie e le associazioni armatoriali.
Fra le storiche battaglie di USCLAC-UNCDIM-SMACD ricordiamo quella per l’inserimento del lavoro marittimo nell’elenco di quelli “usuranti”, con il riconoscimento dei benefici ai lavoratori che ne conseguirebbe.
Ripercorrendo brevemente il percorso che ha portato all’esclusione dei marittimi, ricordiamo che nel 1993 con il Decreto Legislativo 374, fu fatto un primo elenco delle “Attività Usuranti” dove i marittimi erano inseriti, esattamente nella Tabella A.
I marittimi sono però scomparsi dallo stesso elenco, per motivi ancora misteriosi, dal testo del Decreto del ministro del Lavoro e della Previdenza sociale n. 208 del 19 maggio 1999, il quale stilava una lista di criteri per l’identificazione dei lavori usuranti che escludeva i marittimi.
Il Decreto legislativo n. 67/2011 ha infine confermato l’interpretazione del decreto del 1999, tenendo fuori quindi i marittimi dall’elenco.
Tutto ciò è successo senza nessuna comunicazione o spiegazione, inserendo tutte le volte categorie di lavoratori che, pur con il rispetto loro dovuto, non sono minimamente paragonabili ai marittimi quanto a “usura”.
Altra battaglia di USCLAC-UNCDIM-SMACD è quella per il diritto di voto per i lavoratori marittimi, ennesima prova della scarsa attenzione di cui soffre la nostra categoria da parte delle istituzioni.
Oggi ai marittimi impegnati in servizio durante le giornate di elezioni, di fatto è impedito di votare, viene cioè loro negato uno dei diritti fondamentali dell’individuo. Per essere precisi i marittimi possono votare, ma solamente a costo di sottoporsi a una procedura lunga e impegnativa, che richiede di recarsi prima in Capitaneria, poi nel comune dove ci si trova in quel momento per servizio e poi infine al seggio elettorale di quel comune.
Anche qui, è spiacevole fare paragoni ma altre categorie di lavoratori da tempo possono invece votare anche al di fuori del proprio comune di residenza se in quel momento si trovano in un altro luogo per servizio.
Un’altra questione che vede impegnato il sindacato è la revisione dell’inquadramento giuridico dei comandanti, sui quali a causa delle normative attuali, obsolete, ricade un carico davvero eccessivo di responsabilità , civili e penali. A giudizio di USCLAC-UNCDIM-SMACD il comandante di una nave oggi ha compiti simili a quelli di un manager di azienda, e come tale va considerato.
A proposito di riforme, dal momento che oggi ai lavoratori marittimi si chiedono sempre maggiori competenze e sforzi, il sindacato insiste con decisione sull’importanza imprescindibile della formazione, tanto più urgente alla luce delle innovazioni tecnologiche che stanno trasformando il mondo dello shipping e la vita di bordo, sempre più digitalizzata e complessa, in un mondo globalizzato.
USCLAC-UNCDIM-SMACD sostiene da sempre anche una maggiore presenza delle donne nel settore dello shipping, tema al quale sono stati dedicati diversi eventi e momenti di approfondimento e che resta di scottante attualità vista anche la cronica carenza di personale, soprattutto specializzato, e la necessità di un cambio generazionale a cui le nuove lavoratrici possono contribuire in modo significativo.
Last but not least, il sindacato si impegna anche per la questione delle “Medaglie d’onore di lunga navigazione”, alta onorificenza dello Stato che purtroppo richiede ancora tempi lunghissimi per la consegna effettiva, fra i dodici e i quindici anni, tanto che sono spesso le vedove o i parenti a ritirare medaglie assegnate a marittimi che nel frattempo sono deceduti.
Tutte queste battaglie, se ci si riflette, inducono a pensare che nonostante la forte vocazione marinara dell’Italia e la reputazione internazionale di cui godono i nostri marittimi nel mondo, la categoria non abbia la considerazione e il rispetto che merita, specie da parte delle istituzioni.
USCLAC-UNCDIM-SMACD continuerà a impegnarsi su tutti questi fronti, ma non solo, per migliorare la condizione dei marittimi italiani, auspicando che le nuove generazioni possano operare in condizioni più consone al livello di preparazione ed impegno dei lavoratori.
Francesco S. Salieri