NOVEMBRE 2023 PAG. 56 - Nave Italia contro pregiudizio sociale della disabilità
Dopo 2.448 miglia e 1779 ore trascorse in mare, si è conclusa la campagna di solidarietà 2023 di Nave Italia, il brigantino a vele più grande del mondo proprietà di Fondazione Tender To Nave Italia e battente bandiera della Marina Militare che organizza campagne a favore di ragazzi e adulti con disabilità cognitive, deficit sensoriali, malattie genetiche, disagio psichico e sociale.
Salpata dal porto di La Spezia il 18 aprile scorso, dopo aver toccato, in circa 6 mesi di navigazione, i porti italiani di Genova, Savona, Livorno, Civitavecchia, Olbia e Cagliari, Nave Italia ha portato a bordo 23 tra associazioni ed enti no profit del terzo settore provenienti da tutta Italia e una dal Sudafrica, per un totale di 247 partecipanti e 108 accompagnatori. Nel corso della campagna, sono stati ospitati enti diversi, tutti affiancati dal personale della Fondazione che ne cura i progetti, dalla genesi alla realizzazione.
A bordo si vive e si opera fianco a fianco, attorniati dal mare e dal vento. Tutti, indistintamente, ciascuno con un ruolo preciso, marinai, ragazzi, accompagnatori. Si diventa tutti parte di uno stesso equipaggio, senza distinzioni tra chi sale a bordo per una settimana e chi ne fa parte in pianta stabile. Questo, e l’esposizione dei beneficiari a stimoli emotivamente molto forti, sempre in una cornice di massima sicurezza, è il segreto del “metodo Nave Italia” che, sotto la guida del personale scientifico della Fondazione e dell’equipaggio della Marina Militare, si è rivelato particolarmente efficace nel consentire a piccoli gruppi di persone in difficoltà di mettersi alla prova e sfruttare a pieno le proprie potenzialità, superando tutti quei pregiudizi che li accompagnano nella quotidianità.
«Ci siamo sentiti dire: “impossibile che un non vedente possa navigare su un veliero senza correre rischi”; “irragionevole che un autistico sia improvvisamente inserito in spazi nuovi con persone che non conosce”; “un ragazzo con grave epilessia non può nuotare in acqua alta”; “un ultraottantenne con diagnosi di demenza senile non può adattarsi a cabine piccole e scale ripide - afferma il Direttore Scientifico Paolo Cornaglia Ferraris - Eppure, da 16 anni persone che vivono disabilità e disagio salgono su Nave Italia per ritrovare energie personali nascoste, liberarsi di preconcetti, uscire dalla prigione in cui vivono a causa del pregiudizio sociale. Chi pensava si trattasse di un sogno, s’è stupito di come la nostra squadra di psicologi, educatori, medici e pedagogisti, uniti ad un formidabile equipaggio di professionisti della Marina Militare Italiana, riuscisse ad offrire a tutti la libertà di una straordinaria avventura sul mare. Uno strumento unico, un metodo riabilitativo collaudato da anni di esperienza e provata efficacia: un brigantino è diventato il luogo dove il “Metodo Nave Italia” rivela la propria forza, per la sua capacità di porre ogni persona di fronte ad un “cambio di rotta”. Non saranno mai più prigionieri del proprio disagio. Salendo a bordo, vivono un’avventura emozionante, coinvolgente, gioiosa, che li conduce ad una vita diversa da quella precedente, segnata da limiti che troppi credevano invalicabili».
Nave Italia si sta già preparando anche per la nuova stagione solidale 2024. Si sono già chiuse le iscrizioni per la presentazione dei progetti da parte di tutte le associazioni e gli enti interessati a sperimentare il metodo Nave Italia. Dal prossimo gennaio Fondazione Tender To Nave Italia procederà al vaglio delle proposte, gli enti selezionati inizieranno a collaborare con lo staff e ad essere formati per potersi preparare al meglio in vista delle partenze previste nella stagione 2024.
«Si tratta di una grande opportunità per tutte quelle realtà – enti non profit, scuole, ospedali, ma anche servizi sociali, aziende pubbliche o private – che promuovano azioni inclusive verso i propri beneficiari e le loro famiglie e che, grazie alla Fondazione Tender to Nave Italia, possono offrire loro l’opportunità di vivere un’esperienza educativa e formativa a stretto contatto con l’equipaggio della Marina Militare e lo staff della Fondazione».
Sandro Minardo