SETTEMBRE 2023 PAG. 31 - Mediterraneo, nuove strategie per unire e non dividere
Il Mediterraneo delle crescenti tensioni geopolitiche, economiche e sociali necessita di cuciture. Servono strategie volte a recuperare ciò che questo mare unisce e non divide. A ricostruire una visione collettiva. L’iniziativa politica dovrà farsi largo tra le difficoltà oggettive, le contingenze strumentali, la ricerca di soluzioni di compromesso. Ma è ad un livello meno visibile, più immediatamente concreto e operativo, che si giocherà realmente la partita. Nella costruzione e nel confronto delle diverse esperienze e competenze. Si tratti di governance, economia o cultura materiale, il Mediterraneo necessita una nuova grammatica. Mattoni per costruire una lingua comune.
È nelle pieghe di questa sfida epocale che l’idea di tecnostruttura, come attore fortemente specializzato, in grado di facilitare e rendere più fluidi i processi che non sempre i soggetti istituzionali e privati sono in grado di interpretare in maniera puntuale e veloce, può giocare un ruolo cruciale. Ed è la strada che si appresta a intraprendere ForMare – Polo Nazionale dello Shipping con il lancio del progetto CALLMEBLUE – Cluster ALLiance MEd BLUE, nell’ambito dell’azione europea EMFAF-2023-PIA-FLAGSHP (Regional flagships projects supporting sustainable blue economy in EU sea basins).
«L’iniziativa parte dal ruolo sempre più rilevante dei cluster marittimi nella connessione tra enti pubblici e privati che operano in tutti i settori trasversali legati alla blue economy, sia a livello nazionale che mediterraneo» spiega il presidente di ForMare, Fabrizio Monticelli. «L’idea è quella usufruire della loro capacità di rendere possibile la creazione di reti, il trasferimento tecnologico, l’internazionalizzazione e l’innovazione tra PMI, grandi aziende, centri di ricerca e università che agiscono come attori chiave nella promozione di investimenti sostenibili della blue economy».
Coordinato dalla società di servizi di Confitarma il progetto della durata di due anni vede la partecipazione da parte italiana di Cluster BIG e Federazione del mare, oltre a organizzazioni di Grecia, Spagna, Portogallo, Francia, Tunisia e Algeria.
L’obiettivo principale di CALLMEBLUE è quello di rafforzare il dialogo e la collaborazione, partendo da quella “blue economy” che del Mediterraneo è elemento costitutivo ma anche, e soprattutto, possibile leva di sviluppo per il futuro.
«Puntiamo a rafforzare le alleanze tra cluster della sponda nord e sud del bacino, accelerando i processi di cooperazione regionale e supportando lo sviluppo di Cluster Marittimi Strategici della regione Nord Africana, attraverso la creazione di modelli interregionali trasferibili» continua Monticelli. «L’ambizione del progetto è arrivare allo sviluppo di un vero e proprio ecosistema dei cluster mediterranei, attraverso un’azione di rafforzamento reciproco, basata sulle rispettive esperienze».
Sul piano operativo sono previste azioni concrete, sia a livello locale che regionale, al fine di accrescere la consapevolezza della rilevanza dei cluster marittimi come attori chiave per le politiche di sostenibilità nella “blue economy” attraverso due direttrici: lo scambio di best practices e il trasferimento di conoscenze tra i clusters della sponda nord e sud; la creazione di modelli di formazione trasferibili attraverso attività di piloting, rivolto ai futuri cluster marittimi dell’area mediterranea, al fine di prepararli su aspetti di carattere legale, strutturale, amministrativo e gestionale.
«Avviare un processo di armonizzazione dei cluster marittimi euro-mediterranei, alla luce del ruolo strategico che il bacino gioca, e continuerà a giocare, a livello internazionale, è un’operazione essenziale per delineare le scelte future» conclude Monticelli. «I prossimi 24 mesi saranno caratterizzati da un lavoro complesso ma fondamentale per mettere a sistema un pilastro portante individuato dalla programmazione europea».
Giovanni Grande