LUGLIO 2023 PAG. 14 - Efficientare le infrastrutture passo verso la sostenibilità
Dalla fase iniziale di programmazione basata sull’idea di industria pesante alle attuali sfide della sostenibilità l’Interporto di Padova ha attraversato con un modello amministrativo e operativo decisamente peculiare le evoluzioni e le rivoluzioni della logistica. Senza far mai venire meno quella che il Direttore del CRIEP - Centro di ricerca interuniversitario sull’economia pubblica, Prof. Luciano Greco considera la funzione basilare di un’infrastruttura del genere, ovvero, «il punto di interscambio necessario a determinare una gerarchia tra le modalità di trasporto terrestre». Con il professor Greco PORTO&interporto ha approfondito alcune delle priorità poste al centro del futuro delle realtà interportuali italiane.
Come contemperare esigenze economiche e ambientali?
Le strade da intraprendere sono sostanzialmente due e si basano su un concetto semplice: utilizzare in maniera efficiente le infrastrutture esistenti. Se su una certa area logistica grazie all’automatizzazione e all’ottimizzazione delle attività operative riesco a moltiplicare il numero delle movimentazioni di fatto rendo non necessario cementificare altre porzioni di territorio. Lo sviluppo dei traffici, che rappresentano il tessuto connettivo di un’economia territoriale, va sostenuto ma declinato secondo principi efficienti di sostenibilità.
Qual è la seconda strada?
Le aree dismesse, i cosiddetti brownfield, possono rappresentare un’importante risorsa qualora sia necessario ampliare gli spazi da adibire a funzione logistica o di interscambio. Lasciare al solo mercato la scelta di dove ubicare nuove infrastrutture mette a rischio il patrimonio costituito dalle aree verdi. Sotto questo aspetto è necessario ampliare la gestione dei dati, tema che tra l’altro riguarda un po’ tutto il settore.
Cosa manca a livello di gestione dei dati?
Un modello di analisi. Da studioso dico che a livello ministeriale l’Italia dovrebbe dotarsi di un osservatorio con mera funzione consultiva per determinare un sistema di misurazione a tutto tondo: misure fisiche, performance, integrazioni delle reti, impatto ambientale. C’è una mole di dati già a nostra disposizione che non processiamo e che non riescono ad essere utili come potrebbero nel sostenere le decisioni da prendere a tutti i livelli.
Quali linee guida da adottare su questa tematica?
In realtà bisognerebbe partire dalle politiche infrastrutturali, dagli obiettivi che si vogliono raggiungere e da qui decidere la natura delle misurazioni da intraprendere. Faccio un esempio concreto. In merito all’impatto ambientale delle attività logistiche e di trasporti andrebbero prodotte statistiche precise, tarate sulla specifica realtà italiana. perché, mi si permetta l’espressione c’è dato e dato.
Continuerà la collaborazione tra Università e Interporto di Padova?
Senza dubbio si. Abbiamo lavorato molto sull’abbattimento ambientale dell’attività di ultimo miglio. Una ricerca in cui l’interporto ci ha fornito un importante caso di studio. Poi ci sono tutta una serie di progetti di ricerca a livello europeo da sviluppare guardando a concrete applicazioni industriali. L’auspicio è che a breve possa finalmente vedere la luce, in accordo con tutti i soggetti istituzionali del territorio, un centro studi di eccellenza dedicato alle infrastrutture con collaborazioni a livello nazionale e internazionale.