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GIUGNO 2023 PAG. 58 - NEWS ADSP

 



Diga di Genova, il VIA dal MASE

Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica ha reso noto l’esito positivo della verifica di ottemperanza VIA per la realizzazione della Nuova Diga di Genova con relativa pubblicazione del decreto sul sito ministeriale. Proseguono, quindi, coma da cronoprogramma, i lavori avviati il 4 maggio scorso con la posa degli strati di ghiaia sul fondale marino, propedeutica alle successive operazioni di consolidamento, che proseguiranno fino a settembre 2024. Le attività stanno procedendo a pieno ritmo e attualmente impiegano due navi che trasportano complessivamente 3.000 tonnellate di ghiaia al giorno da Piombino a Genova. Il 20 giugno inizieranno anche le operazioni della seconda fase di consolidamento che prevede la realizzazione nel fondale marino di 70.000 colonne di ghiaia lunghe tra i 7 e i 12 metri per garantire stabilità al basamento su cui poggerà la barriera. Seguirà poi la costruzione del basamento stesso, che poggerà sul fondale consolidato fino a una profondità di 50 metri. Per la sua realizzazione saranno impiegati 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso, in parte ricavati dallo smantellamento della diga esistente in un’ottica di economia circolare. Sul basamento sarà posizionato un centinaio di cassoni prefabbricati, larghi 35 metri, lunghi 67 metri e alti fino a 33 metri (come un palazzo di 10 piani). La prefabbricazione dei cassoni partirà il prossimo settembre.


Vado Ligure, nuove opere per oltre 100 milioni di euro.

Completamento della diga foranea di Vado Ligure, con l’avvio dei lavori previsti entro il primo semestre del 2025, realizzazione della nuova strada sulla sponda del torrente Segno, rifacimento del ponte di via alla Costa e del ponte di via Verdi, sistemazione del rio Lussu e dell’adiacente vasca “ex Tirreno Power”: sono questi i nuovi interventi infrastrutturali contenuti nel protocollo d’intesa per lo sviluppo, la sostenibilità e l’occupazione di Vado Ligure firmato da MIT, Regione e AdSP, per un valore complessivo di oltre 100milioni di euro. Il documento, in considerazione delle nuove esigenze del territorio e degli sviluppi portuali realizzati e futuri, va a integrare quello sottoscritto nel 2008 e aggiornato nel 2018, inserendo appunto nuovi interventi infrastrutturali e aggiornando il cronoprogramma delle opere già in corso di esecuzione. Con la sottoscrizione del protocollo si avviano le procedure per l’aggiornamento dell’Accordo di Programma, che verrà siglato entro il 31 luglio di quest’anno. Per quanto riguarda la realizzazione della diga foranea di Vado Ligure, i lavori della prima fase sono in corso di esecuzione per un importo pari a circa 78 milioni di euro, con termine previsto per il 2025: la seconda fase prevede il completamento del progetto di fattibilità tecnica economica entro agosto 2023, aggiudicazione e l’avvio lavori rispettivamente entro fine 2024 e primo semestre 2025, con l’impegno da parte di MIT, Regione Liguria e AdSP a reperire la copertura finanziaria, stimata in circa 80 milioni di euro. La strada lungo il torrente Segno, necessaria al collegamento tra la zona industriale, il retroporto e gli ambiti portuali di Vado e Bergeggi, servirà a separare il traffico commerciale e pesante dal traffico leggero urbano e per favorire lo sviluppo delle nuove attività presenti sul territorio. Il costo previsto per l’intervento è pari a circa 9 milioni di euro.

Il rifacimento del ponte di via alla Costa, collegato con la nuova via Trieste, mira a completare gli interventi di separazione tra la viabilità urbana e la viabilità industriale e portuale. Il costo previsto per l’intervento è di circa 9 milioni di euro. Il rifacimento del ponte di via Verdi consentirà il collegamento diretto tra la strada di scorrimento veloce, la zona industriale, il retroporto e gli accessi agli ambiti portuali di Vado e Bergeggi. Il costo previsto dell’intervento è pari a circa 5 milioni di euro. La sistemazione del rio Lussu e dell’adiacente vasca “ex Tirreno Power” avrà un costo previsto di circa 1,5 milioni di euro.


Faros, apre l’hub di La Spezia

Si è aperta la nuova Call for Startup di FAROS, l’acceleratore dedicato alla Blue Economy nato nel 2021 per promuovere in Italia un’economia del mare a sostegno dello sviluppo sostenibile. FAROS, primo acceleratore in Italia dedicato a questo settore, inaugura la 2° edizione ampliando la propria presenza sul territorio: all’Hub di Taranto, consolidatosi durante la prima edizione del programma, si aggiunge infatti l’Hub di La Spezia. Sia l’hub spezzino, sia quello di Taranto, accoglieranno le startup durante il percorso di accelerazione e saranno focalizzati su ambiti tematici differenti e affini alle vocazioni del territorio. Faros è nato su iniziativa di CDP Venture Capital Sgr in collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto ed è gestito da a|cube​, acceleratore di imprese ad impatto sociale e ambientale e dal local manager Wylab con il supporto strategico di PortXL, acceleratore di Rotterdam leader nel settore maritime.


Livorno, controlli container più smart

A Livorno è stato testato con successo un servizio innovativo per la gestione dei controlli in piazzale. Parte integrante del Tuscan Port Community System – la piattaforma dell’Autorità di Sistema Portuale che digitalizza e semplifica i flussi informativi collegati alle operazioni di importazione ed esportazione della merce – il sistema permette agli spedizionieri di richiedere da remoto al terminalista la messa a disposizione del container. Il terminal operator potrà interagire a sua volta con il software per indicare la finestra temporale di messa a disposizione del contenitore e l’area di controllo presso la quale verrà espletata l’ispezione fisica. Con contestuale notifica verranno informati gli enti di controllo coinvolti nelle attività di ispezione. Che saranno tracciate, con aggiornamento costante delle informazioni relative a tempi e sigilli apposti sui contenitori controllati. Le informazioni saranno inoltre messe a disposizione dell’Agenzia Dogane e Monopoli, potenziando le iniziative di digitalizzazione in corso, come Port Tracking e fornendo strumenti di supporto al coordinamento tra gli enti, per la prossima applicazione dello Sportello Unico Doganale e dei controlli (SUDOCO). Il nuovo modulo, che in una prima fase sarà operativo presso il il Terminal Darsena Toscana ed il Terminal Lorenzini, è stato presentato stamani durante un evento di “lancio” cui sono stati invitati a partecipare referenti delle associazioni di categoria (SPEDIMAR, ASAMAR, Associazione Spedizionieri Doganali Firenze), dell’Agenzia Dogane e Monopoli, degli enti di controllo e dei terminal contenitori interessati.


San Benedetto del Tronto, parte il dragaggio 

L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale dà l’avvio ai lavori di dragaggio dell’imboccatura del porto di San Benedetto del Tronto. L’intervento si è reso necessario per rispondere alle richieste degli operatori locali della flotta pescherecci, che vivono grosse difficoltà di manovra in ingresso e in uscita dallo scalo a causa dell’insabbiamento dell’imboccatura portuale. Il progetto dell’Autorità di sistema portuale prevede il dragaggio di una superficie di circa 60 mila metri quadrati e l’asportazione di materiale pari a circa 90 mila metri cubi, con un approfondimento dei fondali dell’imboccatura portuale fino a -5 metri sul livello medio marino nel canale di accesso e fino a -4 metri nell’area limitrofa interna. I lavori sono stati affidati ad un’impresa specializzata nel settore, la E.Co.Tec. di Rimini, selezionata attraverso una procedura negoziata. L’importo complessivo dell’intervento che sarà realizzato ammonta a 1.173.050 milioni di euro. La società incaricata utilizzerà attrezzature all’avanguardia e seguirà rigorosi standard ambientali al fine di garantire un intervento sostenibile e rispettoso dell’ecosistema marino. Per raggiungere questo risultato l’Autorità di sistema portuale ha promosso un forte raccordo istituzionale, coinvolgendo Ispra che ha definito le aree a mare, in questo caso a sud delle Marche, adatte a depositare i sedimenti compatibili con l’ambiente marino, il Crn Irbim e l’Università politecnica delle Marche che hanno curato le analisi sui campioni per la caratterizzazione dei sedimenti. A supporto dell’AdSP è intervenuta la Regione Marche, con un cofinanziamento di 80 mila euro, a fronte della possibilità di utilizzare a sua volta le aree di conferimento per i porti regionali.


Accordo istituzionale AdSP del Mare Adriatico Centrale e Arpa Marche

Avviare una collaborazione tecnico-scientifica per realizzare attività comuni volte all’integrazione e al rafforzamento delle conoscenze e competenze ambientali legate alle attività portuali nell’ottica degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Unione europea. Questo l’obiettivo dell’accordo quadro istituzionale siglato da Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale e da Arpa Marche. Altri scopi dell’intesa sono quelli di cooperare per individuare le migliori modalità di monitoraggio delle varie matrici ambientali e assicurare il continuo miglioramento dell’uso del territorio, da parte delle attività portuali, a beneficio della collettività. Gli ambiti della cooperazione fra Adsp e Arpa Marche interessano la pianificazione del sistema portuale e urbano, che deve essere rispettosa dei criteri di sostenibilità energetica ed ambientale, in coerenza con le politiche promosse dalle direttive europee in materia, la definizione di indirizzi strategici per l’implementazione di specifiche misure per migliorare l’efficienza energetica e per promuovere l’uso delle energie rinnovabili in ambito portuale, urbano e industriale. Fra i temi da sviluppare insieme, ci sono la definizione e l’implementazione dei sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria, dei consumi energetici, delle acque marine nell’area portuale, del rumore sottomarino e di indicatori specifici che permettano di disporre di un quadro complessivo di informazioni scientificamente strutturate, utili a pianificare le azioni di miglioramento dell’habitat urbano. Altri punti dell’accordo riguardano la progettazione e l’organizzazione di incontri su tematiche di interesse comune e la promozione di attività di diffusione della cultura ambientale sempre più a misura del cittadino. La collaborazione concreta su ogni materia del protocollo verrà definita, di volta in volta, da specifiche convenzioni. La prima azione condivisa riguarderà l’aggiornamento della classificazione dei sedimenti per accelerare l’azione di escavo dei fondali nei porti di Ancona e Pesaro.


Nuova concessione a PSA Venice - Vecon

Il Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale ha deliberato all’unanimità il rilascio della concessione demaniale e correlata autorizzazione all’esercizio di operazioni portuali in conto terzi (ex art. 16 e 18 della L. n. 84/1994 s.m.i.) alla società Vecon S.p.A.  La concessione rappresenta un’importante obiettivo conseguito applicando il Regolamento per le Concessioni Demaniali Marittime, adottato dal Comitato di Gestione nel febbraio 2022, che recepisce i criteri valutativi voluti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.  La conclusione dell’iter di rilascio della concessione, particolarmente complesso dovendo tenere anche in considerazioni le esigenze commissariali legate alle crociere, è volta a definire una pianificazione portuale, logistica e operativa in linea con gli strumenti pianificatori dell’Ente (in primis il POT 2022-2024) e con le esigenze di mercato di lungo termine. Nella fattispecie la concessione riguarda un compendio demaniale di complessivi 282.800 mq presso il Porto Commerciale di Marghera – Molo B composto da aree, edifici, impianti ferroviari (per uno sviluppo complessivo di 3.200 metri) e banchine (banchina Emilia per 510 metri e Banchina Liguria per 350 metri di lunghezza).   Oggetto della concessione il mantenimento e lo sviluppo del compendio ai fini dello sbarco, imbarco, trasbordo, deposito e movimentazione conto terzi di container e ro-ro, nonché di tutti i servizi portuali complementari e accessori al ciclo delle operazioni portuali. La concessione demaniale avrà una durata di 25 anni (con decorrenza a partire dal 01 ottobre 2024 e scadenza al 01 ottobre 2049) ed avrà un canone nominale poco superiore ai 2 milioni di euro/anno, soggetto a rivalutazione sia in relazione alle variazioni di indici nazionali disposti dalla vigente normativa, sia in relazione agli ammortamenti per gli investimenti infrastrutturali previsti dal concessionario. La società – che si impegnerà a provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli impianti in concessione – prevede di raggiungere, al termine della concessione, un volume di traffico feeder e intra-mediterraneo pari a 500.000 TEU, uno shift modale medio da strada a ferro del 6% dei propri volumi e proseguire, per il tempo necessario, ad ospitare (per il tempo necessario alla struttura commissariale) gli accosti di navi da crociera nella modalità attuale.   Gli investimenti totali per un valore di 78.6 milioni di euro riguarderanno principalmente la sostenibilità ambientale (con sostituzione dei motori endotermici con motori elettrici o a basso impatto ambientale dei mezzi per la movimentazione di container, l’installazione di pannelli fotovoltaici e l’installazione di torri-faro a led) e lo sviluppo della capacità operativa e logistica del terminal per il quale verranno destinati oltre 55 milioni di euro - di cui 24 milioni dedicati all’acquisto/aggiornamento delle gru - concentrati principalmente per l’acquisizione di nuovi mezzi o nell’aggiornamento degli esistenti. 


Un museo virtuale per scoprire i porti di Venezia e Chioggia 

Continua la collaborazione fra L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e il Comune di Venezia nell’ambito della promozione di progetti a valenza educativa e culturale. Dopo la presentazione del progetto “Port educational” a Ca’ Farsetti, i due Enti hanno illustrato, alla Torre di Porta Nuova nella cornice del Salone Nautico di Venezia, la presentazione dell’Applicazione multimediale Museo Virtuale dei Porti di Venezia e Chioggia. L’applicazione, realizzata dall’Autorità di Sistema Portuale grazie alla collaborazione di numerosi partner pubblici e privati, propone una nuova narrazione della portualità veneta di ieri e di oggi, attivando una navigazione on site e da remoto, lungo punti di interesse disseminati tra il Centro Storico di Venezia, Marghera e Chioggia che consentono di immergersi nel passato, conoscere il presente e immaginare il futuro della cultura marittimo-portuale veneta. Più in particolare l’app “I porti di Venezia e Chioggia - Museo Virtuale”, grazie alla georeferenziazione di selezionati punti di interesse e alla localizzazione del dispositivo del visitatore, suggerisce in tempo reale le tappe lungo il percorso di visita, partendo dalla posizione dell’utente. Tramite la app, infatti, l’utente può: scoprire i principali punti di interesse legati alle attività dei porti di Venezia e Chioggia ieri e oggi; essere guidato attraverso itinerari tematici, accedere a contenuti testuali, video e multimediali, nonché a vedute dall’alto sui punti più interessanti degli scali lagunari; cimentarsi in giochi per sbloccare contenuti extra e curiosità. L’app prevede poi una sezione dedicata ai più piccoli (8-11 anni) che, attraverso disegni, animazioni e giochi consente di conoscere storia, attività e mestieri delle due città portuali e guadagnare il titolo di “esperti del porto”.


Napa, Venezia passa la mano

Dopo tre anni di Presidenza dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, è avvenuto, a Rijeka, il passaggio di consegna dai porti di Venezia e Chioggia al porto croato di Rijeka della presidenza di turno dell’Associazione NAPA (North Adriatic Ports Association) che, oltre a quelli veneti e croati, annovera fra i suoi membri, anche i Porti di Trieste e Monfalcone, il porto di Ravenna e il Porto sloveno di Koper. Dopo la sospensione delle attività dovuta all’emergenza pandemica, l’Associazione ha ripreso il suo cammino sotto il coordinamento del Presidente dell’AdsP di Venezia e Chioggia nel segno del rilancio, del reciproco impegno lungo la rotta della cooperazione internazionale e del rafforzamento della competitività del NAPA. Durante la presidenza veneziana, l’associazione NAPA ha elaborato un documento programmatico (“Position Paper”) che prevede un contributo del NAPA al processo di Revisione delle Reti TEN-T di cui i passaggi salienti prevedono il riconoscimento dei “ports clusters” e dei progetti transfrontalieri marittimi, l’estensione delle Autostrade del Mare ai Paesi Terzi Vicini del Mediterraneo ed il piano di investimenti dei porti NAPA al 2030 sulle infrastrutture di ultimo miglio ferroviario, energetiche e digitali. Inoltre, sono stati portati avanti progetti co-finanziati dall’Unione Europea che hanno trovato o stanno trovando attuazione in uno o più porti membri dell’Associazione. Tra questi: ACCESS2NAPA, promosso nell’ambito del programma di finanziamento europeo “Connecting Europe Facility” per la realizzazione di opere funzionali all’accessibilità sia marittima che terrestre di ultimo miglio, EALING-European Flagship Action For Cold Ironing in Ports, sempre co-finanziato dal programma CEF e focalizzato sull’elettrificazione delle banchine, SUSPORT  e CLEANBERTH, progetti di cooperazione territoriale europea co-finanziati dai Programmi Interreg Italia-Croazia ed Italia-Slovenia ed entrambi focalizzati sulla sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica in ambito portuale. Per finire, i progetti che fanno leva su innovazione e digitalizzazione per rafforzare accessibilità e trasporto di merci marittimo e multimodale: INTESA e PROMARES, cofinanziati dal programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia, e COMODALCE, co-finanziato nell’ambito del Programma di cooperazione transnazionale Interreg Central Europe.   


Decarbonizzazione e digitalizzazione nei porti del Nord Adriatico

Fare il punto sullo stato dell’arte dei processi di sostenibilità ambientale e adozione di soluzioni digitali tra i porti di Italia, Slovenia e Croazia, analizzandone sfide e possibili strategie congiunte. Questo il focus del convegno “Porti verdi e intelligenti nella regione Adriatico-Ionica. La decarbonizzazione e digitalizzazione dei porti e del trasporto merci”, svoltosi a Trieste al MIB e organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale in collaborazione con la Regione FVG e sotto gli auspici della Macrostrategia europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR). Negli ultimi anni i porti che si affacciano sulla sponda adriatica dei tre Paesi hanno collaborato per migliorare le loro prestazioni ambientali e la loro efficienza attraverso soluzioni telematiche, sia in seno al NAPA – l’Associazione che riunisce i porti di Ravenna, Venezia, Trieste, Capodistria e Fiume - sia nell’ambito di diversi progetti co-finanziati da fondi europei con capofila lo scalo giuliano. Per quanto riguarda gli investimenti dell’Authority giuliana, su 11 progetti attualmente in corso a cui partecipa il porto di Trieste con un budget totale di circa 43,5 milioni di euro, cinque riguardano la decarbonizzazione, tre la digitalizzazione e tre la costruzione di nuove infrastrutture. Le conoscenze sviluppate nell’ambito di questi progetti, unitamente a quelle di EALING (European flagship action for cold ironing in ports) del Programma CEF sono state messe a sistema portando le esperienze di più di trenta realtà tra porti, interporti e operatori logistici appartenenti a undici Paesi europei. Durante la conferenza sono stati illustrati i principali risultati di queste iniziative ed è stato firmato un protocollo congiunto tra i rappresentanti degli scali di Italia, Slovenia e Croazia per la creazione di un sistema di cooperazione transfrontaliera nell’ambito della decarbonizzazione del settore portuale. 

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