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MAGGIO 2023 PAG. 22 - Genova affronta il futuro con grandi ambizioni

 



A dispetto delle incertezze del quadro geo-economico il capoluogo ligure confida nei grandi piani infrastrutturali previsti per lo sviluppo del suo porto e delle relative aree retroportuali. L’obiettivo è rafforzare il suo ruolo “logistico” internazionale, intercettando i flussi di un mondo che si va riarticolando. Lo dimostra anche l’importanza dello stand presentato alla recente Fiera di Monaco. Occasione, come spiega a PORTO&interporto, Giampaolo Botta, Direttore Generale di Spediporto, «per concretizzare contatti commerciali e industriali, condividere esperienze, imparare da altre realtà». 

Come è impegnata Spediporto in questo percorso di rafforzamento del sistema portuale?

Un primo passo fondamentale è legato allo sviluppo del PCSO e al trasferimento della piattaforma sui sistemi server nazionali. Di fatto il Port Community System di Genova diventa modello per la portualità della penisola forte dell’efficienza operativa che ha dimostrato in questi anni. Ciò significa che, al di là dei grandi investimenti in infrastrutture fisiche, abbiamo visto giusto nel puntare fin dal 2004 nei servizi immateriali. La digitalizzazione, non è scontato sottolinearlo, può rappresentare un supporto alla crescita di tutto il sistema.

Questo sotto l’aspetto generale… e per quello più particolare?  

Siamo impegnati nello sviluppo di alcune piattaforme digitali dedicate sia agli associati, sia ai clienti delle nostre aziende operative. Si tratta di iniziative, già in itinere, incentrate sui temi del trasporto terrestre e del procurement.  

Intanto, Spediporto guarda con attenzione anche al cargo aereo…

Il ragionamento alla base delle nostre scelte strategiche è che serve aggregazione per valorizzare le competenze delle nostre piccole e medie imprese. Da questo punto di vista il consorzio di 21 aziende messo insieme per la gestione di un magazzino e di un piazzale per la gestione del traffico cargo e aviocamionato può permetterci di integrare destinazioni e servizi per le realtà che hanno bisogno di una logistica altamente sofisticata. L’obiettivo è inserire il sistema porto-aeroporto di Genova in questo circuito. 

Un’occasione per conquistare anche nuovi mercati?

Certamente. Molte realtà del territorio utilizzano per la logistica dei loro cicli produttivi aeroporti in tutta Europa, e se in Italia, non a Genova. Lo sviluppo di questo tipo di servizi, tra l’altro, ridurrebbe il ricorso delle tratte terrestri per il trasferimento della merce. Anche in questo modo si favorisce la sostenibilità.   

ZLS, a che punto siamo?

All’indomani del “decreto Genova” abbiamo lavorato con impegno alla redazione del piano strategico per la Zona Logistica Semplificata nella convinzione di consegnare al futuro commissario uno strumento quanto più esaustivo possibile sulla strategicità dell’iniziativa. Favorire l’ottimizzazione della burocrazia, tra le altre cose, significa far crescere l’attrattività del territorio e favorire le sinergie. Laddove ci sono porti che funzionano ci sono spesso “free trade zone” attive. È un meccanismo culturale che all’estero ha funzionato bene, anche a Genova può rappresentare uno degli ingredienti per generare maggior appeal.   

La Lanterna sarà all’altezza delle sue ambizioni?

È interesse di tutti che il disegno infrastrutturale pensato per rafforzare la vocazione logistica del territorio diventi realtà. Operatori e amministrazioni stanno lavorando in modo concreto e determinato per raggiungere l’obiettivo. C’è una comunità d’intenti che fa guardare ai prossimi anni con una rinnovata fiducia.

Giovanni Grande

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