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MAGGIO 2023 PAG. 16 - ILT, produzione di idrogeno per uso senza accumulo

 



Nella filiera dell’idrogeno ILT Energia rappresenta il primo anello. Quello della produzione (anche di ossigeno), attraverso generatori che utilizzano acqua demineralizzata ed energia elettrica. Soluzione che permette un utilizzo immediato, senza accumulo, particolarmente apprezzata in particolari ambiti industriali come il settore orafo o dell’elettrosaldatura. «A fronte di un livello di costi leggermente superiore in genere i nostri prodotti sono preferiti dai segmenti produttivi in cui si cerca un’alternativa al tradizionale gas in bombola» sottolinea Vittorio Conte, Business Developer Engineer dell’azienda con sede a Ponsacco, vicino Pisa. “In questo modo si eliminano i problemi legati al trasporto e allo stoccaggio del prodotto tanto che in molti casi viene concesso uno sconto sulla polizza antincendio, derivante dalle maggiori condizioni di sicurezza”.     

È pensabile un’applicazione di questa tecnologia anche nel settore trasporti e logistica?

Certamente si. Serve però un’infrastruttura adatta per gestire la fase intermedia tra le diverse pressioni con cui operano i nostri generatori, generalmente da 2 a 5 Bar, e i serbatoi di auto o furgoni, con livelli rispettivamente da 700 e 350 Bar. I nostri dispositivi, grazie ad un sistema di rettifica prodotto in casa, garantiscono la purezza necessaria per l’alimentazione delle “fuel cell”, il cuore propulsivo dei mezzi di trasporto di nuova generazione. 

Quali sono le difficolta tecniche da superare?

C’è la questione della fase intermedia, come dicevo prima. Poi bisogna armonizzare tutta la catena dell’idrogeno, elemento scarso in natura e producibile secondo diverse modalità. L’elettrolisi, ad esempio, non produce CO2 mentre per lo steam reforming, meno pulito ma più efficiente attualmente in termini di resa, sarebbero necessari dispositivi per la sua cattura. Tutte queste differenze vanno articolate meglio tanto che anche i bandi del PNRR, con la promozione delle hydrogen valley, lavorano in questa direzione.  

Quali sono i mercati più interessanti per una realtà come la vostra?

Per i settori di riferimento le nostre applicazioni industriali possono vantare un’esperienza di oltre quarant’anni, il che ci rende pronti sotto l’aspetto tecnico per affrontare nuove sfide come quelle legate all’automotive. Si tratta probabilmente della direzione più promettente come dimostra tutto il movimento attorno a questo segmento, alimentato anche dalle risorse messe in campo dal PNRR.    

I progetti per il futuro?

Il Gruppo è orientato a sviluppare nuovi prodotti. Ultimamente abbiamo realizzato un generatore di azoto per applicazioni laser mentre, sempre sul lato idrogeno, stiamo cercando un sistema per recuperare tutto il prodotto che consumiamo nelle fasi obbligatorie di collaudo dei nostri generatori. L’idea è di utilizzarlo per la produzione elettrica dei nostri stabilimenti e vedere se poi la soluzione può risultare scalabile e commercializzabile. Ci sono molte realtà industriali che producono l’idrogeno come prodotto di scarto del ciclo produttivo, un vero e proprio “rifiuto di lusso” che potrebbe essere riutilizzato investendo nell’economia circolare.    

Maurizio De Cesare

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