APRILE 2023 PAG. 14 - I porti campani competitivi per la vocazione multipurpose
Il sistema portuale della Campania si prepara a giocare un ruolo da protagonista nel nuovo Mediterraneo. Il primo passo è l’adeguamento infrastrutturale degli scali. Lo strumento, il Documento di pianificazione strategica, punto di partenza degli interventi più rilevanti sul medio/lungo termine per rispondere alle esigenze di una moderna portualità e incanalare al meglio le risorse di competenza previste dal PNRR. Il presidente dell’AdSP, Andrea Annunziata, non ha paura ad usare la parola «rivoluzione».
«Si tratta di un forte potenziamento sotto l’aspetto delle infrastrutture che permetterà ai due principali porti del sistema, Napoli e Salerno, di essere competitivi rispetto ai cambiamenti radicali che sta attraversando l’economia globale. Senza dimenticare Castellammare di Stabia per cui sono in atto importanti interlocuzioni per ridefinirne il profilo di specializzazione».
Posto in posizione baricentrica nel Mediterraneo, compreso nel Corridoio Europeo Helsinki – Malta, il sistema del Mar Tirreno Centrale confermerà , in virtù dei cambiamenti che l’aspettano, la sua vocazione multipurpose. Non solo container. Ma anche “autostrade del mare” (è a Salerno che questa modalità di trasporto è stata tenuta a battesimo), merci varie e crociere, baciate dalla fortuna di territori ineguagliabili a livello storico, culturale e paesaggistico.
«La finalizzazione degli interventi previsti, a partire dalle sei gare previste per la progettazione degli interventi inclusi nel PNRR, porteranno, tra le altre opere, alla conclusione della Darsena di Levante a Napoli e al prolungamento del molo Manfredi a Salerno così come allo sviluppo di soluzioni basate sul cold ironing in entrambi i porti. Sarà migliorato l’accesso ai bacini portuali dal mare e la viabilità da terra. Insomma, tutti quei miglioramenti che devono favorire l’arrivo della merce».
Un forte impegno per lo sviluppo dei traffici che, secondo Annunziata, non potrà prescindere da due elementi essenziali da garantire, la qualità del lavoro e il rapporto con il tessuto urbano, elemento questo sempre particolarmente complesso nell’evoluzione storica dei porti italiani.
«Sicurezza e sostenibilità ambientale devono andare a braccetto con lo sviluppo economico, rappresentandone, anzi, un prerequisito essenziale. Su questi punti l’impegno dell’ente portuale sarà senza sosta così come quello di agevolare al massimo, con la funzione di collegamento con i mercati internazionale ricoperta dai nostri scali, di fare da trampolino di lancio per le ZES, strumento di valorizzazione economico dei nostri territori che può rappresentare un punto di svolta per tutto il Sud Italia».
In questo piano un occhio di riguardo è posto anche alle questioni energetiche, ormai dirimenti visto la necessità di guardare all’uso di nuovi carburanti sia per gestire la transizione ecologica sia per rispondere alle crisi contingenti. Cassata la scelta di un deposito di GNL l’Adsp non rinuncerà a quella che, ad oggi, è considerata come una delle fonti più promettenti per il futuro dello shipping: «lavoreremo per realizzare il bunkering attraverso l’uso di bettoline guardando con altrettanta attenzione alla gamma di proposte tecnologiche attualmente in via di sperimentazione».
Infine, il futuro di Castellammare di Stabia, scalo più piccolo del sistema ma non meno importante, «punto di accesso turistico alla penisola Sorrentina e possibile punto di riferimento per lo sviluppo di nuove attività ». «Stiamo discutendo con Fincantieri sul futuro industriale del sito. L’idea è quella di proporre iniziative basate sull’innovazione».