MARZO 2023 PAG. 24 - ESG ancora non compresi dal contesto produttivo
Environmental, social and governance. I criteri ESG valutano l’impegno di un’impresa sotto l’aspetto ambientale, sociale e di governance, fornendo un quadro di quanto essa sia sostenibile e responsabile. Pur basandosi su parametri non finanziari sono tuttavia destinati a diventare sempre più importanti nella misurazione dei rating aziendali. Presenza sul mercato, accesso al credito, possibilità di poter partecipare a finanziamenti per progetti nazionali e internazionali dipenderanno dalle indicazioni relative alla “sostenibilità ad ampio spettro” che i criteri ESG misurano. Segno di una svolta culturale, strumento per poter operare nelle nuove esigenze dell’era della transizione sono un tema che in Italia, a parte iniziative pionieristiche, stenta ancora ad essere compreso dal tessuto produttivo nazionale, costituito perlopiù costituito da PMI. Della posta in gioco e delle possibili conseguenze sul breve-medio termine se ne è parlato nel corso del workshop “Le nuove politiche aziendali tra analisi dei dati e criteri ESG” nell’ambito della recente LetExpo 2023.
Carlo Morace (E. Morace & Co. Studio Legale). La sostenibilità va affrontata a “tutto tondo” e misurata anche se, ad oggi, non esistono obblighi di legge. A fare la differenza, come sempre, sarà il mercato e l’orientamento dei consumatori. “Già oggi alcune realtà produttive italiane che non si sono adeguate alle prescrizioni della nuova sostenibilità hanno perduto importanti commesse. Purtroppo, specie per le piccole e medie imprese, c’è ritrosia ad affrontare l’argomento. Viene considerato un costo piuttosto che un’opportunità . Sotto questo aspetto è necessaria una vera e propria svolta culturale, partendo dalla formazione interna alle aziende”.
Stefano Zecchi (Sustanibility & Partnerships Consukltant Cribis). “Oggi il piccolo e medio imprenditore è ancora restio nell’impegnarsi e investire nella sostenibilità , soprattutto per quanto riguarda la reportistica. Ma prima o poi sarà fissata una normativa che in alcuni paesi è già legge. Arriverà il momento in cui la sostenibilità dovrà essere integrata nel business e la possibilità di poter contare su raccolte dati si serie storiche diventeranno strategiche per le scelte di mercato. Penso, ad esempio alla relazione tra consumi e performance. Servirà dunque una forte capacità di dialogare con la propria filiera, dai fornitori ai clienti, per il monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni ESG”.
Federica Selleri (Director Property Valuation CRIF). Nel settore immobiliare stanno emergendo esigenze molteplici. “Dalla consulenza più standard sulla gestione e valutazione del patrimonio immobiliare, fino al bisogno di supporto specialistico, soprattutto nei casi in cui l’azienda si trova a migrare dal modello in cui proprietario dell’immobile e utilizzatore coincidono a quello in cui sono entità separate. In questo secondo caso serve supporto per affrontare un contesto nuovo e acquisire maggior consapevolezza sui dati e sulle informazioni di carattere energetico, sismico, geologico, etc. riguardanti il patrimonio immobiliare. L’obiettivo è strutturare la raccolta dei dati, non guardando solo alla foto attuale ma orientandosi verso la determinazione di best practices”.
Andrea Condotta (Gruber Logistic). Dalla teoria ai fatti. “Il mercato si muove prima delle leggi ed è necessario adeguarsi, anche perché il ‘fascino’ della sostenibilità sta influenzando le richieste dei consumatori finali. Come azienda stiamo già sviluppando una piattaforma interna per il calcolo delle emissioni per dare conto al cliente della nostra impronta ambientale. È un processo complicato perché per essere affidabili è necessario raccogliere e processare dati di natura estremamente variabile. In linea generale i criteri ESG, sulla scorta di quello che si sta già registrando in Nord Europa, diventeranno il punto di sbarramento in entrata al mercato. Anche per questo i report sulla sostenibilità non possono essere considerati come mera pratica burocratica. I dati raccolti servono soprattutto per correggere le linee operative che non rispondono agli obiettivi fissati”.
Stefania Vergani