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MARZO 2023 PAG. 66 - LIBRI

 



Il debito pubblico italiano, Sandro Momigliano. Carocci

Buona parte dell’accumulo di debito risale al trentennio 1965-1994, quando l’incidenza sul PIL passa dal 25% al 120%, finanziando un aumento vertiginoso delle spese correnti. Tra le principali cause di questa crescita le riforme attuate dalla seconda metà degli anni Cinquanta all’inizio degli anni Settanta, volte a estendere le tutele e le prestazioni offerte nei settori dell’istruzione, della sanità, della previdenza e assistenza; la forte crescita del numero dei dipendenti pubblici; lo scarso controllo della spesa sanitaria; il mancato adeguamento delle tariffe all’inflazione. Sebbene fenomeno comune a tutti i Paesi avanzati nella seconda metà del Novecento la crescita del debito pubblico in Italia inizia circa un decennio prima rispetto alla maggior parte dei paesi ed è di maggiori dimensioni. Nonostante un arresto a metà degli anni Novanta, a causa delle severe politiche di bilancio messe in atto per poter partecipare all’avvio dell’Unione monetaria europea, il fenomeno ha ripreso a galoppare dal 2008. Come si è arrivati a superare il 150% del PIL nel 2020? Ci sono casi in cui è appropriato indebitarsi? Esiste un limite oltre il quale il debito diventa insostenibile? L’indebitamento comporta necessariamente oneri per le successive generazioni? Il volume guida il lettore in un breve viaggio nella storia e nella teoria del debito pubblico, fornendo le conoscenze di base per riflettere sulle difficili scelte che l’Italia dovrà compiere nei prossimi anni.

Gaeta e il suo diritto marittimo, Alfonso Mignone. Passerino Editore

“Chi controlla Gaeta controlla il Tirreno”, è stato affermato nei secoli passati. E, in effetti, pur subendo l’egemonia delle tradizionali quattro “Repubbliche marinare” (Venezia, Genova, Pisa e Amalfi) il castrum gaetano ha ricoperto per lungo tempo la funzione di baluardo per il controllo dei mari ma anche di crocevia dei traffici marittimi nel Tirreno. Grazie alla presenza di un porto strategico perfettamente inserito nella rete mediterranea di cabotaggio dotato di torri, fari, banchine, con cantieri navali, magazzini, apotèche e persino una borsa valori, Gaeta ottenne fin da subito numerosi privilegi mercantili che i Gaetani vollero inserire negli Statuta. Il saggio dell’Avv. Mignone parte proprio dall’analisi di questi ultimi per fare luce sull’organizzazione e la storia di quella che a torto viene considerata una “potenza marittima minore” nel Mediterraneo medievale. “I capitoli dedicati alla regolamentazione dei traffici marittimi, alla pesca, ai marinai, alla sicurezza della navigazione e al procedimento per la risoluzione delle controversie mercantili o comunque afferenti al ramo marittimo, di chiara derivazione romanistica per via dell’originario status di Ducato “satellite” di Bisanzio”, sottolinea l’autore, “possono essere considerati ancora oggi un esempio di virtuoso rapporto tra una città costiera e la sua prevalente economia”.

Il mondo sospeso, Giuseppe Sarcina. Solferino

L’invasione russa dell’Ucraina ha cambiato gli equilibri nel mondo, ora pericolosamente in bilico tra un conflitto di lunga durata e una pace difficile. Prima del conflitto, gli Stati Uniti stavano pianificando un graduale sganciamento dall’Europa, in modo da concentrarsi sulla «sfida del secolo» con la Cina. Ma la minaccia putiniana ha spinto Joe Biden a ritornare in modo massiccio nel Vecchio Continente, riprendendo il pieno controllo della Nato, inviando migliaia di soldati e costituendo basi permanenti nell’Est Europa. Subito dopo l’attacco a Kiev, in diverse capitali europee, molti avevano pensato che fosse arrivato il momento di rilanciare i piani per la difesa comune. Ma è uno scenario credibile? Oppure stiamo entrando nell’era di una nuova egemonia americana? Giuseppe Sarcina racconta la crisi ucraina vista dallo Studio Ovale, anche attingendo dal suo lavoro da inviato a Kiev e nel Donbass tra il 2013 e il 2014: le radici dell’odio russo; l’evoluzione della posizione di Biden, «il temporeggiatore», nella sfida con Putin (tra proclami e gaffe); la distinzione, inventata dal Pentagono, tra «armi difensive» e «offensive»; la pressione del Congresso. E poi il rapporto, spesso complicato, con Zelensky e con quegli Stati dell’Unione Europea che ormai si fidano solo degli Usa: dalla Polonia alla Grecia; dai Baltici a Svezia e Finlandia. Infine, i timori e le contraddizioni tedesche; le ambizioni di Macron; e naturalmente il ruolo italiano con il nuovo governo Meloni. Chi avrà la meglio in questa nuova contesa mondiale e come ne uscirà l’Europa?

Un navigante maratoneta, Giovanni Castaldi. Bastogi Libri

Con questo libro l’autore avendo vissuto e lavorato in tante parti del mondo ed avendo iniziato a lavorare in Italia solo dopo i 50 anni, ha cercato di soffermarsi sugli aspetti più interessanti dei paesi in cui ha vissuto, il tutto inframezzato con la sua grande passione per la maratona. Giovanni Castaldi cerca di dare il suo parere su avvenimenti socio-politici e conflitti che lo hanno interessato da vicino come il conflitto Iran/Iraq, l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq nel 1990, la prima guerra del Golfo del 1991 e la successiva nel 2003 e l'impatto con l'ingresso in occidente del mondo marittimo russo dopo il dissolvimento dell'URSS. Ha poi cercato di analizzare i più eclatanti incidenti marittimi avvenuti negli ultimi anni, l'incidente della "Exxon Valdez" del 1989, la tragedia della "Moby Prince" del 1991, l'inquinamento della "Braer" del 1993 e il disastro della "Costa Concordia" del 2012, incidenti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della marineria mondiale.

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