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MARZO 2023 PAG. 60 - La Gallura regina della blue economy

 



Nella regione della Gallura, le opportunità dell’economia del mare stanno generando importanti opportunità occupazionali e di crescita economica. Nel territorio, le variegate attività della Blue Economy fanno fruttare ricavi per oltre 1 miliardo di euro. Lo rileva una ricerca condotta dal Cipnes Gallura, dopo l’analisi geo-economica condotta partendo dai dati presentanti dal rapporto “Economia del mare” di Unioncamere. Tra le attività economiche estremamente remunerative figurano gli alberghi del Consorzio Costa Smeralda che, secondo i calcoli degli analisti ed esperti di economia del mare, rappresenta uno degli asset che contribuisce alla crescita economica, grazie alla sua competitività. La maggior parte dei lavoratori sono occupati nei “Servizi di alloggio e ristorazione” (37,7%). I dati economici sulle opportunità della blue economy vedono una crescente importanza anche per il settore “Movimentazione di merci e passeggeri” (21,8%) e “Attività sportive e ricreative” (20,3%). La media più alta di occupati si registra nei comparti “Movimentazione merci e passeggeri” e “Servizi di alloggio e ristorazione”. La Gallura è prima in Italia per numero di occupati nell’economia del mare e la seconda, dopo Trieste, per valore aggiunto. 

La tendenza nel nord est della Sardegna, sia per gli occupati che per il valore aggiunto, è sempre stata in crescita. Nel corso dell’anno 2016 e nel 2017 la Gallura marittima era, secondo i dati elaborati dai rapporti di Unioncamere, al primo posto in Italia per occupati nell’economia del mare (rispettivamente con il 15,5% e il 15,8% sul totale degli occupati totali dell’ex provincia di Olbia-Tempio), mentre per il valore aggiunto sono passati dal quarto posto in Italia del 2016 al terzo del 2017, fino al secondo del 2018. La filiera dell’economia del mare rappresenta uno dei settori più sostenibili per la Penisola e per la crescita occupazionale della Sardegna. Attualmente, le sue attività operano sul mare e a difesa del mare, elaborando e pianificando un impatto economico rilevante: un euro prodotto dalla Blue economy ne attiva altri 1,7 sul resto dell’economia del territorio. 

Dalle analisi condotte, emerge come le aziende galluresi attive nella Blue economy sono 2084, pari al 10,8% delle imprese attive nel 2018 nella ex provincia di Olbia-Tempio. Gli occupati diretti sono 11.104, un numero in linea con i dati di Unioncamere, e sono pari al 19,4% di tutti gli occupati della ex provincia di Olbia-Tempio. I bilanci del 2019 delle società analizzate, ultimo anno prima dell’emergenza sanitaria, indicano che i ricavi complessivi sono pari alla considerevole cifra di 1 miliardo e 642 milioni di euro. La Regione Sardegna sta puntando alla valorizzazione di questi dati e alla crescita delle opportunità economiche generate dall’economia del mare anche per valorizzare la logistica, le infrastrutture e l’attrattività dell’entroterra della Regione, senza sottovalutare le occasioni legate al turismo estivo e a quello fuoristagione. “Vogliamo dare agli alberghi la possibilità di dotarsi di strutture che permettano di allungare la stagione turistica sempre nel pieno rispetto del nostro ambiente che è di per sé una ricchezza. Creare sinergia fra la costa e l’interno è in assoluto la scelta vincente, e questo territorio su questo sta scommettendo. Un territorio che ha una sua specificità e che sta cercando di individuare un quadro normativo per vederla riconosciuta”, ribadiscono gli esperti della Regione Sardegna. 

Una nuova opportunità per il riconoscimento specifico delle peculiarità marine del territorio giunge dai lavori e dalle attività di monitoraggio svolte dal G20 delle spiagge italiane, con il lancio dell’Osservatorio del G20s, un innovativo portale digitale dove si possono reperire una serie di dati relativi al turismo e di carattere più ampio sulla gestione e la tutela del territorio. La piattaforma confronta dati di varia natura tra i comuni aderenti, elementi utili anche all’elaborazione di una proposta di legge che mira al riconoscimento dello status speciale di città balneare. 

L’obiettivo del network e dell’Osservatorio è di definire al meglio il futuro delle coste italiane, promuovendo le opportunità e ponendo attenzione alle problematiche locali. Le località balneari italiane sono dei tesori inestimabili molto diverse tra loro: lunghe spiagge di sabbia dorata, coste rocciose e frastagliate, lagune che abbracciano borghi di pescatori oppure città fortemente innovative, tutte caratterizzate dal macroscopico divario che si crea tra il numero di residenti ed il numero di presenze turistiche in un periodo molto ristretto dell’anno. 

Piccoli borghi che si trasformano in città di media grandezza durante la stagione estiva, arrivando, in alcuni casi, anche a 150.000 presenze. In tale scenario, la Gallura rappresenta un concentrato di opportunità da valorizzare e diffondere in altri contesti insulari e costieri.

Domenico Letizia

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