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FEBBRAIO 2023 PAG. 30 - Diversificare per assecondare i “multipurpose” porti italiani

 



Musolino: Non ha senso limitarsi. Bisogna impegnarsi e lavorare per coltivare tutte le vocazioni possibili dei nostri scali

«Molti risultati ottenuti, molti ancora da centrare». Pino Musolino, presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, porta avanti il suo piano di diversificazione dei servizi e posizionamento nel Mediterraneo del sistema portuale laziale. «Dopo anni in cui si è aspettato l’avvio di questo intervento è finalmente partito il cantiere per l’ultimo miglio ferroviario così come le gare per le opere relative al PNRR. A breve arriverà la progettazione definitiva per il cold ironing. A Civitavecchia stiamo ponendo le basi per quello che sarà il porto del futuro». 

Un’attività che va oltre il solo porto di Civitavecchia…  

Salvo sorprese, l’Italia si sa è il Paese dei ricorsi e controricorsi, sta partendo anche il cantiere per il nuovo porto commerciale di Fiumicino, con la realizzazione della diga di sopraflutto e di una nuova darsena pescherecci. Tutti interventi che cambieranno a fondo il volto di questo scalo migliorando sia l’operatività della prima flotta peschereccia della regione sia, in generale, il rapporto con il centro abitato.   

La scelta, insomma, è quella della diversificazione…  

Sono sempre stato un fermo assertore della natura “multipurpose” dei nostri porti. Non ha senso limitarsi. Bisogna impegnarsi e lavorare per coltivare tutte le vocazioni possibili. La rinfusa non rappresenta una diminuzione rispetto al container, così come il break bulk o il project cargo. Ogni singolo chilo di merce prodotto può essere messo al servizio delle aree retroportuali industriali e possibilmente del sistema economico del paese.    

Come prospetta il 2023 in termini di traffici dopo le difficoltà dell’anno scorso?

Non dobbiamo dimenticare che il 2022 è stato l’anno che ha visto scivolare il mondo in una guerra, è vero dalle dimensioni regionali, ma i cui riflessi negativi si sono allargati su tutto il sistema economico globale. Lo stesso che era già stato scosso dalle fondamenta dalla pandemia. Insomma, in un anno non ordinario non potevamo aspettarci risultati eclatanti. Eppure abbiamo registrato, a partire dalle crociere, risultati interessanti. Se quest’anno non si aggiungeranno ulteriori shock esogeni si può pensare al futuro con un certo ottimismo. 

Quale ruolo per Civitavecchia nel mercato crocieristico globale?

Civitavecchia è lo scalo principale in Italia per questo tipo di traffici. Mi lasci sottolineare con orgoglio che stiamo parlando di uno dei primi scali a livello europeo e uno tra i primi cinque al mondo. Proprio per questo mi sembra giusto rivendicare un ruolo di preminenza a servizio di tutto il sistema turistico del Mediterraneo. Se Civitavecchia non funziona non funzionano neanche i nostri amici spagnoli, francesi o della sponda nordafricana. È partendo da queste medaglie, che ci ha riconosciuto il mercato, che puntiamo a consolidare ulteriormente questa nostra posizione di motore del west Med.  

Su cosa è impegnata maggiormente l’AdSP in questo periodo?

Stiamo seguendo una serie di interventi strategici come l’allungamento dell’antemurale della diga di Civitavecchia e l’apertura a Sud del porto storico che possono dare un’accelerazione ulteriore allo sviluppo delle attività. Se non saltano fuori imprevisti burocratici penso che ne vedremo delle belle. Purtroppo, e il problema è comune, i progetti e i soldi ci sono, andrebbe superato quel blocco legato ai facili ricorsi che ti fanno perdere tempo prezioso.

Maurizio De Cesare

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