FEBBRAIO 2023 PAG. 18 - Fedespedi Giovani, sostenibilità del Freight Forwarding
Il cambiamento climatico è ormai un’evidenza di cui abbiamo preso coscienza e con la quale è necessario misurarsi, per invertire una tendenza, le cui conseguenze potranno condizionare il benessere collettivo futuro.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals), firmata da 193 Paesi aderenti alle Nazioni Unite, individua 17 macro-obiettivi, tra loro strettamente connessi, che indicano il sentiero da percorrere da Stati, imprese, collettività ed individui, da qui al 2030, per far fronte alle varie emergenze, bilanciando le esigenze di sviluppo economico e sociale, con quelle della sostenibilità ambientale.
L’operatore pubblico, ai diversi livelli (Unione Europea, Stati nazionali, ecc.), ha approvato un insieme di norme e regolamenti sempre più allineati ai principi della sostenibilità. In particolare, l’Unione Europea ha pubblicato una serie di Libri verdi per stimolare la discussione intorno a determinati temi, tra questi quello sulla promozione di un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese (Com. 2001/366), definita come l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.
La crescente attenzione a questi temi ha spinto il mondo delle imprese ad affrontarli con sempre maggiore determinazione, coscienti del fatto che non solo le leggi europee e nazionali lo impongono, ma è lo stesso mercato a domandarlo, ad esempio richiedendo sempre più spesso l’adozione di certificazioni ISO del gruppo 14000 (es. 14001, 14004, ecc.). Si tratta di una serie di norme tecniche che riguardano proprio la gestione delle problematiche ambientali da parte delle organizzazioni, o di prassi improntate ai principi dell’economia circolare, che mirano a superare il paradigma dell’economia lineare (take, make, consume, dispose), con quello del riuso dei prodotti (condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti).
Prima di concretizzarsi in scelte operative, è necessaria però una ‘maturazione culturale’ che deve coinvolgere l’intero organico aziendale, dal top management al personale di magazzino.
La transizione verde non si sostanzia, infatti, nel mero utilizzo di mezzi meno impattanti, o di qualche pannello solare, ma coinvolge l’intera organizzazione dell’impresa e le modalità di erogazione del servizio, oltre naturalmente alla qualità degli immobili, l’efficienza energetica degli impianti e dei mezzi di movimentazione e di trasporto e la ricerca di imballi a minor impatto ambientale con l’obiettivo della riduzione CO2.
All’interno di questi processi, le tecnologie digitali, con le loro potenzialità di connessione e controllo hanno un ruolo fondamentale nel passaggio verso la logistica sostenibile. L’aspetto tecnologico (Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale, Big Data, blockchain, ecc.) ha, infatti, una rilevanza decisiva anche nella cosiddetta green logistics, ossia nel processo di transizione verso modalità logistiche più eco-compatibili.
Proprio partendo dalla comprensione del nuovo ambiente in cui si muovono le imprese, della sua complessità e delle sfide che esso pone, Fedespedi ha deciso di avviare un percorso di collaborazione con l’Università Carlo Cattaneo-LIUC di Castellanza (VA), con lo scopo di supportare le imprese di spedizioni nel processo di transizione green reso più stringente dalla normativa europea (Fit for 55 Package) e promuovere insieme la cultura green dei processi logistici e di trasporto nel settore delle spedizioni internazionali.
L’accordo di collaborazione, siglato nelle scorse settimane presso la sede dell’Università, vede coinvolti, in particolare, il Green Transition Hub, il centro di aggregazione di competenze e conoscenze relative ai temi di transizione ecologica dell’Università LIUC diretto dal prof. Alessandro Creazza e attivo da gennaio 2022, e Fedespedi Giovani, la rappresentanza giovanile di Fedespedi. Al gruppo di giovani spedizionieri under 35, infatti, la Federazione ha infatti affidato un dossier di lavoro trasversale, ma sempre più strategico, quale è quello della sostenibilità ambientale.
Il progetto di ricerca 2023 mira a individuare un insieme di KPI (Key Performance Indicator) di riferimento per misurare la sostenibilità e gli impatti ambientali del settore logistico e in particolare del freight forwarding, con focus specifici sulle attività di trasporto merce, sull’organizzazione aziendale (relazioni con clienti e fornitori di servizi) e sulle attività di magazzino. Nel concreto il progetto coinvolgerà un gruppo di laureandi del corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, supervisionati dal prof. Creazza e dai suoi collaboratori, con il supporto del Centro Studi Fedespedi.
Siamo dunque, lieti, di annunciare questa collaborazione e di iniziare a lavorare a quattro mani con il polo universitario della LIUC per iniziare a rispondere a domande e interrogativi sul ruolo che le imprese di spedizioni possono giocare nella transizione green e che abbiamo raccolto proprio dalla base associativa della Federazione.
Portare avanti questo progetto con l’Università è per noi un aspetto fondamentale del lavoro perché ci permette di portare a vantaggio delle aziende associate tutto il know-how, l’esperienza e soprattutto il valore di un approccio scientifico su un tema così sentito e allo stesso tempo dibattuto come quello della transizione green.
Centro Studi Fedespedi