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GENNAIO 2023 PAG. 14 - La Basilicata sfrutterà la sua posizione baricentrica

 



Il sistema produttivo della Basilicata guarda con favore e grande fiducia allo sviluppo della ZES Jonica che sta cominciando a compiere i suoi primi passi. Dal rilancio e dalla valorizzazione delle risorse presenti sul territorio alla possibilità di inserirsi nei nuovi processi industriali influenzati dalla transizione energetica e digitale è netta la sensazione di poter aprire una nuova stagione. PORTO&interporto ne parla con Francesco Somma, Presidente di Confindustria Basilicata.  

In che modo l’avvio della ZES Jonica può contribuire alla promozione economica dei vostri territori?

La ZES è una straordinaria opportunità per la Basilicata e complessivamente per il Mezzogiorno. Ne è fortemente convinto il nostro Sistema che, sia a livello nazionale che locale, ha fornito un forte impulso all’attuazione delle Zone Economiche Speciali. E ne sono convinte anche le nostre imprese che da subito hanno dimostrato forte interesse per questa potente leva di nuovi investimenti. Abbiamo sempre sostenuto che il sistema delle ZES rappresenti uno dei principali fattori abilitanti di una nuova stagione di industrializzazione, di attrazione di investimenti e capitale umano del nostro Sud. La Basilicata, in virtù della sua posizione geografica, è baricentrica rispetto ad esso. Non è un caso che i primi investimenti annunciati nella ZES Jonica riguardino il settore della logistica. Inoltre, la nostra regione vanta specializzazioni produttive determinanti per un vero protagonismo del Paese nel Mediterraneo. Penso a esempio al settore delle energie che incide in maniera rilevante sul nostro Pil e che caratterizza la Basilicata per essere già un modello virtuoso di diversificazione delle fonti di produzione. Più complessivamente, i vantaggi previsti dalla ZES, non solo in virtù degli strumenti fiscali di vantaggio, ma anche grazie alle procedure semplificate e veloci, possono dare origine a un rilevante sistema di sviluppo territoriale. 

In che modo Confindustria Basilicata si sta preparando a questo appuntamento, è coinvolta in modo diretto nell’iter di sviluppo della ZES? 

Come le dicevo, abbiamo abbracciato dalle prime mosse la realizzazione della ZES Jonica. Grazie a un dialogo costante con le Istituzioni competenti, sono state adottate azioni tangibili di adeguamento normativo e strumenti concreti di sostegno agli investimenti. Sul territorio abbiamo instaurato un rapporto molto proficuo con il Commissario della ZES Jonica, l’avvocato Floriana Gallucci che si è dimostrata molto attenta alle istanze che di volta in volta abbiamo rappresentato sulla base delle sollecitazioni raccolte dalla nostra base associativa. Ora siamo finalmente nella fase operativa: ci sono le prime richieste di autorizzazione unica e siamo in attesa dell’assegnazione – che dovrebbe avvenire a giorni - dei lavori di infrastrutturazione delle aree ZES delle zone industriali di Tito e Matera per 50 milioni di euro. Continuiamo a lavorare a un progetto che ci sta molto a cuore relativo alla realizzazione di un hub logistico integrato nell’area della Valbasento.

Quali sono le caratteristiche del sistema economico che rappresentate, quali le sue vocazioni e in che modo possono essere rafforzate dalla presenza della ZES?

Tra le specializzazioni produttive della nostra regione va menzionato sicuramente il settore delle energie, grazie al più grande giacimento europeo di greggio su terraferma e alla rilevante produzione da fonti rinnovabili. Siamo inoltre tra le regioni pilota in fatto di sperimentazione di produzione di idrogeno. Questo ci assegna un ruolo da protagonisti nel progetto per l’Italia hub logistico, energetico e produttivo dell’intera regione Mediterranea.  Ma la nostra Basilicata vanta anche altre specializzazioni produttive. In primis il settore automotive, grazie alla presenza sul territorio di uno dei maggiori stabilimenti Stellantis e del suo indotto. Abbiamo, inoltre, un agroalimentare di primissimo rilievo, espressioni di massima eccellenza del Made in Italy, come nel comparto del “mobile imbottito”, e molte realtà specializzate nella meccanica di precisione, nell’industria del cemento, della chimica e della farmaceutica. 

In generale, quali sono le principali iniziative in cui è coinvolta l’associazione e avete in serbo per il prossimo futuro? 

Oltre ai variegati servizi che offriamo alle nostre imprese – dalla formazione, all’assistenza sindacale e al trasferimento di innovazione digitale, per citarne alcuni – siamo impegnati in un confronto costante con i nostri stakeholders su tutti i capitoli che riguardano la programmazione. Penso a esempio alla nuova programmazione europea e al Pnrr. Mai come in questo momento possiamo fare affidamento su una rilevante dotazione di risorse. La vera questione è come massimizzare i benefici che il nostro territorio potrà trarne. L’industria lucana sarà il vero traino di una nuova stagione di sviluppo sostenibile. Per una regione come la nostra, penalizzata da numeri meno significativi rispetto ad altre regioni, una delle sfide più complesse è accendere i riflettori sulle proprie specificità e potenzialità. Per questo motivo, il prossimo 3 marzo saremo a Matera in qualità di promotori di un evento che vedrà la partecipazione dei Ministri Fitto, Pichetto Fratin e Urso, del Presidente di Confindustria Bonomi, del Presidente della Giunta regionale, Bardi e del Presidente del Coni, Malagò. Un confronto sui temi locali che incrociano e in alcuni casi concorrono alle questioni nazionali.

In una prospettiva generale quali sono i temi principali da affrontare e le criticità da superare per mettere a frutto le potenzialità del sistema economico rappresentato dall’associazione? Quali le prospettive per il futuro a breve- medio termine?

Credo che lo sforzo più grande per il prossimo futuro sarà garantire il massimo supporto alle nostre imprese nella doppia transizione ecologica e digitale. Ci troviamo di fronte a processi che in tempi sempre più ridotti stanno stravolgendo la nostra manifattura. Si aprono bacini di grandi opportunità ma anche di enormi difficoltà. Soprattutto per le realtà aziendali medie e piccole, prevalenti sul nostro territorio, che spesso non hanno gli strumenti per affrontare tali mutamenti. Dobbiamo lavorare per garantire ad esse adeguato supporto. Riuscire a trasformare i rischi in nuove, importanti, opportunità.


G.G.

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