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DICEMBRE 2022 PAG. 70 - Carenza di autisti? Ma molto dipende dal lavoro offerto

 



In un anno non certo facile per tutta una serie di fattori critici, Salvatore Miele, Ceo di Vicenzo Miele Trasporti, storica realtà del trasporto su strada orbitante attorno alle attività del porto di Napoli preferisce guardare al bicchiere “mezzo pieno”, professando quella fiducia che è d’obbligo per ogni imprenditore rispetto alle incertezze del futuro.

Quali sono i fattori che hanno maggiormente inciso sulle performance dell’azienda? 

Non è stato certo un anno facile. Abbiamo registrato una contrazione dei traffici per il Sud Italia verso l’estero, conseguente ad un biennio in cui si sono susseguiti a stretto giro una pandemia, la guerra in Ucraina, l’impennata dei costi energetici, solo per fermarsi alle criticità principali. Ciononostante, personalmente, non posso che provare soddisfazione per la capacità di resilienza che siamo riusciti a dimostrare nel garantire i nostri servizi. L’auspicio, piuttosto, è che il 2023 smentisca le previsioni sempre più probabili di una crisi dell’economia a livello globale. Come obiettivo minimo puntiamo quantomeno a mantenere il livello di traffici del 2022.    

Tra i fenomeni registrati quest’anno anche la difficoltà a reperire autisti. È stato un problema anche per voi? 

Posso garantire che la mia scrivania è piena di curriculum di chi vuole lavorare. Su questo tema ho una convinzione precisa: bisogna dare certezze e smettere di promettere senza mantenere. Oggi la percezione delle persone verso il proprio lavoro è cambiata, ognuno reclama uno spazio da dedicare anche a se stesso e la cosa vale anche per gli operatori dell’autotrasporto. Gli aspiranti autisti ci sono ma non sono più disposti ad accontentarsi di condizioni di lavoro carenti. Metta poi anche una certa rigidità delle norme che pur pensate per garantire la sicurezza sortiscono esiti paradossali: a volte a soli pochi chilometri da casa si è costretti a rimanere tutta la notte nel camion per rispettare le regole sui periodi di riposo. E questo introduce una torsione in chi legittimamente aspira ad una qualità della vita almeno decente. Ad ogni modo la questione rimane legata principalmente alla qualità del lavoro offerto. 

La crisi ha inciso sui vostri piani di investimento?

Abbiamo continuato sulla nostra strada verso il progressivo rinnovo di una flotta che ad oggi conta 110 trattori e 300 semirimorchi. Piuttosto ci siamo imbattuti nei ritardi per le consegne dei mezzi, fenomeno tra l’altro generalizzato per la mancanza di componenti. I nuovi mezzi previsti per gennaio sono arrivati con svariati mesi di ritardo mentre per la tranche di aprile speriamo di poter ricevere entro il gennaio del prossimo anno. In termini generale siamo riusciti a centrare l’obiettivo di avere tutti mezzi rispettosi dello standard euro 6. 

Qual è il segreto per poter resistere alle sollecitazioni di un mercato sempre più complicato?

Noi operiamo nel trasporto container per tratte di media lunghezza servendo le aree della Campania, di Lazio, Abruzzo, parte della Calabria e della Lucania e facendo riferimento alle attività di import ed export che insistono sul porto di Napoli. La ricetta che abbiamo sempre applicato, attraversando cambiamenti radicali sotto l’aspetto tecnologico e operativo, è quella di adattarsi ai cambiamenti, garantendo ai clienti risposte precise ed efficienti sotto l’aspetto dei tempi e della qualità del servizio. Anche confrontandoci con fenomeni macro come la tendenza alla creazione, anche nella logistica di terra, di aggregazioni sempre più grandi. Non a caso siamo partner di Medlog da qualche anno per quanto riguarda l’Italia meridionale e l’obiettivo è che questo rapporto vada consolidandosi sempre più con reciproca soddisfazione.

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