OTTOBRE 2022 PAG. 17 - Cepim, un polo logistico votato all’intermodalità
Fabio Ruffini, Amministratore Delegato di Cepim – Interporto di Parma dallo scorso di maggio porta con sé un’esperienza più che trentennale in Eni in cui si è interfacciato più volte con il mondo della logistica. In questo nuovo incarico punta a mettere a frutto gli anni spesi «a contatto con mondi imprenditoriali, operativi, commerciali diversi» facendoli convergere nello sviluppo dei progetti già avviati e in quelli nuovi che ha in serbo per lo sviluppo di un’infrastruttura che si sta ritagliando un suo profilo specifico a livello nazionale e internazionale.
Quali sono gli asset su cui può contare Cepim?
All’interno dell’area interportuale rappresentiamo una realtà che occupa un’area complessiva di 2,5 milioni di metri quadri di cui 600mila coperti con magazzini attrezzati anche per la gestione della catena del freddo. Inoltre, possiamo garantire una serie di servizi aggiuntivi, a partire da un ufficio doganale interno per velocizzare le pratiche dei nostri clienti. Fondamentale per la nostra attività la presenza di un terminal ferroviario che ci identifica come un polo logistico votato all’intermodalità. Nel 2019 abbiamo realizzato 2.200 treni, nel 2021 poco meno di 3mila: delle 8mila tonnellate di merce movimentato circa 3mila sono state veicolate via ferro.
Tutto questo in attesa del nuovo terminal ferroviario…
Il progetto prevede l’adeguamento funzionale e tecnologico del raccordo ferroviario e di alcuni binari interni all’Interporto agli standard di trasporto europeo. L’intera tratta ferroviaria che parte dalla stazione di Castelguelfo e termina nel fascio intermodale dell’Interporto, composto da sei binari, verrà completamente elettrificata e dotata di nuovi impianti di segnalamento e sicurezza. Già sono stati realizzati i tre binari principali. Aspettiamo solo la finalizzazione dell’intervento. A quel punto potremo usufruire di un’area da 120mila metri quadri perfettamente attrezzata per raddoppiare fino a 6mila treni la nostra attività intermodale.
Con importanti risultati in termini di sostenibilità…
Il nostro business plan prevede di centrare nei prossimi anni l’obiettivo fissato a livello europeo di spostare almeno il 30% della merce su ferro entro il 2030. In realtà già oggi le nostre quote ferroviaria oscillano, a seconda degli andamenti dei traffici, tra il 20 e il 40%. Sicuramente la nuova stazione ferroviaria ci permetterà di collaborare al meglio con i maggiori player del settore logistico, con cui sono già in corso interlocuzioni per l’apertura di nuove tratte, e di consolidare il rapporto con gli attuali partner industriali. Ma in termini di sostenibilità possiamo vantare anche altri importanti risultati.
Quali?
Chi mi ha preceduto ci ha visto lungo. Da almeno dieci anni abbiamo investito nel fotovoltaico, sfruttando in modo ottimale le superfici dei nostri magazzini. Oggi Cepim può vantare un parco da 85mila metri quadri la cui produzione elettrica, venduta al gestore di rete, ci ha permesso di ammortizzare buona parte degli extra-costi legati al caro-energia. L’obiettivo futuro, in collaborazione con la società di scopo di Eni Plenitude, è rafforzare questo modello sfruttando al massimo le superfici ancora a disposizione, attraverso strumenti che prevedono tariffe agevolate e altre condizioni favorevoli. C’è poi il progetto esecutivo per la realizzazione di una stazione di servizio per l’erogazione del GNL per i mezzi pesanti. Abbiamo già ottenuto tutti i permessi ma al momento l’intervento è congelato in attesa di vedere come evolverà la questione dei costi del gas.
Le priorità di Cepim per il futuro?
Il successo di un’attività come la nostra si basa sulla capacità di adattarsi alle esigenze degli operatori. Offrire, come ad esempio già facciamo, servizi ad alto valore aggiunto come il decoupling per l’automotive o i prodotti semilavorati ci permette di presentarci come indispensabile piattaforma di lancio per i centri produttivi. Punteremo senz’altro sull’ampliamento della gamma di questo tipo di attività.
Giovanni Grande